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Kings League anche in Italia: come funziona il torneo più discusso dell’anno

Negli ultimi mesi è fatto un gran parlare della Kings League, un innovativo torneo di calcio creato da Gerard Piqué (ex stella del Barcellona) e – a margine del successo conseguito in Spagna – in grado di guardare con maggiore interesse anche ad altri mercati internazionali.

Ma come funziona la Kings League? Potrebbe arrivare davvero anche nel nostro Paese?

Come funziona la Kings League

In sintesi, la Kings League è un campionato di calcio a sette che ha regole molto diverse da quelle del “comune” calcio a sette.

Ogni squadra è infatti composta da 12 giocatori, di cui 10 fissi e 2 wild card che possono essere occupate solamente da giocatori professionisti. Di questi due, l’undicesimo giocatore è fisso per tutta la stagione mentre il dodicesimo può cambiare continuamente e, potenzialmente, anche giornata dopo giornata.

Proprio questa opzione rende ogni incontro praticamente imprevedibile. A dimostrazione di ciò, si pensi al caso di Enigma 69, un giocatore della squadra degli Xbuyer che è sceso in campo indossando una maschera da wrestling. Il motivo? Sarebbe un giocatore professionista di una squadra di Liga e, dunque, avrebbe voluto celare la sua vera identità per non incappare in problemi con il suo club.

Le particolarità non sono però finite qui. Si pensi per esempio allo start delle partite, in stile pallanuoto: i giocatori partono dalla linea di fondo per arrivare sul pallone messo al centro del campo, oppure ai rigori, che sono una sorta di mini shot out, al VAR a chiamata e soprattutto alla possibilità di usare fino a 5 carte jolly che possono dare agli allenatori dei “super poteri” in grado di condizionare fortemente l’andamento della partita. Attivandole, ad esempio, si può costringere la squadra avversaria a giocare con un giocatore in meno per alcuni minuti.

Un successo destinato a varcare i confini nazionali

Ciò premesso, in un’epoca storica in cui lo sport sta strizzando l’occhio con crescente intensità alla necessità di rinnovarsi e di trovare un migliore intrattenimento, non stupisce che la Kings League abbia ottenuto un incredibile successo sui social network, e non solo.

I principali siti slot online, che hanno le migliori slot online al proprio interno, hanno per esempio ben deciso di allargare la propria offerta: oltre alle slot machine e agli altri giochi tradizionali hanno attrezzato la propria piattaforma di bookmaking di un palinsesto di scommesse finalizzate proprio a catalizzare le puntate su questi match.

Dal canto loro, i network televisivi più tradizionali hanno iniziato a offrire delle coperture sui prossimi eventi della Kings League, e sempre più giocatori professionisti si sono dichiarati interessati a diventare presidenti di una delle squadre iscritte alla competizione che, dunque, potrebbe subire un allargamento dalle attuali 12 squadre a – forse – altrettante.

Gli elementi di cui sopra hanno altresì acceso l’attenzione degli altri mercati internazionali ed è oramai praticamente certo che la Kings League possa essere un format esportabile anche altrove. Ma dove?

Uno dei Paesi che è sembrato essere maggiormente indiziato per questo allargamento è il Brasile. Merito di Neymar, la stella del Paris Saint Germain il cui volto è stato più volte affiancato a quello della Kings League e che – pare – si sia reso disponibile a far la propria parte, forse trasportando il format nel proprio Paese d’origine.

E l’Italia? Può il nostro Paese candidarsi ad ospitare una versione tricolore della Kings League? I tempi e la curiosità sembrano essere maturi. Vedremo dunque se, nei prossimi mesi, ci saranno delle aperture in tal senso, finalizzate a importare anche da noi quello che è probabilmente stato l’evento sportivo più interessante di questa prima parte dell’anno.

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