L’efficienza della pubblica amministrazione (Pa) è fondamentale per garantire i servizi alla collettività, ma spesso è suo malgrado protagonista del dibattito pubblico perché oggetto di critiche sul suo funzionamento.
È cruciale rinnovare organici (ridotti negli ultimi anni), anche per rispondere in modo adeguato alle sfide della digitalizzazione, oltre che per riequilibrare una parità di genere che oggi in molti territori non sembra esserci.
Il funzionamento della Pa è infatti centrale anche nel piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), che destina tra le altre cose quasi 3 miliardi di euro alla digitalizzazione della macchina amministrativa. Si tratta di finanziamenti che andranno anche ai territori abruzzesi, e di cui abbiamo parlato a fine settembre.
Le amministrazioni pubbliche del paese, a tutti i livelli, hanno vissuto negli ultimi anni una fase di compressione degli organici. Sempre meno lavoratori e lavoratrici rappresentano un problema per il funzionamento della macchina e quindi per l’erogazione dei servizi essenziali. Anche per questo la tecnologia può venire in aiuto, in Abruzzo come nel resto del paese.
Tuttavia, in tal senso l’alta età media del personale può potenzialmente rappresentare una criticità, comunque superabile attraverso la crescita delle competenze e quindi delle risorse umane.
Per questo diventa strategica una mappatura puntuale del personale degli enti soprattutto di prossimità, quelli che si occupano delle esigenze anche quotidiane delle comunità, oltre che delle importanti sfide che impone il Pnrr.
Gli enti locali abruzzesi hanno perso un terzo del personale
Tra il 2010 e il 2020 gli enti locali in Abruzzo hanno perso un terzo dei loro lavoratori e lavoratrici, passando da 9.370 a 6.440 unità di personale (-31%).
Parliamo dei dipendenti degli oltre trecento comuni della regione, oltre che delle quattro province e delle unioni montane.
Si tratta di un dato più evidente rispetto alla tendenza nazionale. In Italia, infatti, nello stesso periodo il personale perso dagli enti locali è di circa 118mila unità, con un calo del 24,6%.
Tra gli altri aspetti, questo calo è stato causato anche dal blocco delle assunzioni, che per oltre un decennio ha impedito un ricambio generazionale all’interno della Pa. In altre parole, ci sono sempre meno lavoratori, e questi sono mediamente sempre più anziani.
Questa dinamica è evidente anche a livello nazionale. Basti pensare che nel 2020 i dipendenti pubblici over 50 rappresentavano circa il 66% del totale, mentre gli under 40 solo il 9%.
Analogamente a quanto succede a livello nazionale, il 67% dei dipendenti degli enti locali abruzzesi ha oltre 50 anni (4.310 persone), mentre gli under 40 sono circa il 10% del totale. In particolare sono solo 558 i lavoratori e le lavoratrici nella fascia 30-39 anni, e appena 57 (l’1%) gli under 30.
Inoltre, sempre considerando tutti gli enti locali, in Abruzzo assistiamo a una prevalenza degli uomini (3.620, pari al 56%) sulle donne.
Se ci concentriamo esclusivamente sui comuni, notiamo come i dati abruzzesi siano in controtendenza rispetto a quelli nazionali.
Infatti, in Italia il 57% del personale delle amministrazioni comunali è composto da donne. Questa percentuale in Abruzzo viene raggiunta o superata da appena 58 comuni, circa un quinto del totale.
Di questi, in 14 sono assunte solo donne: 7 si trovano nella provincia dell’Aquila (Carapelle Calvisio, Collepietro, Castel di Ieri, Castelvecchio Calvisio, Ofena, Rocca di Cambio e Villa Santa Lucia degli Abruzzi) 5 a Chieti (Lama dei Peligni, Villalfonsina, Fara San Martino, Pennadomo e Quadri) e 2 a Pescara (Abbateggio e Pietranico).
Per quanto riguarda l’età, invece, due terzi dei comuni abruzzesi (205) non hanno all’interno del proprio organico personale under 35. In sole 7 amministrazioni, tutte in provincia dell’Aquila e di Chieti, la quota di giovani è oltre il 50%. Si tratta tuttavia di enti di dimensioni molto modeste, dove di conseguenza anche il personale è formato da un un numero esiguo di componenti.
In due di questi, Villalfonsina e Collepietro, l’intero personale è composto da giovani donne.
Se da un lato l’innovazione tecnologica potenzialmente consente di poter seguire alcune attività amministrative con meno personale, nella pratica questo tipo di processi non si attuano da soli. È necessario che chi lavora nella Pa sia adeguatamente formato, in parallelo a un periodico rinnovamento nella composizione del personale dell’ente, per un riequilibrio generazionale e di genere. In vista degli importanti impegni del piano nazionale di ripresa e resilienza, questa esigenza non è rinviabile.
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