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Concessioni balneari: ora la mappatura del territorio

Abruzzo. “La politica adesso faccia ciò che ha promesso, mettendolo nero su bianco nella Legge Finanziaria: la mappatura delle nostre spiagge, per verificare prima, e certificare poi, il grado di disponibilità della risorsa-spiaggia in Italia, e garantire così nuove iniziative imprenditoriali”.

 

Sceglie l’Abruzzo, e uno stabilimento nel cuore di Pescara, CNA Balneari Nazionali per la sua prima uscita sul territorio dopo il pronunciamento di ieri della Corte Europea sull’applicazione della “Direttiva Bolkestein” sulle concessioni demaniali marittime: pronunciamento che rafforza l’idea che si debba procedere lungo la road mapp già tracciata.

A spiegare la linea dei concessionari degli stabilimenti è il responsabile nazionale Cristiano Tomei, nel corso di una conferenza stampa tenuta fronte mare proprio in uno stabilimento balneare, il Lido Aurora che a Pescara ha sede a poche decine di metri dalla celebre Fontana di Cascella. “A questo punto la mappatura, che chiediamo avvenga entro l’estate – ha detto tra l’altro Tomei – diventa l’elemento discriminante per proseguire la battaglia che ci siamo intestati da quindici anni e su cui non arretriamo di un centimetro: perché, dopo aver delineato con esattezza quanta parte del sistema costiero nazionale può ancora essere utilizzata per nuove iniziative imprenditoriali, occorrerà che attraverso la certificazione di Regioni e Comuni e la concertazione con le associazioni d’impresa, lo Stato vada al confronto con l’Europa sapendo che stiamo parlando di una risorsa tutt’altro che “scarsa”, come si dice in gergo. Ci sono infatti ampie aree marine, ma anche su laghi e fiumi, che possono essere oggetto di nuove concessioni: e dai dati in nostro possesso sappiamo che con situazioni pur molto variegate da regione a regione esiste spazio per nuove iniziative di chi voglia fare impresa”.

Secondo CNA Balneari, chi rischia davvero di subire un danno da questo quadro di incertezza e di rimetterci è l’intero sistema Paese: “Molti titolari di stabilimenti in giro per l’Italia – ha detto ancora Tomei – hanno smesso di investire, impoverendo l’offerta turistica complessiva italiana che così subisce un danno. Cosa ancor più grave perché ci si trova alle prese con concorrenti, come Spagna e Francia, sempre più agguerriti. E questo non va bene: ragion per cui le imprese devono avere certezze. Quando si parla di stabilimenti, voglio ricordare che si parla anche di servizi offerti alla collettività intera, come le attività di salvamento o la pulizia degli arenili”.

Un incontro, quello odierno, che agli argomenti tecnici e giuridici di CNA Balneari ha aggiunto anche qualche punta di critica al sistema politico. Così Luigi Di Marco, titolare dello stabilimento che ha ospitato l’incontro con la stampa: “Ho sessantasei anni, presto andrò in pensione: qui dentro lavoro da quarant’anni, questo è il lavoro dei miei figli. Strano che in un Paese che ha salvato carrozzoni fallimentari con massicci investimenti di danaro pubblico, adesso il problema siamo diventati noi”. Ma c’è spazio anche per la mozione dei sentimenti, come nella testimonianza di Claudio Mille, che di CNA Balneari è il portavoce abruzzese: “Cosa vuol dire lavorare in uno stabilimento come ho fatto io da quando avevo ventotto anni? Vuol dire anche portare su una gamba il segno di ventidue punti di sutura rimediati tanti anni fa su uno scoglio in una operazione di salvataggio con il mare a “forza 5″”.

All’incontro con la stampa erano presenti anche il direttore regionale di CNA Abruzzo, Graziano Di Costanzo e il responsabile regionale di CNA Turismo, Gabriele Marchese. Tra in pubblico anche il parlamentare di Fratelli d’Italia Guerino Testa.

 

Chiarezza sugli indennizzi. “Lo abbiamo detto in più occasioni e lo ribadiamo anche oggi: c’è assoluta necessità che si proceda alla mappatura al fine di verificare se la risorsa “costa” sia o meno scarsa, sia a livello nazionale che regionale. Questo passaggio non è più rinviabile». Lo afferma Giuseppe Susi, presidente regionale dei balneari di Fiba-Confesercenti Abruzzo. «Urge un intervento dello Stato italiano in tal senso, così come nella definizione del principio del riconoscimento dell’eventuale indennizzo in caso di subentro in una concessione esistente. È fondamentale – aggiunge Susi – aprire un confronto con le rappresentanze sindacali per giungere ad una definizione della questione dei balneari, nel rispetto sia delle regole europee sia a tutelare il valore delle imprese. Anche a livello nazionale la Fiba-Confesercenti ha ribadito che siano maturi i tempi per una riforma del codice della navigazione ed in particolare dell’articolo 49, in modo da adeguare le norme alle attuali esigenze del turismo balneare che si sono andate a modificare dal 1942 a oggi. Non c’è più tempo da perdere”.

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