“Nei programmi elettorali dei candidati a sindaco non si trova alcun riferimento alla ricostruzione, alla Ricostruzione Residenziale Pubblica che riguarda soprattutto il quartiere di Colleatterrato, abbandonato al degrado da mancata ricostruzione; al di là di piccoli interventi infrastrutturali realizzati più per soddisfare richieste di amici che per effettiva necessità e che risultano, spesso, anche rischiosi o di difficile utilizzazione”.
A dirlo Anna Di Ottavio, rappresentante degli sfollati, già presidente comitato di quartiere Colleatterrato B.
“Vi sono terremotati nelle loro liste ma hanno tutti dimenticato che Teramo è una città terremotata! È un dramma per qualche migliaia di cittadini che da quasi sette anni vivono la vita da sfollati, che non riescono a sentire come propria la casa in cui vivono dal momento dello sgombero, non riescono a percepirla come un rifugio, non riescono a memorizzare la posizione, in essa, delle proprie cose. I candidati parlano di rigenerazione, di voler creare bellezza, ma come si possono perseguire tali obiettivi se vengono ignorati i diritti e le aspettative di questi cittadini – considerati di serie B – e la parte ferita della città?”.
E ancora: “Non siamo sorpresi, anche l’amministrazione uscente ha ignorato la problematica. Non si sono levate voci per chiedere la ricostruzione, non si è chiesto all’ATER, le ragioni delle sue scelte e dei ritardi accumulati. L’ATER ha l’onere della ricostruzione degli edifici di sua parziale o esclusiva proprietà, in gran parte localizzati proprio a Colleatterrato. L’ ATER ha anche la proprietà dei cosiddetti invenduti, alloggi nei quali sono ospitati gli sgomberati in condizioni di massimo disagio. L’amministrazione comunale, benché consapevole, non ha perseguito alcuna azione nei confronti dell’ATER per alleviarlo! Il disagio è stato creato anche direttamente dall’amministrazione nella gestione del Contributo Autonoma Sistemazione che negli altri comuni della nostra provincia e nelle altre regioni del cratere sembra venga erogato con certezze temporali, sulle quali i percettori devono poter contare per pagare gli affitti. La gestione della piattaforma digitale (attraverso la quale si conferma il diritto al mantenimento del Contributo), anche se si è apprezzata la decisione di “creare” un ufficio di aiuto per a sua compilazione, è stata ulteriore fonte di disagio per la decisione di avallare la scelta dell’ATER di non produrre la documentazione da allegare che ha costretto i proprietari degli alloggi nei condomini misti e gli stessi inquilini a rendere dichiarazioni quantomeno fantasiose. Soprattutto l’amministrazione uscente non ha dato la possibilità ai terremotati e ai loro rappresentanti di partecipare al proposto Tyvolo di lavoro, perché mai convocato. E pensare che avevamo tanto sperato nella sbandierata partecipazione”.
Infine, “Solo, tardivamente, si sono sentite le voci di un assessore e del consigliere che per ultimo è entrato nel consiglio comunale che, a ragione, la presidente dell’ATER considera strumentalizzazione elettorale. Sono tardivi e poco sentiti perché, del suddetto, non si ricordano calorosi interventi in favore della ricostruzione nelle sue rare presenze nelle assemblee convocate dal comitato di quartiere. Allora i cittadini che amano la città e i terremotati, per il senso civico che li connota, dovrebbero inondare i seggi elettorali di schede bianche, nella finalità di indurre il sindaco eletto a riconsiderare tra le sue priorità la ricostruzione che passa attraverso quella serie di domande da porre all’ATER, le cui risposte, al di là della propaganda, non sono mai state date”.