Nella mattinata di sabato 16 settembre 2023, si è svolta a Giulianova una conferenza stampa indetta da Unione Popolare di Giulianova alla quale ho avuto il piacere di partecipare.
Si tratta di una formazione politica di sinistra formata prevalentemente da giovani e giovanissimi che mostrano di voler perseguire l’obiettivo ambizioso e difficile del rinnovamento metodologico della politica.
Il metodo è sostanza, infatti, e in questo caso si ispira alla chiarezza del dettato costituzionale, allorché nell’articolo 49 è assegnato ai partiti il ruolo di strumenti dei cittadini che sono i soggetti attivi; questi possono (se vogliono) utilizzarli per concorrere con metodo democratico alla definizione della politica nazionale. In realtà, in questi ultimi decenni – a causa della degenerazione del sistema partitico – questo paradigma costituzionale si è capovolto: non sono più i cittadini soggetti attivi che possono servirsi dello strumento “partito”, bensì il contrario. Tale strumento si è trasformato in soggetto attivo; i cittadini con il voto dovrebbero “servire” i partiti per il raggiungimento dei posti di potere. Apparentemente tale inversione di ruoli sembrerebbe non funzionare perché la percentuale dei cittadini che negano il consenso ai partiti è sempre più alta, ma paradossalmente anche questo incremento del “non voto” è congeniale ai partiti stessi. Meno elettori votano, infatti, meglio è: si riesce a governare in rappresentanza di un pugno di elettori come oggi accade a livello nazionale ove la maggioranza rappresenta non il 43%, bensì poco più del 20% visto che i voti validamente espressi si attestano su quasi il 50% degli aventi diritto. Il progetto di Unione Popolare si propone di spostare il focus, passando dalla conta dei voti validi (i partiti, come detto, si accontentano di “spostarli” e se ci riescono cantano vittoria) alla sostanza dei rapporti fra cittadini e strumento partito, al fine di riaccendere la fiducia e la speranza perdute. Il partito che sposta voti a suo favore, sia chiaro, in presenza dell’incremento del “non voto” non ha vinto nulla. Ha perso perché nessun partito vince al capezzale della democrazia.
Unione Popolare apre un percorso nuovo partendo dalla Costituzione e dai cittadini. Detto percorso è composto da quattro fasi contigue e conseguenti: Ascolto; Elaborazione politica; Fase deliberativa; Chiusura del percorso partecipativo. Si inizia, come si vede, dall’ascolto dei cittadini quartiere per quartiere e zona per zona. È la fase più delicata: le forze politiche sono abituate a portare programmi e candidature già definiti da piccole oligarchie di capi, qui il prisma è capovolto: bisogna prima ascoltare e conoscere direttamente dai cittadini quali e quanti siano per ogni zona problemi, carenze, prospettive, idee, orientamenti e proposte; la seconda fase serve per elaborare ciò che dall’ascolto si è appreso, facendone tesoro alla luce dei paletti posti dall’ispirazione politica e ideale dei partiti che promuovono il percorso partecipativo. Qui si entra nel vivo del confronto per restituire ai cittadini, nella fase deliberativa, bozze programmatiche e indicazioni sulle candidature.
Per la realizzazione di questo percorso, Unione Popolare chiama a raccolta tutte le forze della sinistra giuliese. Sembra di capire che questa forza politica non ami i tavoli dove si definiscono programmi e candidature nel prevalere degli interessi autoreferenziali. Invita invece la sinistra a conquistare finalmente l’unità perduta nel capovolgimento del metodo e nel ritorno ai cittadini.
Demos propone questa piccola rivoluzione da anni a tutte le forze politiche; non mi stupisco che a raccoglierla sia una forza politica della sinistra costituzionale; mi rammarico che tutte le altre forze della c.d. sinistra giuliese tacciano e fingano di non sentire e non vedere. Tempo ancora ce n’è…
Carlo Di Marco
Già Professore di Diritto Pubblico
Università degli Studi di Teramo