
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Federico Di Stanislao, 20 anni, e Denis Raul Rotaru, 23 anni, entrambi di Giulianova, rinchiusi nel carcere di Ascoli Piceno in relazione alla rissa avvenuta domenica scorsa a San Benedetto del Tronto nella quale è stato ucciso a colpi di coltello Amir Benkharbouch, 24 anni di origini marocchine, residente anche lui a Giulianova.
Durante l’udienza alla quale i due hanno partecipato in videoconferenza dal carcere, il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Ascoli Angela Miccoli ha convalidato gli arresti operati nella flagranza di reato dai carabinieri e si è riservata sulla conferma della custodia cautelare in carcere chiesta dalla Procura di Ascoli sia per Di Stanislao che per Rotaru.
“Il mio assistito, Di Stanislao, è accusato dell’omicidio di Benkharbouch e del tentato omicidio di Daniele Seghetti (il giovane di Grottammare operato chirurgicamente all’ospedale di Torrette di Ancona, a sua volta indagato di rissa aggravata ndr). Abbiamo deciso di non fare dichiarazioni – spiega l’avvocato Luigi Gialluca – perché non siamo certi che la prima ricostruzione fatta in ospedale dal ragazzo corrisponda alla verità dei fatti; lui si è assunto la responsabilità circa il colpo inferto a Benkharbouch, spiegando che è stato per sbaglio, nella concitazione. Ci sono però incongruenze sul suo racconto e sull’arma del delitto; per cui voglio prima visionare le immagini registrate dalle telecamere di sicurezza, tenuto anche conto che quando è stato sentito era sottoposto a terapia farmacologica e che si tratta di un soggetto, in generale, con problemi di autostima”.
Di Stanislao è indagato anche per rissa aggravata e porto in luogo pubblico di arma da taglio. Reati contestati anche a Denis Roul Rotaru che deve rispondere del tentato omicidio di Seghetti e di Helmi Nessimi, 29 anni di Grottammare, indagato per rissa aggravata, e delle lesioni gravi procurate ad entrambi con l’uso di un machete: per quest’ultimo è stato chiesto l’obbligo di dimora con prescrizioni di restare a casa la notte.
Anche Rotaru è rimasto in silenzio davanti al gip. “Il mio assistito è ancora molto scosso per la morte di Benkharbouch a cui era legatissimo, e non è ora in grado di riferire con lucidità come sono andate le cose domenica mattina. Per altro – commenta l’avvocato Francesco Gozzi – la zona è ampiamente coperta da telecamere di sicurezza, le cui riprese video aiuteranno a definire ruoli e responsabilità di ognuno, in un contesto al momento ancora confuso”.