Lanciano. Chiamarlo “padre” dell’Utic di Lanciano è il minimo, lui che ha contribuito a mettere su l’area intensiva della Cardiologia quando nel lontano 1986 vide la luce. E da lì non si è mai mosso per 43 anni, restando tenacemente al suo posto accanto ai malati anche quando prestare servizio negli ambulatori gli avrebbe risparmiato turni di notte e festivi. Sarà per questo che il collocamento a riposo dell’infermiere Francesco Pasquini viene vissuto come una perdita nel reparto che lo ha visto punto di riferimento per i colleghi e i quattro primari e altrettanti caposala che si sono avvicendati nella sua lunga carriera.
A raccontare un collaboratore “modello” sono Roberta Di Nenno e Tiziana Di Castelnuovo, coordinatrici rispettivamente dell’Utic e del Servizio di Cardiologia del “Renzetti”, che parlano del suo essere accogliente con i pazienti, della capacità di sanare i conflitti e saper affrontare i momenti più critici nel percorso dei ricoverati con sangue freddo e prontezza. Lui arrossisce, e ammette “solo” di aver fatto il suo lavoro con grandissima passione, quasi devozione, e proprio per questo, ora che potrà riposarsi, un po’ gli mancherà. Una bella storia, quella di Francesco, umana e professionale. Uno straordinario esempio per le nuove leve.