Uno dei vitigni più prestigiosi della regione Abruzzo, il territorio e le sue eccellenze enologiche al centro del Forum che si terrà in Sardegna che verranno presentati da Fabrizio Di Bonaventura docente di Fondazione Italiana Sommelier Abruzzo Adriatico e assessore alla città del vino del Comune di Controguerra.
L’iniziativa si terrà giovedì 28 settembre alle ore 20:30 nella sede della Fondazione Italiana Sommelier a Cagliari dal titolo “Trebbiano d’Annata”. L’evento, proposto da Fabrizio Di Bonaventura, sarà presentato con il contributo dei docenti di Fondazione Italiana Sommelier Regione Sardegna Andrea Cherchi, Fabrizio Livretti e Giulio Pani. Al centro del focus tematico uno dei vitigni più caratteristici del territorio abruzzese, un vero e proprio approfondimento sul Trebbiano d’Abruzzo.
La serata vedrà la presenza dei vini di un nutrito gruppo di aziende abruzzesi tra le quali: Barone Cornacchia, Biagi, Cordoni, De Angelis Corvi, Masciarelli, Strappelli, Tenuta Terraviva, Tenuta Torretta, Terzini, Pietrantonj, Torre dei Beati, Valle Reale. Sarà interessante conoscere e confrontare le esperienze dei produttori approfondendo alcuni aspetti della vitivinicoltura praticata nel territorio abruzzese con particolare riferimento a questo vitigno, i vignaioli proporranno una serie di referenze di propria produzione, per le quali, i Sommelier, effettueranno la degustazione. Tantissimo lavoro per il docente di Fondazione Italiana Sommelier Fabrizio Di Bonaventura e per i colleghi della regione Sardegna che avranno il compito di evidenziare come questi produttori hanno contribuito a fare grande la vitivinicoltura della Regione di appartenenza dando lustro alla storia vitivinicola evidenziando le caratteristiche di un grande vitigno come il Trebbiano d’Abruzzo.
“l territorio, dichiara Fabrizio Di Bonaventura, è un insieme di componenti del vino e della sua immagine: la qualità del terreno, il clima, l’esposizione del vigneto, la tradizione, il mito, la cultura del vignaiolo. Un concetto che esprime non solo la natura complessa di ciò che viene comunemente definito terroir, ma soprattutto la dimensione poliedrica del vino, la sua duplice appartenenza all’emisfero naturale e culturale. In un bicchiere di vino, accanto alle componenti organolettiche, troviamo infatti il paesaggio, l’arte, la storia, le tradizioni, la poesia, la cucina e persino l’economia locale da cui quel vino prende vita.
La metamorfosi del succo d’uva in vino è di fatto una trasformazione dell’agricoltura in cultura, è espressione delle capacità umane di plasmare la natura a propria immagine, non dimentichiamo che il vino è esclusivamente un prodotto culturale grazie all’uomo ed il suo intervento. Quindi questa è anche una grande opportunità per approfondire e confrontarsi attraverso la cultura vitivinicola dei produttori ed affrontare temi che possono essere senz’altro ricchi di fascino, perché il mondo del vino rappresenta costantemente la cultura, la storia ed il futuro dei propri territori. Una splendida occasione per tornare a parlare di vino guardandoci negli occhi. Un bel momento dedicato ai protagonisti dell’enologia italiana, con vitigni capaci di sintetizzare in modo mirabile classe e potenza, stile e territorio”.