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Abruzzo

Scuole abruzzesi indietro per competenze digitali e infrastrutture

Tra pochi giorni le scuole dell’Abruzzo e del resto del paese torneranno alla piena attività. Dopo le difficoltà del periodo pandemico, l’obiettivo è fornire a ragazze e ragazzi un’istruzione adeguata, oltre che gli strumenti critici per orientarsi in un mondo che sta evolvendo con rapidità.

 

Adempiere oggi a questa missione significa dare a tutti la possibilità di padroneggiare l’ambiente digitale. Insegnando come sfruttarne le potenzialità, in termini di possibilità di comunicazione e di accesso alle informazioni, e come proteggersi dai rischi. Per esempio rispetto alla tutela della propria identità digitale, alla sicurezza dei dati personali o all’uso corretto dei dispositivi.

In questo senso abbiamo provato a dipingere un quadro della situazione in Abruzzo, nonostante alcuni limiti posti dai dati stessi. Ne emerge una situazione non incoraggiante. Numerose scuole della regione, infatti, sembrano non essere ancora attrezzate alla sfida della digitalizzazione. Né rispetto ad altri territori italiani, né se confrontate con altre zone della regione. Un quadro frammentato che di certo non favorisce il superamento delle disuguaglianze territoriali, anche a scuola.

Una diffusa alfabetizzazione alle nuove tecnologie è infatti il presupposto per la crescita umana, sociale e materiale di un territorio. Ciò è particolarmente vero per l’Abruzzo. In un paese in cui le competenze digitali della popolazione sono lontane dalla media europea, infatti, la regione si attesta persino al di sotto della media nazionale.

 

La diffusione delle competenze digitali in Abruzzo

Circa il 54% dei cittadini europei ha competenze digitali almeno di base. In Italia la quota scende al 46%, in Abruzzo cala ulteriormente al 43,1%. Parliamo di persone di età compresa tra 16 e 74 anni che hanno raggiunto livelli sufficienti in una serie di abilità informatiche monitorate da Eurostat, come la capacità di raccogliere informazioni su beni, servizi o sulla salute, quella di comunicare e collaborare in modalità digitale. Nonché nella creazione di contenuti digitali, nelle abilità in termini di sicurezza e nella risoluzione di problemi in ambiente digitale. [mappa delle regioni italiane]

La regione in questo senso si trova in una posizione intermedia. Superiore alla media del mezzogiorno (36,5%) e di tutte le altre regioni del sud continentale. Ma di quasi 3 punti inferiore alla soglia nazionale e molto lontano da quella europea.

Ciò rende strategico per la regione potenziare il ruolo delle scuole nella promozione delle competenze digitali. Ma quanto sono attrezzate quelle dell’Abruzzo, anche rispetto alle altre regioni?

 

La dotazione informatica delle scuole abruzzesi

Su un totale di oltre mille edifici scolastici statali attivi in regione, solo per 249 è dichiarata la presenza di aule informatiche nell’anno scolastico 2021/22. Vale a dire meno di uno su 4 (23,3%), un dato inferiore di quasi dieci punti rispetto alla media nazionale (32,4%) e lontano dalle regioni ai vertici della classifica [grafico delle regioni italiane]

Su questa tendenza incide in modo rilevante la quota di scuole per cui tale informazione non è disponibile. In Abruzzo per oltre la metà degli edifici (53,1%) il campo risulta “non definito”, una percentuale anche superiore a quella media nazionale (41,4%). Rendendo così difficile distinguere tra i casi in cui si tratta di una mancata compilazione o di un’assenza effettiva. Resta comunque il fatto che la dichiarazione di presenza nelle scuole abruzzesi è molto inferiore a quella media nazionale.

Tenendo conto di questa premessa, è interessante osservare come anche all’interno della regione la dotazione informatica delle scuole sia molto variabile. La provincia di Pescara (29,3%), pur non raggiungendo la media nazionale, si avvicina alla soglia del 30%. Al secondo posto quella di Chieti, con il 25,9% degli edifici scolastici dotato di aule di informatica. Lontane Teramo (19,8% in provincia) e soprattutto l’area dell’aquilano (17,7%).

 

I divari sul territorio, comune per comune

Scendendo a livello più locale emerge una spaccatura molto netta tra i comuni interni, spesso meno dotati di aule informatiche, e il resto della regione. Si tratta di una tendenza perfettamente sovrapponibile a quella nazionale.

In Italia, complessivamente, è presente almeno un’aula di informatica nel 37% degli edifici scolastici dei comuni polo – le città baricentriche in termini di servizi – e solo in uno su 4 di quelli periferici e ultraperiferici. In Abruzzo questa distanza tra aree urbane e realtà periferiche è ancora maggiore. Il 21,7% degli edifici scolastici nei comuni abruzzesi periferici e ultraperiferici è dotato di aula informatica. In Italia la media è 26,2%, sempre riferendosi solo ai comuni più isolati.

Le città polo dell’Abruzzo mostrano una dotazione non dissimile da quella italiana: 36% a fronte del 37% nazionale. Ma è invece nei comuni interni che il divario si fa più ampio. [mappa dell’Abruzzo, comune per comune]

Nelle aree periferiche dell’Abruzzo, la quota di edifici scolastici dotati di almeno un’aula di informatica scende al 22,2% (26,3% nazionale). In quelle ultraperiferiche addirittura al 19,4% (25,1% per l’Italia).

Anche tra le città comunque si rilevano delle differenze molto importanti. Pescara è il capoluogo della regione con più scuole che dichiarano la presenza di aule informatiche: 58,6% degli edifici scolastici attivi nel comune. Seguono, molto distanziate, Chieti (28,6%) e Teramo (25,6%). Nel comune dell’Aquila, la presenza di aule di informatica è dichiarata per poco più di un edificio scolastico su 10 (12,3%).

 

Aree interne condannate a restare indietro?

Le analisi effettuate a livello europeo da Eurostat hanno messo in evidenza, in più occasioni, l’ampio gap di competenze digitali tra le aree interne e rurali del continente e le realtà urbanizzate. Un divario che generalmente rispecchia quello infrastrutturale, sia a livello tecnologico che di servizi tradizionali.

Questa tendenza – se non invertita – rischia di condannare le aree interne, molto estese in Abruzzo, a essere tagliate fuori da qualsiasi possibilità di sviluppo economico. Accelerando i trend di spopolamento, denatalità e abbandono già presenti nella regione.

Il contrasto di questi fenomeni passa quindi anche anche dall’investimento sulle scuole, tanto in termini di dotazioni tecnologiche quanto di approccio educativo.

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