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Abruzzo

Dimensionamento scolastico: entro novembre il nuovo piano in Abruzzo

I sindacati hanno incontrato l'assessore regionale

Si è svolto su richiesta dei sindacati della scuola, un incontro tra Regione Abruzzo, Ufficio Scolastico Regionale e Organizzazioni Sindacali per esaminare le criticità e le prospettive derivanti dall’attuazione delle nuove norme sul dimensionamento scolastico in Abruzzo.

Come è noto, con la legge di bilancio 2023 sono stati modificati i parametri relativi al numero delle istituzioni scolastiche da attribuire ad ogni regione. Le nuove norme prevedono che l’organico dei Dirigenti e dei DSGA venga definito da un Decreto, emanato di concerto tra Ministero dell’Istruzione e del MeF, previo accordo con la Conferenza Stato – Regioni.

A testimonianza delle criticità della misura, tale accordo in Conferenza non c’è stato, ma il Governo è intenzionato ad agire comunque con un Decreto interministeriale, previsto per il 30 giugno ma al momento ancora non pubblicato in Gazzetta ufficiale. Dalle tabelle in nostro possesso si prevede un innalzamento dei parametri per l’attribuzione del numero di autonomie scolastiche, che verranno attribuite ad ogni regione in proporzione al numero degli alunni. La normativa, che si applicherà dall’a.s 2024/25, porterà in al taglio di 11 Istituzioni scolastiche in Abruzzo in 3 anni: dalle 190 attuali si passerà a 179. Si tratta però solo dell’inizio: se il criterio verrà confermato, complice il costante decremento demografico, la nostra Regione rischia ulteriori tagli, basti pensare che l’Istat ha stimato che in Abruzzo nei prossimi 10 anni si perderanno ulteriori 28.000 alunni.

L’assessore Quaresimale, nel suo intervento, ha rimarcato come la regione Abruzzo abbia espresso parere
negativo in sede di Conferenza Stato – Regioni, tanto da ricevere delle rassicurazioni dal Ministro Valditara sull’impatto di tale manovra nella nostra regione. Dalla struttura dirigenziale regionale è stato inoltre evidenziato che la Giunta ha già predisposto una Delibera con delle direttive di massima alle Province e un cronoprogramma per la predisposizione del nuovo Piano dimensionamento, in cui si prevede

– la trasmissione alla Regione delle bozze dei Piani Provinciali (entro settembre 2023);
– la riunione del Tavolo Tecnico Interistituz. per l’esame dei suddetti Piani (entro metà ottobre 2023);
– la trasmissione alla Regione degli atti deliberativi delle Province (entro fine ottobre 2023)
– l’adozione della Deliberazione di Giunta Regionale concernente il piano regionale della rete scolastica
per l’a.s 2024/25 (entro il 30 novembre).
La FLC CGIL Abruzzo Molise ha ribadito la posizione nazionale di ferma contrarietà rispetto ai tagli che il Governo vuole assumere. Gli organismi dirigenti della FLC CGIL, infatti hanno già espresso la volontà di impugnare tale decreto che peggiorerebbe inevitabilmente l’offerta formativa. E’ davvero inammissibile che il taglio al servizio scolastico venga connesso alla realizzazione del PNRR: mentre aumenta la complessità dei compiti attribuiti alle scuole, si decide di accorpare gli istituti scolastici, aumentando il numero complessivo degli alunni per istituto senza diminuire il numero degli alunni per classe. Lo abbiamo ribadito più volte: non ci si può limitare ad “assecondare” la dinamica demografica e tagliare in proporzione al numero degli alunni, altrimenti si rischia una spirale inarrestabile.

La particolare conformazione territoriale dell’Abruzzo, la presenza di comuni montani, la mancanza di efficienti reti di trasporto renderebbe necessaria un’attenzione specifica al territorio. Per invertire la denatalità servirebbero politiche atte a sostenere l’occupazione stabile di giovani e
donne e investimenti idonei a garantire un migliore rapporto tra esigenze di vita e lavoro: più asili nido, gratuità e obbligatorietà delle scuole dell’infanzia, aumento del tempo pieno e tempo prolungato.

Rispetto alla Delibera della Giunta Regionale che fissa dei criteri generali ed il cronoprogramma del
dimensionamento la FLC CGIL ha ribadito che sarebbe stato opportuno convocare le parti sociali prima di
approvare tale atto. Inoltre, vista la contrarietà manifestata dalla Regione Abruzzo in Conferenza Stato Regioni, occorreva passare dalle parole ai fatti, ad esempio impugnando alla Corte Costituzionale la legge (come fatto da altre quattro regioni). In ogni caso, sarà necessario operare scelte che tengano presente le specificità dei territori, non penalizzino le aree interne e non comportino un eccessivo aumento del numero di alunni per istituzioni scolastiche.

I tempi delineati dal cronoprogramma fissato dalla Giunta rischiano però di essere troppo stringenti e tali da sacrificare e rendere solo formale il confronto con il territorio e le parti sociali.
Noi non ci rassegniamo: oltre ad impugnare il decreto interministeriale attuativo, se non ci saranno modifiche continueremo con ulteriori azioni di mobilitazione, non escludendo nessuno degli strumenti a disposizione, e presidieremo con attenzione tutti i tavoli di consultazione per limitare la portata di queste norme che invece di investire continuano a tagliare sul sistema della conoscenza nazionale e regionale.

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