Gran Sasso: “La Regione vuole ‘bloccare’ informazioni su gallerie e Laboratorio”
A denunciarlo il Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua

“La Regione Abruzzo preme per tagliare il Sito di Interesse Comunitario del parco nazionale mettendo a rischio non solo il patrimonio naturalistico e l’acqua ma anche la trasparenza e la partecipazione”.
A dirlo il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua.
“Si mira a eliminare la preziosa Valutazione di Incidenza Ambientale che in questi anni ha reso possibile accedere alla stampa e ai cittadini a documenti fondamentali come, ad esempio, il programma di sondaggi oppure i nuovi esperimenti in programma nei laboratori. La Regione Abruzzo preme per tagliare larghe parti del Sito di Interesse Comunitario del Parco Nazionale del Gran Sasso mettendo a rischio non solo il patrimonio naturalistico ma anche la trasparenza e la partecipazione sul futuro dell’acqua e sugli esperimenti nei laboratori di fisica. Apprendiamo infatti dalla stampa che una delegazione della regione, guidata addirittura dal suo presidente Marsilio, ha incontrato i vertici amministrativi del Ministero dell’Ambiente chiedendo di riperimetrare il Sito di Interesse Comunitario del Parco del Gran Sasso escludendo vaste aree nonché le gallerie autostradali e il Laboratorio di Fisica Nucleare. E’ un gravissimo tentativo per far scendere l’oscurantismo sul futuro della montagna e delle sue acque. Infatti, qualora passasse la riperimetrazione certamente si cercherebbe poi di eludere la Valutazione di Incidenza Ambientale obbligatoria per tutti gli interventi nei SIC, procedura che in questi anni ha obbligato a pubblicare documenti sui vari progetti proposti. Solo così cittadini e stampa hanno appreso, ad esempio, dell’intenzione dei commissari di governo di procedere a nuovi sondaggi oppure di fare interventi di manutenzione chiudendo le gallerie per mesi”.
“Solo grazie a questa procedura l’ente parco recentemente è riuscito ad evitare interventi di manutenzione maldestri che avrebbero comportato una possibile interferenza con l’acquifero. Dopo le nostre denunce del 2017 sull’inosservanza della procedura, i Laboratori hanno finalmente attivato la procedura presentando i documenti per i nuovi esperimenti da insediare nelle sale sotterranee: un passaggio fondamentale che ha fatto aumentare la consapevolezza sulla necessità di evitare interferenze negative tra attività scientifiche e acquifero prendendo le opportune precauzioni. Praticamente il rischio è tornare ai tempi bui dell’esperimento SOX, poi abortito, quando i laboratori cercarono di introdurre una potente sorgente radioattiva nella montagna, in piena violazione delle norme vigenti sulla tutela dell’acqua. Solo una segnalazione anonima (!) di una persona molto informata ci permise di denunciare pubblicamente quanto stava per avvenire. Giusto per far capire il livello della questione, diversi articoli scientifici pubblicati ai massimi livelli mondiali hanno sostenuto che l’emissione di una nube radioattiva nel 2017 nell’est Europa era collegata alle attività di preparazione della sorgente destinata al Gran Sasso nell’oscuro e famigerato impianto di Mayak in Russia. E’ sconfortante quindi questa ricerca di scorciatoie che non affrontano i potenziali impatti su un patrimonio ambientale di livello mondiale. Ovviamente sarà nostra cura contrastare questo ennesimo tentativo di mettere la polvere sotto al tappeto e di abbassare le tutele per la Natura abruzzese e le sue acque”.