
I finanzieri della Compagnia di Cerignola hanno eseguito 13 misure cautelari reali di sequestro preventivo, anche
per equivalente, nei confronti degli amministratori di concessionarie coinvolte nella presunta importazione
illecita e nella commercializzazione nel territorio nazionale di autovetture provenienti dall’estero.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, hanno preso avvio a seguito di un controllo
fiscale nei confronti di una società cerignolana che ha portato alla luce una presunta maxi frode fiscale per oltre 15 milioni di euro.
L’attività investigativa, eseguita anche mediante acquisizione presso organi collaterali esteri ed analisi della
documentazione inerente all’importazione e alla vendita di oltre 300 autovetture di lusso (Ferrari, Lamborghini,
Porsche, Audi, BMW, Mercedes), ha permesso di disarticolare il presunto sistema fraudolento posto in essere dal
titolare di una società cerignolana e di numerose concessionarie dislocate su tutto il territorio nazionale (Bari,
Barletta, Ascoli Piceno, Ancona, Napoli, Salerno, Rimini, Fermo e Teramo).
Attraverso fatture per operazioni inesistenti, firme false sulla documentazione utilizzata per le richieste di
immatricolazione e attestazioni contraffatte, gli organizzatori della presunta frode avrebbero sottratto I.V.A. per oltre 4,5 milioni di euro commercializzando gli autoveicoli ad un prezzo non concorrenziale, inferiore a quello di mercato.
In particolare, la società cerignolana (missing trader) si sarebbe prestata quale soggetto preposto esclusivamente
alla intestazione delle fatture di acquisto provenienti da altri Paesi europei ed alla conseguente emissione di
altrettante fatture in favore delle concessionarie italiane (interponenti) determinando, così, lo spostamento
dell’intero debito IVA a proprio carico e sottraendosi completamente agli obblighi di versamento delle imposte.
Tale sistema ha seguito due distinti schemi di frode presunta: il primo realizzato mediante la falsificazione delle fatture originali su cui è stata apposta la dicitura di acquisto del bene con il c.d. “regime del margine”
(nell’ambito della cessione delle autovetture, le operazioni soggette al regime del margine, di cui all’art. 37 c. 2 del D.L. 41/1995, sono esentate dal pagamento dell’IVA); il secondo, invece, è stato attuato attraverso la
presentazione presso le Motorizzazioni Civili di falsa documentazione attestante la provenienza degli autoveicoli
dalla Repubblica di San Marino e l’avvenuto assolvimento degli obblighi tributari da parte di una società
sanmarinese inesistente.
Tale apparato simulatorio avrebbe consentito alle concessionarie – primi acquirenti de facto – di eludere la
normativa fiscale in materia di scambi comunitari che prevede l’assoggettabilità dell’imposta nel paese di
destinazione della merce.
L’operazione ha permesso, nel complesso, di denunciare all’Autorità Giudiziaria 33 persone, tra cui 22
rappresentanti legali di autoconcessionarie, per reati tributari e falso in atti pubblici.
Conseguentemente la Procura della Repubblica di Foggia ha richiesto ed ottenuto dal Giudice per le indagini
preliminari presso il Tribunale di Foggia i provvedimenti cautelari reali eseguiti dai finanzieri e che hanno
portato al sequestro di immobili, autovetture, disponibilità finanziarie e quote societarie.