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Abruzzo

Superbonus: criticità da convertire in risorsa

In Abruzzo incrementi che vanno dal 17% al 38% nei due anni

Il superbonus continua ad alimentare polemiche e dissensi politici volti ad evitare una discussione di merito sul dispositivo.

Partendo dai dati, il superbonus ha permesso al settore delle costruzioni di crescere, su base nazionale, del 16% con un incremento di circa 400000 posti di lavoro.
In Abruzzo i valori che misurano il settore, hanno registrato incrementi che vanno dal 17% al 38% nei due anni tra il 2020, anno di avvio del superbonus, ed il 2022.
La massa salari, ossia il fatturato del settore, ha avuto un incremento di 78 milioni di €, passando da 206 a 284 milioni di € e segnando un +38%. Al secondo posto si posizionano le ore lavorate che hanno registrato un incremento di oltre 5 milioni di ore, passando da 22 a 27 milioni di ore lavorate e segnando un +25%. Per ciò che riguarda i Lavoratori edili, si è passati da 25196 a 29599, con un incremento di 4403 unità pari ad un +17%.
Gli incrementi più consistenti si sono avuti nella Cassa Edile dei territori di Teramo (+17 milioni di Massa Salari e +1525 lavoratori) e L’Aquila (+23 milioni di Massa Salari e +1098 lavoratori) e nella Edilcassa dei territori di Chieti (+10 milioni di Massa Salari e +461 lavoratori) e Pescara (+8 milioni di Massa Salari e +605 lavoratori).
E’ evidente quanto il superbonus 110 abbia inciso positivamente sul settore delle costruzioni, ma è altrettanto emblematico come tale dispositivo, privo di regole, non abbia colto lo scopo per il quale era stato ideato: il recupero del patrimonio urbanistico vetusto del nostro paese.
In Abruzzo, gli edifici che hanno meno beneficiato degli interventi del superbonus, sono stati quelli più fragili in termini di sicurezza sismica e sostenibilità energetica e sociale, ossia i condomini periferici, le case popolari ad alta densità abitativa e le abitazioni plurifamiliari più datate.
Senza aver definito priorità nell’accesso al superbonus, i condomini, i quartieri popolari, le aree periferiche, sono state marginalmente interessate dal recupero e rigenerazione urbana, a differenza delle abitazioni unifamiliari. Infatti in Abruzzo solo il 19% degli interventi hanno riguardato i condomini, mentre il 60% ha riguardato edifici unifamiliari ed il 21% unità immobiliari indipendenti.
Per la Filca Cisl gli incentivi legati al superbonus devono diventare strutturali in modo da permettere alle imprese di programmare gli interventi e di realizzare un lavoro di qualità e devono essere partecipati dal privato: è stata proprio la mancanza di conflitto di interesse tra pubblico e privato, con l’intervento privato finanziato per oltre il 100% della spesa dal PUBBLICO, che ha favorito fenomeni di illegalità e frodi nei confronti dello stato, violando anche qui la bontà della norma.
La rigenerazione urbana deve riguardare prioritariamente le periferie e l’edilizia popolare, dove vivono l’80% dei cittadini; è in queste aree che gli incentivi restituiscono i maggiori benefici, soprattutto in termini sociali, superando le marginalità che oggi causano fenomeni sociali estremi.
Infine va risolta la questione dei crediti incagliati che tiene col fiato sospeso aziende coi cassetti fiscali carichi di crediti non fruibili (ossia ricchi solo sulla carta) e committenti in ambascia per il completamento dei lavori, scontandoli con aziende partecipate statali, banche e intermediari finanziari.
Dobbiamo utilizzare il PNRR, i fondi FSE, FSC e altri fondi specifici, per la riqualificazione di intere aree urbane e suburbane i cui status sono classificabili come emergenziali, dando ruolo progettuale e programmatico alle Autonomie Locali. In questo modo possiamo dare risposte al mondo del lavoro e delle imprese, ma soprattutto alla società elevando dalla marginalizzazione e dal degrado le periferie urbane, togliendole così dal controllo malavitoso e donando loro un nuovo modello sociale in cui crescere le future generazioni.

 

FILCA CISL Abruzzo-Molise Segretario Generale Giancarlo De Sanctis

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