Omicidio Caldarelli, Martino ucciso da una coltellata alla gola e i colpi al cranio

Teramo. Una coltellata, tra le altre letale. Quella vibrata al collo, sotto l’orecchio destro a recidere la giugulare
I colpi al cranio, con ogni probabilità con una pala, con lesioni importanti in due diversi punti.
E poi altre ferite da arma da taglio, alle braccia e all’addome, segni inequivocabili di una violenza colluttazione.
Gli esiti dell’autopsia, effettuata sul corpo di Martino Caldarelli, 49 anni di Isola del Gran Sasso, l’ex dj ucciso in un casolare di Corropoli, delineano i passaggi di un omicidio dai contorni inquietanti.
E definiscono gli aspetti che l’inchiesta e i primi rilievi sul corpo del povero Martino, avevano fatto già emergere.
L’autopsia effettuata dal medico legale Donatella Fedeli, incaricata dalla procura di Teramo (titolare dell’inchiesta e la pm Elisabetta Labanti) ha rappresentato un altro passaggio importante della vicenda che ha scioccato tutto l’Abruzzo. E i primi rilievi dell’autopsia hanno definito diversi aspetti.
I diversi fendenti ricevuti dal povero Martino, prima minacciato e poi accoltellato da Andrea Cardelli, 41 anni di Corropoli in camera da letto, dove è nata la colluttazione, e poi la rottura della scatola cranica per i colpi inferti con un colpo contundente, probabilmente nella zona sottostante del casolare.
Sul corpo altre ferite di punta e di taglio e altre lesioni. Non è stata trovata acqua nei polmoni: elemento che conferma il fatto che l’uomo è stato trasportato nel laghetto artificiale di Sant’Omero quando era già morto.
Il medico legale depositerà l’intera relazione entro 90 giorni, con i quesiti posti dalla procura.
Nel frattempo, nelle prossime ore, non appena sarà notificata la seconda misura cautelare, quella per omicidio volontario e occultamento di cadavere, saranno nuovamente ascoltati in carcere Andrea Cardelli e la convivente Alessia Di Pancrazio, 26 anni di Giulianova. Già gravati da un precedente provvedimento per rapina e sequestro di persona, per l’episodio pregresso.
Entrambi, in momenti diversi, hanno confessato e comunque ricostruito cosa è accaduto nel casolare di Corropoli lo scorso 11 aprile, giorno della scomparsa di Martino.