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Abruzzo

Caputi per Gisonni all’acquifero del Gran Sasso: le reazioni

Critiche per la nuova nomina da più parti

Pierluigi Caputi è il nuovo commissario per la sicurezza del Gran Sasso, nomina che sta suscitando diverse reazioni.

AMBIENTALISTI “La sostituzione di Corrado Gisonni con Pierluigi Caputi nel ruolo di Commissario Straordinario per la sicurezza del Gran Sasso appare come una scelta incomprensibile anche perché nessuno, né Governo, né Regione, sta fornendo una spiegazione plausibile – dicono l‘Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso è promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia – GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra – Come sempre non ne facciamo una questione di nomi, ma di efficacia nel trovare una soluzione per la messa in sicurezza dell’acquifero del Gran Sasso. Si è aspettato lo scadere dei termini e ad oggi manca ancora il decreto del presidente del Consiglio dei Ministri per la nuova nomina che dovrà fare tutti i passaggi di controllo. Il nuovo commissario dovrà poi avere modo di studiare le carte e diventare operativo: i tempi quindi si allungheranno ancora nonostante ci si trovi in una situazione di emergenza che dovrebbe portare tutti ad agire molto rapidamente. Invece di giocare a sistemare pedine, Governo e Regione dovrebbero impegnarsi ad accelerare le procedure, far partire al più presto i lavori e trovare i 60 milioni di euro che ancora mancano.  Siamo ormai arrivati alla progettazione e alla gara: non sarebbe accettabile che il lavoro fino ad oggi portato avanti andasse perduto. Sarebbe gravissimo perdere ulteriore tempo, considerato che, secondo quanto ipotizzato a suo tempo dalla struttura commissariale, da quando sarà indetta la gara saranno necessari diversi anni (almeno 5 o 6) per portare a termine i lavori. Come Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso intendiamo ringraziare il Prof. Corrado Gisonni: nella differenza di ruolo e pur non essendo mancate in questi anni divergenze e differenti opinioni, è stato un interlocutore preparato e sempre disponibile. Ha più volte incontrato i rappresentanti dell’Osservatorio e ha partecipato ai momenti pubblici ai quali lo abbiamo invitato, non sottraendosi al confronto con la società civile come invece, negli oltre 20 anni di questa vicenda, hanno fatto e continuano a fare tante Istituzioni. Al prossimo Commissario auguriamo buon lavoro: come sempre lo giudicheremo per quanto farà e auspichiamo che voglia mantenere aperto il confronto con i portatori di interessi generali”.

DI GIROLAMO (M5S) “Siamo alle solite, l’Abruzzo non piace al governo. Viene da pensarlo viste le decisioni prese a Roma e le ricadute che le stesse hanno sui nostri territori. L’ultimo caso riguarda la nomina, tra l’altro tardiva, del nuovo Commissario per l’acquifero del Gran Sasso”. La senatrice sulmonese Gabriella Di Girolamo affida ad un comunicato il suo disappunto per la sostituzione del commissario Gisonni. “Non sono in dubbio le qualità professionali e le alte competenze del dott. Caputi, ci mancherebbe. Si tratta di tempistica e opportunità. L’infrastruttura dà da bere a 800mila abruzzesi e negli ultimi due anni il lavoro svolto dal Commissario Gisonni è stato tanto difficile quanto encomiabile. Al prof. Gisonni va il mio personale ringraziamento per quanto fatto durante il suo mandato, lottando contro la ristrettezza dei tempi e la macchinosa lentezza della burocrazia italiana che ben conosciamo”.

Non manca una stoccata della senatrice sulmonese all’ex pentastellata Marcozzi, già candidata del Movimento 5 Stelle alla presidenza della regione e oggi in Forza Italia: “Chi oggi esulta nei tg per la nomina fuori tempo massimo, cercando visibilità politica e ostentando un interesse finora mai mostrato per l’opera, dovrebbe ricordare che lo scorso anno ‐ più precisamente nel mese di luglio 2022 ‐ fu proprio il presidente Marsilio ad elogiare il lavoro di Gisonni dicendo testualmente “finalmente abbiamo le chiavi per arrivare alla soluzione del problema…L’attività della struttura commissariale è stata molto incisiva e il professor Gisonni ha rispettato l’impegno di arrivare nel giro di due anni a portare sul tavolo di confronto una seria ipotesi progettuale. Quindi cosa fanno a Roma se per una volta una cosa in Abruzzo funziona? Semplice, fanno fuori chi l’ha messa a punto e la conosce meglio di altri”, continua polemica la senatrice. “Personalmente, è ovvio, non ho nulla contro il nuovo Commissario Caputi. Sono però consapevole di quale enorme perdita di tempo sia un avvicendamento e un passaggio di consegne ai vertici della struttura in questo momento. Si poteva evitare di indugiare ulteriormente e lasciar terminare il lavoro a chi lo ha progettato e messo sul tavolo? Certamente sì. Ma a Roma e a qualcuno in Abruzzo non importa, anzi. Grazie al prof. Gisonni e buon lavoro al nuovo commissario”.

FORUM H20 Auguri….all’acqua del Gran Sasso”. Così il Forum H2O sulla nomina del nuovo commissario sull’emergenza idrica del Gran Sasso, esprimendo il proprio giudizio sia sulla struttura commissariale in sé sia sulla nuova figura incaricata nei giorni scorsi dal Ministro Salvini. Dichiara Renato Di Nicola, portavoce del Forum H2O: “Le nostre valutazioni sono sempre basate sui fatti e sui risultati. Nel caso in questione abbiamo avuto modo di conoscere le posizioni del neo commissario Caputi quando, prima del suo pensionamento, ha retto per molti anni il settore dei Lavori Pubblici della Regione Abruzzo responsabile proprio della gestione dell’acqua nel nostro territorio, Gran Sasso compreso. Ebbene, crediamo che l’attuale situazione del ciclo idrico nella regione, tuttora piena di criticità, parli da sola. Abbiamo fortemente criticato il Piano di Tutela delle Acque, il più importante strumento di gestione per il ciclo idrico, predisposto a suo tempo, stiamo parlando del 2010, dagli uffici di Caputi e poi approvato dalla Giunta Regionale, giudicandolo assai carente rispetto agli obiettivi comunitari da perseguire in materia di qualità delle acque. Ci fu uno scontro molto duro, assieme a tante associazioni chiedevamo regole realmente stringenti e concrete per migliorare una situazione deficitaria; ci trovammo di fronte a un muro completamente refrattario alzato proprio da Caputi. Dopo oltre dieci anni come stanno i nostri fiumi? Le nostre falde? Chi aveva ragione?”.

Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum H2O: “Nel 2019 avevamo giudicato negativamente il varo di una struttura commissariale per il Gran Sasso, perché avrebbe ulteriormente deresponsabilizzato i vari enti competenti, a partire dalla stessa regione Abruzzo, aggiungendo nuove figure a un quadro già complesso. Risultati? Sono passati quattro anni e non c’è neanche il progetto esecutivo della messa in sicurezza e le relative Valutazioni Ambientali obbligatorie. Anzi, nel frattempo è stato nominato un secondo Commissario per l’autostrada le cui competenze sui tunnel del Gran Sasso si intersecano con quelle del commissario sull’acquifero, tanto che per dirimere la nuova matassa creata dal Parlamento c’è voluto un accordo tra i due commissari (sic!). Altre carte invece dei lavori. Non si faceva prima a nominarne uno solo invece di moltiplicare gli incarichi? Ora, corsi e ricorsi storici, l’allora direttore regionale dei Lavori Pubblici che doveva occuparsi proprio del Gran Sasso è stato richiamato dalla pensione per fare il commissario di Governo sulla medesima realtà. Ricordiamo che la regione nel 2011 aveva istituito un Tavolo tecnico specifico proprio sulla situazione del Gran Sasso, che fece poco o nulla nonostante ci fosse la piena consapevolezza delle gravi irregolarità presenti nel sistema Gran Sasso. Il verbale di una famosa riunione del 13 ottobre 2014, simbolo a nostro avviso dell’inerzia degli enti coinvolti, riporta frasi a nostro avviso a dir poco sconcertanti dello stesso Caputi nel suo ruolo di direttore regionale. Al rappresentante dei laboratori di fisica che faceva presente che i lavori di impermeabilizzazione non avrebbero eliminato il problema della distanza minima da rispettare in base alle norme dai punti di prelievo dell’acqua potabile, cosa poi esplosa grazie ai nostri esposti del 2017 e divenuta centrale non solo nel commissariamento ma anche nella vicenda processuale, con tanto di sequestro della captazione da parte della Procura di Teramo, Caputi evidenziava “che tutto il Laboratorio è ubicato all’interno dell’acquifero e quindi non assume rilevanza la distanza dal punto di prelievo” (sic!). Cioè, invece di disporre l’immediato allontanamento delle migliaia di tonnellate di sostanze pericolose usate nei laboratori appunto in violazione della distanza minima fissata dalla legge, l’allora dirigente regionale ribaltava la realtà. Ora nel suo nuovo ruolo dovrà predisporre ed eseguire un progetto che invece affronta e risolve, tra l’altro, proprio questo aspetto…Speriamo quindi in un ravvedimento operoso rispetto all’infelice posizione assunta dieci anni or sono”. 

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