Scuole, primo giorno a Teramo: gli auguri del prefetto
Tour nelle scuole anche del presidente della Provincia e del sindaco
Primo giorno di scuola per otto istituti in provincia di Teramo quelli che, nell’ambito di autonomia, hanno deciso di anticipare la prima campanella rispetto al 13 settembre.
Giorno particolare per l’Alessandrini-Marino-Pascal-Forti, nuovo polo tecnologico della città.
Questa mattina ha fatto tappa in città l’assessore regionale Pietro Quaresimale, ma anche il prefetto Fabrizio Stelo ha voluto indirizzare un pensiero agli studenti.
“Ogni nuovo inizio è sempre un insieme di sentimenti contrastanti: la nostalgia per l’estate che sfuma e si porta via le vacanze, ma anche la felicità di riabbracciare i compagni e l’emozione di chi comincia o ricomincia il suo percorso. Perché il primo giorno di scuola è sempre un’emozione, un passaggio cruciale e decisivo nella vita di ciascuno e che ricorderemo per sempre anche se, con gli anni, diventerà un ricordo che si riempie di affetto e tenerezza – ha detto il prefetto – Viviamo un momento storico complicato: la guerra alle porte di casa, le problematiche legate al cambiamento climatico che compromettono sempre di più il futuro del nostro pianeta e la conseguente crisi energetica che ci trascina indietro negli anni e che riempie il presente di incertezza, precarietà e paura. Il mio augurio quest’anno è quello di esortarvi a non cedere ai sentimenti negativi. La scuola, ne sono certo, vi aiuterà a reagire con coraggio e concretezza e vi orienterà nella ricerca di strumenti nuovi per leggere il presente e disegnare il vostro futuro. Vi esorto ad essere coraggiosi, siate protagonisti, non abbiate paura di rischiare per non sbagliare, siate curiosi, ambiziosi, ma anche responsabili e consapevoli che il futuro è vostro e sarà quello che sarete capaci di costruire anche e soprattutto a partire dal vostro percorso scolastico. Ai Vostri insegnanti rivolgo un pensiero particolare e l’augurio di mantenere il ruolo di guida forte ed efficace, fermamente ancorata ai valori più autentici, ma anche capace di leggere in ciascuno studente la sua unicità e i suoi talenti, qualunque essi siano, perché c’è bisogno di tutte le intelligenze e, soprattutto, che nessuno resti indietro. Infine, un abbraccio ideale ai genitori, perché sappiano accompagnare i ragazzi condividendo il loro entusiasmo ma richiamandoli anche alla responsabilità, requisito indispensabile nel lungo percorso che li accompagnerà all’età adulta. A tutti voi un abbraccio e un augurio affettuoso”.
Questo invece il pensiero del presidente della Provincia, Camillo D’Angelo: “Come voi, anch’io sono stato studente a Teramo e oggi tocca ai miei figli l’onore e l’onere di sedere sui banchi per attendere alla propria formazione, con l’auspicio – per loro e per voi tutti – di imparare soprattutto a “discernere”, cioè a saper distinguere, a saper conoscere, a saper giudicare e, di conseguenza, a riuscire a vedere chiaro con l’intelletto. Due questioni di attualità occupano il dibattito pubblico sulla scuola e sulla formazione: per entrambe intendo offrire alcune considerazioni alle coscienze di ciascuno, quale contributo di attenzione al primo e fondamentale pilastro di ciascuna società: la formazione delle giovani generazioni. Da Caivano a Roma, solo per fare qualche esempio di cronaca, questa estate abbiamo misurato il dilagare della violenza che può sgorgare dal degrado ambientale di vaste zone laddove i giovani vivono una condizione di solitudine e di miseria morale. La scuola e la famiglia sono i principali argini al degrado, le istituzioni cui spetta combattere il diffondersi di un sentimento di assenza di qualsivoglia senso del limite. Il crollo del concetto di autorità ha sovente interrotto la trasmissione dell’educazione al rispetto delle regole e, purtroppo, è emersa una preoccupante latitanza del senso del dovere. La condivisibile battaglia contro l’autoritarismo, sviluppatasi dagli anni ’60, ha spazzato via nel tempo pure l’autorità dei genitori e quella degli insegnanti. La successiva stagione dei diritti, di cui il teramano Marco Pannella è stato protagonista assoluto, ha rappresentato un progresso sociale immenso, ma ha lasciato troppo in ombra il concetto di dovere. L’autorità sopravvive finché esiste l’autorevolezza, ma spetta alla famiglia e alla comunità educante ristabilire un equilibrio fra diritti e doveri, attraverso una collaborazione fra genitori e insegnanti che è andata perduta da quando i genitori hanno interrotto il legame di fiducia attraverso il quale rivestivano di autorità i docenti. I genitori in molti casi hanno smesso di credere nella funzione educatrice della scuola e hanno svuotato di senso il ruolo del “maestro”, provocando la scomparsa del senso del limite, dal quale ha origine il degrado morale che apre le porte alla disgregazione sociale. I genitori dovrebbero riflettere sulla pedagogia comportamentale e gli insegnanti dovrebbero uscire dalla rassegnazione che li induce spesso ad abdicare al proprio ruolo, affinché i giovani comprendano e facciano propri i capisaldi della civile convivenza”.
E ancora: “La seconda questione che mi preme sottolineare è quella della anestetizzazione del merito che produce un livellamento verso il basso dei rendimenti scolastici e, nel lungo periodo, un regresso culturale e sociale. È un fenomeno acclarato quello dell’abbassamento degli standard didattici, dal quale discende un deficit di qualità intellettuale delle nuove generazioni. Le cause sono molteplici, ma non può né deve sfuggire che se la preparazione media degli studenti scende costantemente, ciò comporta inevitabilmente un aumento delle disuguaglianze. Infatti, il merito consente alle fasce economicamente deboli di potersi emancipare, fungendo da ascensore sociale. Sento il dovere di esortare tutti a migliorarsi, riflettendo su quanto avviene nella cronaca quotidiana e promuovendo ogni azione positiva che corregga i percorsi ed eviti derive pericolose”.
Per il sindaco di Teramo, Gianguido D’Alberto, “la scuola è casa, è il vostro luogo, il vostro spazio dove formarvi, dove scoprire e liberare il talento di ciascuno, nella meravigliosa diversità che ci connota, il luogo dove si impara la cooperazione, il rispetto per le regole condivise, il luogo dove si acquisiscono conoscenze e competenze che permettono di crescere come persone libere e felici, il luogo dove vi confronterete con culture differenti e incrocerete storie difficili. Anche in questo anno scolastico accoglierete con voi tanti coetanei che arrivano da altri paesi dove sono privati della pace o dei più essenziali diritti o che vivono situazioni sociali o familiari disagiate. A loro, sono certo, donerete vicinanza, calore, amicizia, così da renderli parte di una sola, grande famiglia: la nostra splendida comunità. Siate porta solidale per chi chiede accoglienza, siate porto solido per chi ha bisogno di noi, siate voi stessi strumento per superare ogni confine, eliminare ogni barriera. Oggi, incantato dai vostri sorrisi, dai vostri sguardi colmi di entusiasmo e speranza, desidero invitarvi a vivere la scuola in tutta la sua pienezza, come luogo dove sviluppare potenzialità, dove apprendere come le diversità non rappresentino mai un ostacolo, ma soltanto una ricchezza. Con il supporto degli insegnanti, quali fornitori degli strumenti per la costruzione del futuro, scoprirete come la scuola, insieme ed accanto alla famiglia, è il luogo dove con la conoscenza garantirete a voi stessi la libertà di essere persone formate, preparate, consapevoli per vivere la vita in tutta la sua bellezza cercando di costruire una società migliore. All’interno delle vostre scuole imparerete a non essere mai indifferenti, ad essere i primi difensori dei più deboli e di quelle libertà costituzionali che non sono mai un diritto acquisito ma che, come ci insegnano la storia e la cronaca di questi tempi, vanno difesi ogni giorno proprio attraverso quegli strumenti che soltanto l’istruzione può garantirci. Quell’istruzione che genera uguale diritto alla vita superando le disparità, quell’istruzione che vince l’ingiustizia e libera dal bisogno, quell’istruzione che, come ci ricorda Don Pino Puglisi, a trenta anni dalla sua morte, rappresenta la principale arma per combattere la cultura mafiosa che lo ha ucciso e che oggi non si estrinseca solo nelle stragi e non appartiene sono ad una zona geografica, ma si palesa in ogni atto di violenza, sopraffazione, discriminazione, omertà. Per questo, ovunque, come diceva Don Puglisi, “se ognuno fa qualcosa, si può fare molto”. E allora sentiamoci, perché lo siamo, anche attraverso la scuola, comunità dove aprirci agli altri, una comunità che valorizzi e premi il merito, che riconosca le specialità di ciascuno, insegnando come coltivarle, atteso che, citando Don Patriciello, “la ricetta magica non ce l’ha nessuno. Abbiamo però una parola magica: ‘insieme’.” Curiosità e gioia per la voglia di apprendere e crescere, renderanno la scuola un faro che vi illuminerà nel percorso da seguire, accompagnati dai docenti, nella piena consapevolezza che sarà, per tutti voi, un anno carico di soddisfazioni, verso quella felicità che avete il diritto di trovare. Buona scuola a tutte e tutti, ogni giorno, con tutto il cuore e tanta vicinanza, dal vostro sindaco”.