Il segreto della longevità degli abruzzesi? Lo sdijuno
Lo dice una ricerca condotta dal docente universitario Mauro Serafini
Teramo. Il segreto della longevità degli abruzzesi? La colazione contadina dello “sdijuno”, ovvero il lauto pasto mattutino a base di prodotti tipici regionali, come pane, formaggio, salsicce e frittate.
È quanto è emerso dalla ricerca, ancora in fase embrionale, condotta dal docente di Scienze tecniche e dietetiche applicate dell’Università degli Studi di Teramo, Mauro Serafini, presentata stamane in occasione del seminario organizzato da Arta e Dipartimento Sanità della Regione Abruzzo nell’ambito del progetto dal titolo ‘Comunicazione e Formazione su tematiche relative all’interconnessione ambiente-salute’.
Alla base dello studio ci sarebbero le tempistiche della nutrizione, ovvero gli orari dei pasti durante l’arco della giornata. “Le persone che oggi raggiungono i novanta o i cent’anni – spiega il professor Serafini – seguivano abitudini alimentari in linea con i ritmi naturali del corpo: facevano una colazione abbondante al mattino, cenavano presto la sera e consumavano il pasto principale a mezzogiorno. Tra cena e pranzo – continua – trascorrevano circa 17 ore, in quello che viene definita una finestra di restrizione calorica. Questo lungo intervallo di tempo – conclude il docente – permetteva al loro sistema immunitario e al loro metabolismo di funzionare in modo ottimale senza stress eccessivo.”
Non solo nutrizione e qualità del cibo tra le tematiche degli interventi che si sono susseguiti durante il seminario, ma anche inquinamento atmosferico e marino, deforestazione e impoverimento della biodiversità. Fattori che influenzano direttamente e indirettamente la salute umana e che possono aumentare la diffusione di malattie, provocare effetti tossici persistenti, influenzare il sistema endocrino e causare allergie. “È fondamentale – dichiara il direttore generale di Arta Abruzzo, Maurizio Dionisio – valutare l’impatto sulla salute umana attraverso un approccio multidisciplinare e una governance ambientale basata su criteri scientifici e dati affidabili e sempre più accurati. La complessità dell’ambiente – prosegue – richiede un’attenzione costante per proteggere la salute umana e la biodiversità. L’Agenzia – conclude Dionisio – continuerà a svolgere in maniera sempre più capillare il suo ruolo di sentinella dell’ambiente, monitorando costantemente le condizioni e i cambiamenti nell’ecosistema”.
A margine dei lavori, ampio spazio è stato dedicato ai potenziali impatti sulla salute umana dei campi elettromagnetici e al ruolo di Arta nelle attività di monitoraggio e valutazione rispetto alla loro esposizione, al fine di garantire che i livelli siano conformi ai limiti di sicurezza stabiliti dalle normative nazionali e internazionali.
“Nello svolgimento di tali attività – spiega Carla Cimoroni, tecnico Arta, fisico impiegato nella Sezione controlli integrati – l’Agenzia si avvale sempre più spesso di stime modellistiche che consentono di valutare cautelativamente le condizioni potenzialmente di massima esposizione. Le misure sul campo – continua – vengono eseguite attraverso rilievi in banda larga, utili a determinare il valore complessivo dell’intensità di campo elettromagnetico in una certa posizione, e in banda stretta . conclude – necessari ad individuare le varie sorgenti specifiche che sono all’origine del campo elettromagnetico”.
(foto: UniTe)