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Pescara

Mense scolastiche Pescara: mantenuti i crediti maturati

lOCATELLI

Pescara. “La società la Serenissima procederà con la cessione diretta alla Elior del credito maturato dalle famiglie che hanno pagato in anticipo le rette delle mense scolastiche di Pescara. Questo significa che i genitori non dovranno presentare alcuna richiesta di rimborso, ma troveranno già accreditate sui propri nominativi le somme”.

Lo ha annunciato l’assessore alla Pubblica istruzione del comune di Pescara, Valeria Toppetti, soluzionando, così, una delle problematiche legate alla nuova gestione delle mense scolastiche cittadine: “La decisione, ottenuta dopo una lunga trattativa con la Serenissima”, spiega, “è già stata comunicata inserendola sulla piattaforma pescara.ecivis.it e sul sito istituzionale del Comune di Pescara, all’indirizzo comune.pescara.it, tra le news, per informare tutte le famiglie, e rappresenta una ottima boccata d’ossigeno che ci permette di risolvere quello che alcuni genitori avevano segnalato come un disagio in tale momento di transizione della gestione del servizio di ristorazione scolastica”.

Resta, però, aperta la crisi legata all’aumento delle tariffe, con un consiglio comunale straordinario aperto alla cittadinanza in programma per giovedì prossimo che preannuncia furenti polemiche. Dopo le proteste delle famiglie e lo scontro politico,  sono ora i sindacati a criticare l’amministrazione comunale: “Ci appare profondamente ingiusto che un’Amministrazione agisca per aumentare le tariffe di una mensa scolastica, rendendo la fruizione del pasto, per bambine e bambini impegnati nella scuola dell’obbligo, un elemento disgregante e divisivo”, spiega in una nota le segreterie provinciali di Cgil e Uil.

“Siamo fortemente preoccupati anche per le possibili conseguenze occupazionali che si potrebbero determinare sull’appalto di refezione scolastica”, aggiungono i sindacati, “dove circa 120 tra addette e addetti tutti con part time involontari, e nella maggior parte dei casi, con retribuzioni al di sotto della soglia di povertà, qualora le famiglie, a fronte del rincaro delle tariffe, dovessero rinunciare alla fruizione del pasto, rischiano di subire un taglio orizzontale delle ore contrattuali se non addirittura la perdita del posto di lavoro a causa della diminuzione dei pasti. Il recente confronto sul cambio appalto tra Sindacato e Imprese ha garantito l’occupazione e le ore contrattuali precedenti sulla base dell’impegno a fornire un numero di pasti equivalente agli anni passati, e non è difficile comprendere cosa potrebbe accadere se quei numeri non fossero garantiti”.

Ritenendo grave l’atteggiamento assunto dall’Amministrazione Comunale, chiediamo che l’aumento dei costi del pasto derivanti dal nuovo Capitolato non gravi sui fruitori, né generi discriminazioni.

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