Atri, Antonelli (Sinistra italiana): “12,6 milioni di euro di disavanzo nel bilancio comunale”

Atri. “Il Comune di Atri aveva 60 giorni di tempo per porre rimedio al disastro combinato in più di quindici anni di amministrazione, con un disavanzo al 2023 che si aggirava intorno ai 3,5 milioni di euro, così come risultante dalla delibera della Corte dei Conti n. 322/2024/PRSP. Con le operazioni di riaccertamento dei residui al 31.12.2024 il disavanzo è salito da euro 3,5 mln ad euro 12,6 mln”.
A dirlo è Gianluigi Antonelli, coordinatore Sinistra Italiana di Atri.
“Sono venuti fuori i debiti nascosti per anni sotto il tappeto e Sinistra Italiana vuole vederci chiaro in questa disastrosa situazione dei conti comunali perché un disavanzo di queste dimensioni, in un bilancio che annualmente si assesta nella parte ordinaria a circa 11 milioni di euro, deve essere adeguatamente indagato e approfondito. Così, al fine di capirne bene la genesi, ha anche inoltrato una richiesta di accesso civico generalizzato.
A questo punto, per evitare un sicuro dissesto e ulteriori danni al patrimonio cittadino, il Comune di Atri non può che rispondere alla Corte dei Conti con un piano di riequilibrio finanziario pluriennale (il cosiddetto predissesto) per riequilibrare la gestione finanziaria e superare le pesanti criticità riscontrate, come già suggerito dall’Organo di Revisione Economico Finanziaria, nella relazione che accompagna la delibera del riaccertamento dei residui, e dalla Responsabile del Servizio Finanziario, nel parere tecnico sullo schema di rendiconto dell’esercizio 2024”.
E ancora: “Di certo i consiglieri comunali sono consapevoli che scelte diverse da quelle suggerite dagli organi e uffici preposti possono mettere a serio rischio l’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare cittadino – già messo parzialmente in vendita – e che ciascuno di essi potrebbe in futuro essere obbligato solidalmente al risarcimento del danno. Nel frattempo, l’amministrazione sta affidando a società esterne la riscossione dei tributi. Il timore è che si punti su una riscossione impietosa, utile sì a fare cassa ma anche a scaricare le colpe del fallimento politico e amministrativo sui cittadini che, tra l’altro, si vedranno ridotti o eliminati i servizi a fronte di un aumento di tasse e tributi”, conclude Antonelli.