Pescara. Si sono svolte ieri mattina, nei locali dell’Istituto Acerbo di Pescara, due partecipate assemblee che hanno coinvolto i lavoratori degli istituti scolastici dell’area Pescarese.
Tra i temi all’ordine del giorno, oltre alla consultazione sul rinnovo contrattuale ed alla piattaforma rivendicativa della CGIL in vista della mobilitazione del 7 ottobre, si è discusso delle criticità della scuola abruzzese a meno di un mese dalla riapertura di settembre.
All’assemblea, oltre al segretario regionale della FLC CGIL Abruzzo Molise Pino La Fratta ed alla segretaria della FLC Pescara Augusta Marconi, ha preso parte il segretario nazionale FLC Alessandro Rapezzi.
Il primo dato riportato è stato quello della riduzione del numero degli alunni. Per l’anno scolastico 2023/24 sono previsti 1.398 alunni in meno (l’anno scorso la perdita era stata di 2.723 alunni). Continua quindi, anche nel 2023/24 il trend negativo che ha portato, dal 2009/10 alla perdita di oltre 18.000 studenti nelle scuole pubbliche abruzzesi. Un dato che da solo documenta il grave problema della denatalità, dello spopolamento, particolarmente accentuato soprattutto nelle aree interne.
Il problema, per i sindacati, è che l’attribuzione degli organici dei docenti e degli ATA e la formazione delle classi è ancora ancorata al DPR 81/2009 che attribuisce i posti solo in percentuale al numero degli alunni, non tenendo presento le criticità e le peculiarità dei territori. In particolare, rispetto al personale ATA, dal 2009 in Abruzzo di sono persi 1.307 posti ( 110 DSGA, 184 Assistenti Amministrativi, 103 Assistenti Tecnici e ben 927 collaboratori scolastici): “Negli anni abbiamo perso circa il 25% dell’organico, mentre il carico di lavoro del personale amministrativo è in costante crescita nelle scuole, anche per le esigenze connesse all’attuazione del PNRR e per tutte le altre numerose incombenze che non sono affatto diminuite”, hanno aggiunto La Fratta e Marconi.
“Rispetto al precariato”, hanno proseguito, “inoltre, nonostante i tanti proclami, anche quest’anno avremo in Abruzzo circa 6.500 precari, 1300 ATA e 5.000 docenti, di cui oltre 3.000 sul sostegno. Quella del precariato sul sostegno rappresenta una vera emergenza: su 6.558 posti solo 3.249 sono in organico di diritto (stabili), circa il 50%, a fronte di una percentuale che a livello nazionale dovrebbe invece attestarsi intorno all’80%. Occorrerebbe consolidare questi posti nell’organico di diritto, per dare risposte ai docenti precari ma soprattutto agli alunni diversamente abili, che si trovano ogni anno a cambiare docente”.
Altro tema caldo il cosiddetto “dimensionamento scolastico”, che porterà in al taglio di 11 Istituzioni scolastiche in Abruzzo nel 2024/25: dalle 190 attuali si passerà a 179, per arrivare a 177 nel 2026/27 (tredici scuole in meno in un triennio). Dopo una prima riunione del tavolo del dimensionamento a livello regionale e l’emanazione da parte della giunta di Linee guida e di un cronoprogramma dei lavori, la partita ora è passata alle province, che dovevano trasmettere entro settembre alla regione le bozze dei loro piani, in modo da proseguire i lavori e ad adottare un nuovo piano regionale della rete scolastica per il 2024/25 (entro il 30 novembre). “La novità”, riferiscono i sindacati, “è che nei tavoli provinciali che si sono svolti fino a questo momento sta emergendo, a ragione, la contrarietà al taglio di ulteriori istituzioni scolastiche, conformemente alla posizione della FLC CGIL, che ha sempre ribadito in ogni occasione la propria posizione di ferma contrarietà rispetto ai tagli che il Governo vuole assumere. E’ davvero inammissibile che il taglio al servizio scolastico venga connesso alla realizzazione del PNRR. Non ci si può limitare ad assecondare la dinamica demografica e tagliare in proporzione al numero degli alunni, altrimenti si rischia una spirale inarrestabile.
“Su questo tema, siamo pronti a mobilitarci a tutti i livelli, in supporto delle strutture territoriali – ha concluso il segretario nazionale Rapezzi, “Ricordo che la FLC CGIL ha impugnato davanti al TAR Lazio il regolamento attuativo delle disposizioni sul dimensionamento della rete scolastica previste dalla legge di Bilancio 2023. Il piano di dimensionamento è un vero e proprio taglio di risorse finanziarie e professionali a danno della scuola pubblica soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo. Determinerà il completo stravolgimento della rete scolastica, in particolare nelle regioni del Sud Italia. La trasmissione della bozza di decreto alla Conferenza Unificata è avvenuta con notevole ritardo rispetto alla tempistica prevista, comprimendo così i tempi della discussione che vedeva l’assoluta contrarietà dei rappresentanti di molte Regioni. Questo piano va fermato, così come va fermato ogni scellerato progetto di autonomia differenziata che coinvolge le scuole: la scuola o è nazionale o non è. Si torni a discutere, con tutti i soggetti che partecipano alla programmazione dell’offerta formativa, di quelle che sono le misure necessarie ad una scuola di livello europeo”.