Abruzzo, in 15mila senza reddito di cittadinanza. La Regione che vuole fare?
Interpellanza del consigliere Paolucci
“Con la revoca del reddito di cittadinanza e l’approssimazione delle misure governative sostitutive, l’Abruzzo e il resto d’Italia vanno verso una crisi sociale senza precedenti.
L’interpellanza nasce perché è impensabile lasciare soli Comuni e famiglie in un momento di difficoltà estrema. La Regione dica subito e chiaramente cosa sta facendo e ciò che intende fare per accompagnare gli enti locali e la comunità in questo momento di transizione da un provvedimento all’altro. Lo chiediamo perché fino ad oggi non abbiamo visto alcun tipo di reazione positiva da parte del governo regionale, inerte anche nei confronti dei provvedimenti governativi e senza iniziativa ogni volta che c’è da sostenere la comunità degli abruzzesi”, così il capogruppo PD in consiglio regionale Silvio Paolucci che ha depositato un’interpellanza per l’esecutivo al fine di conoscere lo stato dell’arte.
“Parliamo di migliaia di persone e di centinaia di Comuni che non possono essere lasciati soli – sottolinea Paolucci – Al 31 luglio in Abruzzo erano 24.213 i nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza, un totale di 45.857 persone coinvolte. Per provincia:
a Chieti 4.702 nuclei familiari e 9.044 persone coinvolte; a Pescara 4.671 nuclei familiari, 9.391 persone coinvolte; a L’Aquila 3.936 nuclei familiari, cioè 7.413 persone; a Teramo 3.205 nuclei familiari per un totale di 6.151 persone. Invece i percettori di Pensione di cittadinanza erano: a Pescara 679 nuclei familiari, 767 persone coinvolte; a L’Aquila con 553 nuclei familiari, per 626 persone; a Chieti con 545 nuclei familiari, 608 persone; a Teramo 420 nuclei, 477 persone.
Dal primo agosto, hanno ricevuto l’sms di sospensione della misura è ben 14.700 persone: 4.100 in provincia di Pescara, 4.000 in provincia di Chieti, 3.550 in provincia dell’Aquila, 3.050 in provincia di Teramo. In vista del cambiamento e da quando il provvedimento è divenuto esecutivo il Governo regionale tace e non ci risulta abbia messo nulla in campo per attenuare l’esplosione di una bomba sociale carica già degli effetti di inflazione, rincari e impoverimento progressivo delle famiglie abruzzesi. Non si può stare con le mani in mano. Per questo chiediamo un intervento forte, che in primo luogo supporti i Comuni nelle misure e fondi sociali; preveda l’incremento delle risorse destinate alla Formazione, fondamentale per i giovani e per gli over 40 per divenire o tornare lavorativamente attivi, questo anche incrementando fondi per il trasporto pubblico, perché muoversi per formarsi non sia un ulteriore costo a carico dell’utenza.
Dica, Marsilio: se la Regione ha attivato o intende attivare corsi di formazione e dove, se i Centri per l’impiego sono coinvolti in questa fase così delicata e cruciale, se si è pensato di avviare una vera e propria azione congiunta con Prefetture, Comuni, Centri per l’impiego, Inps, perché vengano coordinate le iniziative di accoglienza degli utenti e si svolgano in piena sicurezza. Urge anche un confronto con le parti sociali per avviare una valutazione congiunta rispetto agli scenari e alle possibili risposte da attivare. Serve, infine, avere contezza delle difficoltà di tantissime famiglie e di migliaia di persone e farsi portatori, con il Governo, della richiesta di fondi ulteriori, che aiutino concretamente e subito chi non riesce a vivere, oltre che a ricollocarsi”.