Palazzo Sanità, “Ipotesi delocalizzazione non più attuabile”
Arpa Abruzzo chiude per ora le porte ad altre ipotesi: "Sono mancate alternative concrete"

“Non siamo mai stati contrari alla delocalizzazione, ma allo stato attuale l’ipotesi non è più attuabile”.
Così, il direttore generale di Arpa Abruzzo, Maurizio Dionisio, in merito al dibattito che si è sviluppato sul futuro dell’ex palazzo della Sanità, in Piazza Martiri Pennesi, sede del Distretto provinciale dell’Arpa di Teramo.
“Con un finanziamento in corso e ingenti risorse economiche già impegnate – spiega Dionisio – diventa oggi difficile, se non impossibile, ipotizzare una soluzione alternativa, soprattutto considerando che si tratta di una struttura di proprietà di Arpa Abruzzo, che ospita laboratori e uffici con funzioni fondamentali per il controllo ambientale del territorio”.
Il direttore generale chiarisce, dunque, la posizione che l’Agenzia ha sempre avuto in passato chiarendo come “l’apertura al confronto non è mai mancata, ma l’assenza di proposte alternative concrete, da parte di alcuno degli enti coinvolti nella vicenda, sommate allo stato avanzato dell’iter amministrativo e tecnico per la ricostruzione, rende non più percorribile la strada della delocalizzazione”.
“La sede del distretto provinciale di Teramo, in Piazza Martiri Pennesi, è di proprietà esclusiva di Arpa Abruzzo – precisa Dionisio – in quanto la Regione, congiuntamente con la Asl, ha effettuato il trasferimento di proprietà con una Delibera di Giunta risalente a circa vent’anni fa. L’Agenzia – continua il direttore generale – è titolare di sette ottavi dell’immobile, mentre il restante ottavo è di proprietà della Provincia di Teramo, che ha delegato ad Arpa la ristrutturazione dello stabile”.
A rafforzare la posizione dell’Agenzia, ci sono anche motivazioni concrete di ordine economico e tecnico, che rendono oggi impraticabile – e potenzialmente dannosa – l’ipotesi di una delocalizzazione
“Attualmente, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione – spiega Dionisio – ha previsto il finanziamento delle operazioni di abbattimento e ricostruzione e, per tali interventi, sono già stati sostenuti costi per circa mezzo milione di euro. Il dibattito in corso – aggiunge – deve quindi necessariamente tener conto del fatto che, qualora si decidesse di intraprendere una soluzione diversa, le somme già impegnate potrebbero andare perse, con conseguente configurabilità di un danno erariale, accertabile da parte della giurisdizione contabile, ovvero della Corte dei Conti. Senza contare che, rinunciando all’attuale progetto, l’Agenzia perderebbe anche il beneficio di riottenere un edificio completamente rinnovato, progettato secondo i più moderni criteri di sicurezza strutturale ed efficientamento energetico”.
Una posizione, quella dei vertici dell’Agenzia, condivisa anche da chi quotidianamente lavora all’interno della sede teramana.
“Dalle interlocuzioni avute con il personale e le rappresentanze sindacali – sottolinea Dionisio – è emersa in modo chiaro la volontà di mantenere le attività nella sede attuale. C’è un forte senso di appartenenza a quella struttura e la consapevolezza che il mantenimento della sede storica rappresenti un elemento di continuità e funzionalità operativa, anche in termini di efficienza, sicurezza e qualità dei servizi erogati”.
Ma l’aspetto fondamentale riguarda l’assenza di soluzioni alternative percorribili che possano permettere un cambio di rotta.
“Va infine ribadito che, ad oggi – spiega Dionisio – non è stata presentata ad Arpa Abruzzo alcuna ipotesi alternativa concreta e specifica. Se in passato l’Agenzia fosse stata messa nelle condizioni di realizzare l’immobile in un’altra sede, lo avrebbe fatto senza esitazione. Ma con un finanziamento attivo e ingenti risorse già spese – conclude il direttore generale di Arpa Abruzzo – diventa oggi difficile, se non impossibile, ipotizzare la delocalizzazione della struttura”.