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Morte di Papa Francesco: le reazioni in Abruzzo

“Profondamente rattristato esprimo il cordoglio personale e dell’intera giunta regionale, facendomi portavoce del popolo abruzzese, per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco. Resta indelebile l’orgoglio e il privilegio della sua presenza a L’Aquila in occasione dell’apertura della Porta Santa, primo Papa dopo 7 secoli, in occasione della Perdonanza Celestiniana, segno indelebile del suo rapporto con gli abruzzesi.

Il suo papato si è contraddistinto per un infaticabile ricerca della pace. La Chiesa cattolica ha perso il suo pastore e il mondo ha perso un difensore delle libertà umane che da sempre si è battuto in una difficile e instancabile lotta contro i totalitarismi, le guerre e le oppressioni in nome dei valori della Chiesa cattolica”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

Il Sindaco Jwan Costantini e l’ Amministrazione Comunale di Giulianova, sgomenti alla notizia dell’improvvisa scomparsa di Papa Francesco, esprimono il proprio cordoglio e profondissima tristezza. “ Una perdita incolmabile, che ci trova impreparati e disorientati – sottolinea il Sindaco- Partecipiamo al dolore che in queste ore percorre il mondo. Allo stesso modo ci stringiamo alla diocesi di Teramo, ai presbiteri, ai parroci, ai movimenti, alla comunità religiosa e alla cittadinanza tutta.”
La mostra “Tutto il Mondo di Guareschi”, in corso di svolgimento a palazzo Kursaal, è sospesa nella giornata odierna.

Etel Sigismondi. “Esprimo profonda tristezza per la scomparsa di Papa Francesco, testimone autentico di fede e instancabile portavoce di pace. Con il cuore colmo di misericordia, ha sempre portato la parola di Dio soprattutto tra i più deboli, diventando un punto di riferimento spirituale per milioni di persone nel mondo.
Per noi abruzzesi, resterà indimenticabile il gesto storico compiuto nel 2022, quando, primo Papa, aprì la Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio a L’Aquila, in occasione della Perdonanza Celestiniana. Momento carico di significato, che ha rafforzato il legame tra la Chiesa universale e le radici spirituali del nostro territorio. A Dio, Papa Francesco!”. Così il senatore abruzzese di Fratelli d’Italia, Etelwardo Sigismondi.

L’Aquila si unisce con commozione e profonda tristezza al cordoglio per la scomparsa di Papa Francesco, pastore instancabile e guida illuminata che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e dell’umanità.

Il suo legame con la nostra città è stato profondo e sincero. Con la visita del 28 agosto 2022 e l’apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio, ha reso omaggio alla tradizione del Perdono Celestiniano, riconoscendone il valore universale e portando un messaggio di misericordia e speranza agli aquilani e al mondo intero. Un gesto che resterà scolpito nella memoria e nella storia della nostra comunità.

In quell’occasione, Papa Francesco aveva auspicato che “L’Aquila sia davvero capitale di perdono, capitale di pace e di riconciliazione” , riconoscendo il ruolo centrale della nostra città nella promozione dei valori celestiniani.

Lo aveva ribadito di recente, citando la Porta Santa della Basilica di Collemaggio nella bolla di indizione del Giubileo 2025, segno tangibile della sua attenzione e del suo affetto per L’Aquila. E con il primo Premio del Perdono, conferitogli dalla nostra città, abbiamo voluto esprimere la nostra gratitudine per un Papa che ha incarnato, con la sua vita e il suo magistero, i valori più autentici del perdono, dell’umiltà e della vicinanza ai più fragili.

Oggi piangiamo la sua perdita, ma sappiamo che il suo insegnamento continuerà a guidarci. “Jemo ‘nnanzi” – ci direbbe lui – con la forza della fede e della speranza.

A nome dell’intera comunità aquilana, esprimo il più sentito cordoglio e mi unisco alla preghiera della Chiesa universale per un uomo che ha saputo essere guida, conforto e punto di riferimento per tutti noi”.

Queste le parole del sindaco dell’Aquila e presidente Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, alla notizia della scomparsa del Santo Padre.

 

Lorenzo Sospiri. Papa Francesco Bergoglio ha rappresentato la testimonianza fisica della lotta contro il male, contro tutte le guerre, in difesa degli ultimi, ha rappresentato la voce dei bambini, dei fragili, il paladino della giustizia, ma anche l’uomo capace di condividere il disagio di chi nella vita ha sbagliato e sta affrontando il proprio percorso di riabilitazione. A nome mio personale, dell’Ufficio di Presidenza e di tutto il Consiglio regionale, e soprattutto a nome di tutti gli abruzzesi esprimo il dolore per il ritorno alla Casa del Padre del Papa del mondo, Francesco”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri commentando la notizia della scomparsa di Papa Bergoglio.

“Abbiamo avuto l’onore e il privilegio di avere Papa Francesco in Abruzzo per ben due volte, l’ultima in occasione dell’apertura della Porta Santa per la Perdonanza Celestiniana – ha ricordato il Presidente Sospiri – ed è stata preziosa l’opportunità di conoscere un uomo di fede straordinario, dalla parola sempre ferma e rigorosa, una voce capace di imporsi al mondo, di indurre riflessioni ai grandi del mondo, di far sentire in ogni modo, anche nella malattia, la sua autorevolezza assoluta. E poi indimenticabile sarà per tutti l’immagine del Papa del Covid, che solo, il 27 marzo 2020, nel buio assoluto illuminato solo dalle candele, ha percorso le scale di San Pietro per chiedere l’intercessione miracolosa di Dio per la fine di una tragica pandemia mondiale. Francesco è stato il Papa che ha saputo mantenere unita nel dramma l’intera comunità mondiale e infondere costantemente speranza, prendendo su di sé il dolore del mondo. Ora spetta a noi accompagnare con fede e con la preghiera il suo viaggio verso l’eternità”.

“La scomparsa di Papa Francesco segna un momento di profondo dolore per la Chiesa e
per tutti coloro che hanno trovato nelle sue parole e nei suoi gesti una guida spirituale autentica. Per me
e per tutta la comunità colpita dal sisma del 2016, il suo ricordo resta indissolubilmente legato alla
vicinanza che non ha mai cessato di dimostrarci. Papa Francesco ci ha insegnato a guardare alle ferite del
nostro tempo — come quelle lasciate dal terremoto — non solo come simboli di distruzione, ma anche
come segni di una possibile rinascita. Le sue parole di conforto, pronunciate in uno dei momenti più difficili
per l’Italia centrale, restano scolpite nella memoria collettiva delle nostre comunità. Il 24 novembre di
due anni fa volle incontrarci nella Sala Clementina: in quell’abbraccio ai terremotati, c’era tutto lo spirito
di un Pontefice che ha saputo mettere al centro i più fragili, donando speranza e forza anche dove
sembravano venute meno. Ci lascia un’eredità preziosa: costruire senza mai perdere di vista la dignità
della persona, il valore delle comunità, la responsabilità verso il Creato. Se vogliamo onorare la sua
memoria, dobbiamo raccogliere questo testimone e continuare a edificare un futuro che abbia al centro
l’uomo, la sua spiritualità e la sua capacità di prendersi cura degli altri. A Dio, Papa Francesco.”
Lo dichiara il Senatore di FDI Guido Castelli, Commissario Straordinario ricostruzione sisma 2016.

 

La morte di Papa Francesco lascia un grande vuoto in ognuno di noi.
Con la sua scomparsa se ne va un uomo che ha saputo parlare al cuore di tutte le persone, credenti e non credenti. Un Papa che ha scelto di stare sempre dalla parte degli ultimi, con gesti concreti e parole semplici, vere.
Carità, periferie, Pace, accoglienza sono state le parole che hanno caratterizzato il suo pontificato. Un pontificato che lo ha portato, nel suo primo viaggio, proprio a Lampedusa, isola di Pace, isola di speranza.
In quell’occasione ci ha ricordato, come ha fatto in ogni giorno del suo pontificato, che non possiamo abituarci all’indifferenza, che dietro ogni tragedia c’è un volto, una storia, una persona.
Ha fatto della Pace la sua voce costante, in un mondo che troppo spesso sceglie la via dell’odio e della divisione. Con coraggio ha messo al centro temi scomodi come la povertà, l’ambiente, la dignità del lavoro, richiamandoci tutti – nessuno escluso – a prenderci cura gli uni degli altri.
Come Sindaco ho avuto l’onore di incontrarlo in due occasioni: nel 2022, con i Sindaci dell’ANCI, e nel 2023 insieme ai primi cittadini dei 138 comuni del cratere Centro Italia, i Presidenti di Province e Regioni, i Prefetti, il Commissario Straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli.

 

La morte di Papa Francesco lascia addolorati e attoniti. Faro di umiltà e instancabile voce di pace,
in un tempo di sofferenza e di guerra.
Capace di mettere al centro della Chiesa i valori dell’uguaglianza e della giustizia sociale, il suo è
stato il pontificato delle periferie e dell’amore per gli ultimi.
Molto al di là della religione e della fede, la morte di Bergoglio lascia tutti più poveri e più soli.
Gli siamo e gli saremo grati per i suoi insegnamenti, il suo messaggio, il suo esempio.
Daniele Marinelli, segretario regionale Pd Abruzzo

 

“Il parlamentare abruzzese di Fratelli d’Italia, Guerino Testa, esprime profondo cordoglio per la scomparsa di Sua Santità Papa Francesco. La sua storica visita a L’Aquila, durante l’apertura della Porta Santa in occasione della Perdonanza Celestiniana, resterà un simbolo del suo forte legame con la nostra terra. Papa Francesco lascia al mondo un’eredità di dialogo, pace e difesa dei diritti umani, portata avanti con coraggio e umiltà. La Chiesa e l’umanità perdono un pastore instancabile e una guida morale di straordinaria forza”.

 

Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE piange la scomparsa di Papa Francesco, sempre stato attento e sensibile alle criticità diffuse delle carceri italiane e del personale di Polizia Penitenziaria che in esse lavorano. È per questo che abbiamo avuto modo di apprezzarlo. Nel pontificato di Jorge Mario Bergoglio le visite in carcere sono state una costante come lo erano state quando arcivescovo a Buenos Aires aveva scelto di celebrare i momenti fondamentali della cristianità in quelle che definiva le “periferie esistenziali”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE.

Risale a subito dopo la sua elezione la decisione di non presiedere più la solenne Messa in Coena Domini nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, per recarsi invece in luoghi simbolici, come carceri e centri di accoglienza. Solo 15 giorni dopo essere diventato Papa, il 28 marzo 2013 Bergoglio celebrò la sua prima messa del Giovedì Santo nell’Istituto per Minori di Casal del Marmo il 28 marzo 2013, rito ripetuto nello stesso luogo, undici anni dopo, il 6 aprile 2023. Prima della pandemia il Pontefice aveva visitato le carceri di Roma Rebibbia nel 2015, Paliano nel 2017, Roma Regina Coeli nel 2018 e Velletri nel 2019. Dopo il covid, nel 2022, Bergoglio scelse il Nuovo Complesso penitenziario di Civitavecchia per il rito del Giovedì Santo, dedicato ai reclusi di diverse età e nazionalità. Particolarmente intensi gli ultimi mesi di pontificato. Il 28 aprile 2024 il Papa ha visitato l’istituto femminile della Giudecca, che ha ospitato il Padiglione della Santa Sede per la Biennale. Un mese prima, aveva celebrato la messa in Coena Domini del Giovedì Santo nella casa circondariale femminile “Germana Stefanini” di Roma. Qualche giorno dopo, il 18 maggio, ha pranzato con i detenuti della casa circondariale di Verona. Il 26 dicembre Francesco ha aperto la Porta Santa nella chiesa del Padre Nostro nel penitenziario romano: “La prima Porta Santa l’ho aperta a Natale in San Pietro, ma ho voluto che la seconda fosse qui in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi tutti che siamo qui, dentro e fuori, avessimo la possibilità anche di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude”. L’ultima visita al carcere romano di Regina Coeli giovedì scorso, un breve ma intenso passaggio: “Sempre mi é piaciuto venire in carcere per fare la lavanda dei piedi – ha detto Papa Francesco, rivolgendosi ai detenuti che lo hanno accolto -. Quest’anno non posso, ma sono vicino a voi”.

Capece ricorda con particolare emozione l’udienza nel 2019 con i soci dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria quando indossò la bustina dell’Associazione. “Il gesto simbolico del Papa è stato interpretato come un riconoscimento a tutti coloro che hanno indossato, negli anni, l’uniforme del Corpo degli Agenti di Custodia e del Corpo di Polizia Penitenziaria. Tutti coloro, cioè, che l’ANPPe rappresenta. Papa Francesco ci disse: «Anzitutto alla Polizia Penitenziaria e al personale amministrativo vorrei dire grazie. Grazie perché il vostro lavoro è nascosto, spesso difficile e poco appagante, ma essenziale. Grazie per tutte le volte che vivete il vostro servizio non solo come una vigilanza necessaria, ma come un sostegno a chi è debole, voi ponete le basi per una convivenza più rispettosa e dunque per una società più sicura. Grazie perché, così facendo, diventate giorno dopo giorno tessitori di giustizia e di speranza».

“La Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE e gli iscritti tutti esprimono sincero cordoglio e ricordano in Papa Francesco la tenacia e la caparbietà di un Uomo che alle chiacchere, rispetto ai problemi delle carceri, ha preferito i fatti e gli atti concreti”, conclude Capece.

“Con profonda tristezza apprendo della scomparsa di Papa Francesco, un Papa sempre vicino agli ultimi e sofferenti, capace di riconoscere la parola di Dio in ogni volto umano.

Ricordo ancora il nostro incontro al Vaticano, fu il primo Papa nella storia a chiedere scusa al popolo Rom perché anche nella chiesa c’era razzismo! Sfoggiando poi la bandiera che io stessa gli donai.
Un grande uomo, i rom non possono che unirsi alle preghiere di quanti hanno amato e stimato Papa Francesco”. E’ quanto dichiara Giulia Di Rocco, romnì italiana abruzzese, ricordando l’incontro con Papa Francesco in Vaticano nel maggio 2019.
Di Rocco, attivista per i diritti umani, è presidente dell’associazione ‘Amici di Zefferino’ che porta il nome di Cefferino Jimenez Malla, primo rom nella storia ad essere proclamato beato, e patrono di tutti i rom del mondo, il 4 maggio 1997 da papa Giovanni Paolo II.

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