La pandemia ha dimostrato come poter interagire con le persone a distanza, per motivi di lavoro o svago, sia una necessità. Poter effettuare operazioni da remoto ci consente di velocizzare quelle procedure che non è strettamente necessario svolgere in presenza.
Inoltre permette di azzerare il tempo richiesto per gli spostamenti. Elementi che oltre a contribuire al miglioramento della qualità della vita, costituiscono una leva essenziale per lo sviluppo economico in una società avanzata.
È per questi motivi che il Pnrr italiano stanzia una massiccia quota di fondi (circa 48 miliardi di euro) a favore della digitalizzazione del paese. Le misure previste in questo senso sono molteplici e vanno dal miglioramento delle infrastrutture alla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni. E proprio il miglioramento dell’esperienza del cittadino nei suoi rapporti con la Pa ricopre un ruolo molto rilevante negli investimenti previsti dal Pnrr. Parliamo di 2,6 miliardi di euro, a cui si aggiungono altri 800 milioni del fondo complementare.
Cosa si intende per digitalizzazione della Pa
Il tema della digitalizzazione abbraccia tutti gli ambiti del Pnrr: dalla sanità alla scuola, dalla mobilità alla transizione ecologica. L’obiettivo è quello di rendere il paese più efficiente e moderno. Qui ci soffermeremo su 8 misure che abbiamo classificato come di “cittadinanza digitale”. Vale a dire tutti quegli investimenti che puntano a potenziare la presenza online delle pubbliche amministrazioni, ad aumentare i servizi erogati e a migliorare l’esperienza degli utenti. Parliamo di investimenti per circa 3,5 miliardi di euro.
Buona parte di questi fondi sarà gestita a livello centrale ma anche comuni, province, città metropolitane e altri enti territoriali avranno un ruolo rilevante nella “messa a terra” di questi interventi. Anche ovviamente in Abruzzo, dove sono stati già assegnati finanziamenti per 41,6 milioni di euro.
Tra le 8 misure di “cittadinanza digitale”, quella più consistente dal punto di vista economico (813 milioni di euro) riguarda il miglioramento della qualità e dell’utilizzabilità dei servizi pubblici digitali, con cui si punta a migliorare la user experience dei servizi digitali. Ciò dovrà avvenire armonizzando le pratiche verso standard comuni di qualità. Il secondo investimento più rilevante invece è denominato Polis – Case dei servizi di cittadinanza digitale. Questa misura, che assorbe tutti gli 800 milioni previsti dal fondo complementare, punta a creare uno sportello unico di prossimità. Questo servizio dovrà assicurare ai cittadini residenti nei comuni più piccoli la possibilità di fruire di tutti i servizi pubblici in modalità digitale.
Altri fondi (580 milioni) sono destinati al rafforzamento dell’adozione delle piattaforme nazionali di servizio digitale incrementando la diffusione di PagoPA e della app Io. Invece 556 milioni sono stati stanziati per la creazione di una piattaforma nazionale dati (Pnd). Questa servirà a interconnettere i database della pubblica amministrazione in modo che il cittadino non sia più costretto a fornire la stessa informazione a più amministrazioni diverse.
Sono poi previsti investimenti pari a 255 milioni per il rafforzamento delle piattaforme nazionali di identità digitale (Spid, carta d’identità elettronica e anagrafe nazionale), oltre a 245 milioni che serviranno per la digitalizzazione degli avvisi pubblici.
Da segnalare infine l’investimento da 90 milioni per la creazione di uno sportello digitale unico che consentirà la digitalizzazione di un insieme di servizi essenziali (come la richiesta del certificato di nascita). E gli 80 milioni che saranno utilizzati per migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici digitali, in modo che tutti possano usufruirne.
I fondi già assegnati all’Abruzzo
Non tutti i fondi che abbiamo appena passato in rassegna sono già stati effettivamente assegnati. Grazie all’ultimo rilascio di dati da parte del governo, risalente allo scorso 13 giugno, possiamo valutare quali sono i progetti che hanno già ricevuto un finanziamento e come questi si suddividono sul territorio.
Prima di passare all’esame degli interventi già avviati però sono necessarie alcune precisazioni. Innanzitutto, i dati messi a disposizione dal governo ci forniscono l’elenco dei progetti finanziati finora ma non ci dicono niente sul loro stato di avanzamento. Non possiamo quindi dire se questi interventi sono già partiti o meno.
In secondo luogo, molti degli interventi finanziati (447 milioni) sono classificati come “nazionali” e non è quindi possibile una loro localizzazione anche se potrebbero avere delle ricadute positive sui diversi territori. Questo perché sono affidati alla diretta gestione delle amministrazioni centrali o perché si ritiene possano avere un impatto sull’intero territorio nazionale. Rientrano in questa categoria, per esempio, gli investimenti sulla creazione dello sportello digitale unico e i fondi per l’inclusività dei servizi digitali della Pa.
Da segnalare infine che non sono ad oggi disponibili informazioni sui progetti legati alla misura Polis, l’unica finanziata con il fondo complementare.
Fatte queste premesse, possiamo affermare che gli oltre 41 milioni di euro dedicati all’Abruzzo serviranno per la realizzazione di 1.223 progetti.
Il maggior numero di progetti riguarda il miglioramento della qualità dei servizi digitali (396 complessivi) che assorbono più della metà dei fondi totali (circa 26 milioni). Il secondo investimento più consistente riguarda gli interventi per la digitalizzazione degli avvisi pubblici (251 progetti per 6,6 milioni). Seguono i finanziamenti per il rafforzamento nell’uso della piattaforma PagoPa e dell’app Io (327 progetti per 5,6 milioni). E i progetti per il rafforzamento nell’utilizzo di Spid, Cie e anagrafe nazionale (246 progetti per 3,4 milioni). [grafico province e finanziamenti]
A livello provinciale la maggior parte dei fondi va a Chieti (15,5 milioni). Seguono L’Aquila (11,9), Teramo (7,4) e Pescara (6,9).
Quasi tutti i comuni abruzzesi sono interessati
Spingendo l’analisi a livello comunale possiamo osservare che quasi tutti i territori ricevono una cifra più o meno consistente per il miglioramento dei servizi digitali della Pa. In generale infatti sono ben 296 (su 308) i comuni abruzzesi coinvolti.
Nonostante la sua provincia sia quella che riceve meno fondi, Pescara si trova al contrario al primo posto come comune con la maggior quota di risorse (902mila euro). Seguono L’Aquila (837mila euro), Teramo (705mila) e Montesilvano (518mila). Gli altri comuni non capoluogo che ricevono più fondi sono Francavilla al Mare (444mila euro), Roseto degli Abruzzi (427mila euro) e Vasto (422mila euro). [mappa di tutti i comuni]
È interessante notare che sebbene questi valori derivino dalla somma di importi di progetti legati a misure diverse, in molti casi la cifra assegnata ai territori risulta essere identica. Ad esempio a 23 comuni vanno 117mila euro mentre ad altri 14 sono destinati 103mila ciascuno. Una dinamica un po’ particolare che potrebbe far pensare alla logica dei cosiddetti “finanziamenti a pioggia”, almeno in alcuni casi.
Per quanto riguarda i singoli progetti, gli importi più consistenti riguardano gli interventi finalizzati al miglioramento dell’esperienza del cittadino nell’utilizzo dei servizi digitali. Rientrano in questo investimento i primi 4 interventi più costosi e che saranno realizzati rispettivamente Pescara (516mila euro), Montesilvano e L’Aquila (328mila) e Roseto degli Abruzzi (281mila). [tutti i progetti]
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