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Teramo

Tortoreto, inchiesta stipendi gonfiati: il dipendente ha chiesto scusa e restituirà tutto

L'inchiesta prosegue anche per le precedenti annualità

lOCATELLI

Tortoreto. Ha restituito circa la metà delle somme delle quali si era appropriato gonfiando il proprio stipendio, e che gli vengono al momento contestate. Lui che si occupava di preparare le buste paga dell’Ente. Con l’impegno di saldare il conto a breve.

In attesa che l’inchiesta penale faccia il proprio corso (il dipendente è indagato, al momento, per truffa aggravata ai danni dello Stato), così come anche la commissione consiliare di garanzia compia i propri passi, il dipendente indagato, difenso dall’avvocato Guglielmo Marconi, di procedere alla restituzione progressiva delle somme. Al momento circa una metà delle somme contestate è stata accredita sui conti del Comune e la restante parte sarà restituita.

Così come evidenziato nel corso dell’interrogatorio di garanzia dinanzi al gip, dinanzi al quale il dipendente si è pentito di quanto fatto. Come è noto il giudice ha rigettato la richiesta, del pm, di applicare la misura cautelare della sospensione dal luogo di lavoro. E questo perché, oltre al pentimento espresso dal dipendente, non sono state ravvisate ipotesi di reiterazione del reato, in quanto lo stesso dipendente è stato trasferito in un altro settore.

E nel contesto di una vicenda, su alcuni aspetti ancora da definire, inizia a prendere forma anche una patologia della quale era affetto il dipendente, evidenziata dalle visite e terapie. Una sorta del discontrollo degli impulsi, sintomatologia presente da alcuni anni, simile alla ludopatia, e che avrebbe condizionato i comportamenti dell’uomo, contrari in alcuni frangenti alla corretta azione amministrativa.

 

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