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Teramo

Distretti biologici. Italia Viva Val Vibrata: serve una legge regionale

Nelle vicine Marche esiste già un disciplinare

Lo scorso 23 settembre si è celebrata la seconda Giornata europea del Biologico. La Commissione europea ha definito per l’intera Unione un piano d’azione per l’agricoltura biologica attraverso cui dovrà essere raggiunto l’obiettivo del 25% dei terreni agricoli coltivati con il sistema biologico entro il 2030.

L’Italia, ad oggi, ha una percentuale di superfici coltivate a bio pari al 19% circa e 6 regioni hanno già superato il target europeo.
L’Abruzzo, come spesso accade, è sotto la media italiana: leggendo gli ultimi dati disponibili del 2021 solo il 15% circa dei terreni agricoli abruzzesi è dedicato al biologico e solo il 4,6% delle aziende si dedicano a questa tipologia di coltivazione.
Se nelle vicine Marche, già nel 2021, l’amministrazione regionale ha creato il Distretto Biologico della Regione Marche, coinvolgendo tutto il territorio marchigiano e dando vita, quindi, al distretto più grande d’Europa, perché la Regione Abruzzo ancora non si dota di una legge regionale che favorisca l’istituzione di questi distretti?
Per la Val Vibrata, come per gran parte della nostra Regione, l’istituzione di un Bio – Distretto può rappresentare un’ottima opportunità di sviluppo e marketing territoriale. Agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni ed Enti pubblici, per mezzo di esso, stipulano un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, basato sulla produzione e il consumo di prodotti biologici, come la filiera corta e le mense biologiche negli uffici pubblici e nelle scuole. Nei Bio-Distretti, la promozione del prodotto biologico è indissolubilmente legata alla valorizzazione del territorio e delle sue peculiarità.
La creazione di un distretto biologico in Val Vibrata potrebbe avere il compito di integrare l’agricoltura biologica e le attività locali, favorendo la promozione turistica, rafforzando la lavorazione locale dei prodotti e concorrendo ad evitare lo spopolamento delle campagne, con influenze positive sullo stile di vita e sull’alimentazione.
“Per una vallata definita in passato “la valle dell’Eden” grazie al boom produttivo ed economico avuto nel campo del tessile e della pelletteria,” – concludono i membri del movimento vibratiano Emilio Di Biase e Daniela Mignini, – “il biologico potrebbe rappresentare un’opportunità di sviluppo “sostenibile” socio-economico e di marketing territoriale, rappresentando una fondamentale opportunità in chiave competitiva per tutto il territorio vibratiano.

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