Quando l’amore per gli animali si ferma ai like: il randagismo invisibile che nessuno vuole vedere
La lettera aperta

In un mondo dove tutti si professano amanti degli animali, dove i social traboccano di cuori e “poverino” sotto ogni foto di cani e gatti bisognosi, la realtà è drammaticamente diversa: il vero aiuto è merce rara.
Noi, come coppia, ci occupiamo di randagi da tanti anni, sempre da soli, con tanti sacrifici.
Abbiamo ricevuto aiuto concreto solo tre volte in tutto, sempre da volontari, mai da enti, istituzioni o amministrazioni.
Siamo pochi, pochissimi, e siamo stanchi di combattere nel vuoto.
Nella nostra zona, sulle colline dell’entroterra abruzzese, il randagismo felino è fuori controllo.
Abbiamo chiesto il riconoscimento ufficiale di una colonia felina.
Il Comune di Campli ci ha negato il permesso, rimbalzandoci alla ASL, che a sua volta ha detto che la competenza è comunale.
Un rimpallo infinito, mentre i gatti continuano a moltiplicarsi, soffrire e morire.
Quando siamo arrivati a Campli, abbiamo subito segnalato al Comune un problema serio: una cucciolata di gattini infestata di pulci sotto la nostra legnaia, abbandonata dalla madre.
Il Comune ha mandato un vigile, che ci promise una disinfestazione.
Non è mai accaduto.
Abbiamo dovuto comprare noi il prodotto, spulciare i piccoli, pulire il terreno come potevamo, senza alcun aiuto.
Da allora sono nati altri cuccioli. E altri ancora stanno per nascere.
Qui non si tratta solo di amore per gli animali.
Si tratta anche di salute pubblica.
Un’infestazione di pulci, malattie trasmissibili, animali non vaccinati: tutto ignorato nella più assoluta indifferenza.
Sui social vediamo montagne di commenti pieni di amore virtuale.
Ma il volontariato vero non si fa coi like.
Si fa camminando tra il fango, curando corpi pieni di parassiti, svuotando il proprio conto per comprare una scatola di croccantini.
Noi lo facciamo. Da sempre. Da soli.
Non ce l’abbiamo con i volontari veri, quelli che danno l’anima.
Ce l’abbiamo con chi gestisce i fondi, le istituzioni che giocano a rimpiattino mentre vite innocenti vengono schiacciate.
Oggi una giovane gattina sta per partorire di nuovo.
Suo padre, suo nonno, tutta la stirpe vivono qui, nascosti e dimenticati, in un ciclo infinito di abbandono.
Ci dicono: “Lasciali stare, la natura farà il suo corso.”
Sì, certo: la fame, il freddo, le malattie… questo sarebbe “il corso naturale” che accettiamo in silenzio?
Noi no.
Non vogliamo stare zitti.
Non vogliamo essere complici di questa crudeltà mascherata da indifferenza.
Lanciamo un appello chiaro:
Alle istituzioni: intervenite, fate il vostro dovere.
Alle grandi associazioni: aiutateci a salvare queste vite.
Alle persone comuni: anche un piccolo gesto può cambiare il destino di chi non ha voce.
L’amore non è una foto condivisa. L’amore è un’azione.
Se davvero crediamo che la vita degli animali abbia valore, allora dimostriamolo.
Non domani.
Non quando è comodo.
Adesso.
Lettera firmata