Nel comunicato del Cittadino Governante (pieno di astio) di ieri, si cambia il bersaglio: il mirino si sposta da Demos (poi non è vero, come vedremo) al sottoscritto. Non faccio altro che chiedermi ormai tutti i giorni: a chi giova? Ho varie risposte, ma questa è la prima volta che rispondo dal mio blog ed anche l’ultima. Spero, infatti, che si tratti di uno spiacevole equivoco che spero si chiarisca al più presto.
Li avrei chiamati “partito” invece essi sono un’Associazione. In realtà questo è un equivoco vecchio come il cucco. Artefatto e demagogico. Nel lontano 1954, un grande costituzionalista di nome Carlo Esposito, allievo di Santi Romano e grande sostenitore dell’istituto della Corte Costituzionale che nacque solo nel 1958, dovette rimproverare a una “associazione” che non amava essere chiamata partito di non aver letto la Costituzione che essa stessa aveva contribuito a stendere ed aveva votato. Si trattava dell’Uomo Qualunque. Esposito, con grande acume, chiosava in un noto articolo “potete chiamarvi come volete, nulla quaestio, ma se preparerete un programma politico e vi presenterete alle elezioni, svolgerete tutte le funzioni tipiche di un partito politico come definito nell’art. 49 della Costituzione”. Questo dovrebbe chiarire anche il ruolo del c.d. “civismo” del momento nel proscenio della politica nazionale e locale. Non insisto, ma aggiungo: oggi non tutti i partiti sono diventati dei beceri comitati di affari, ci sono anche partiti buoni. Mi auguro che il Cittadino Governante sia fra questi, naturalmente lo diranno gli elettori.
Si confondono due aree differenti: da un lato, l’area dei comunicati dell’Associazione DEMOS, quasi sempre concordati in assemblea oppure sulla chat riservata ai soci. In quest’area non c’è un solo documento che faccia riferimento diretto o indiretto al Cittadino Governante. Se qualcuno ci vede riferimenti indiretti e “allusioni”, ci spiace molto; dall’altro, vi è l’area mia personale: questa dove sto scrivendo. È il mio blog personale. C’è scritto. Qui, se mi si permette, scrivo tutto quello che voglio fino a querela. Per correttezza e in onore del mio ruolo di Presidente dell’Associazione Demos, non ho mai girato un mio articolo da questo blog sulle chat dell’Associazione. E credo di non dover ricordare a nessuno, peraltro, che l’art. 21 della Costituzione garantisce a tutti la più ampia libertà di manifestazione del pensiero. È la seconda volta che mi si rimprovera questo: la prima fu nel 2013 sul giornale Italia Viva. In un articolo non firmato (non faccio illazioni sull’autore), infatti, all’epoca mi si rimproverava che avevo espresso opinioni politiche personali. Non avrei dovuto farlo poiché ricoprivo un ruolo pubblico. Era ed è ridicolo! Fuori dall’esercizio di qualunque funzione pubblica, per fortuna, in Italia chiunque può esprimere il proprio pensiero su tutto e con ogni mezzo, con il solo limite espresso del buon costume e fino a querela, come dicevo.
Il bello è che nemmeno nei miei articoli io ho mai citato né in bene né in male il Cittadino Governante e tanto meno il suo Presidente. Lo si ammette, per paradosso, anche nello stesso comunicato ultimo del C.G. Ho espresso delle opinioni, ho svolto delle argomentazioni generali sull’insieme dei partiti e raggruppamenti della sinistra giuliese, così come abitualmente faccio nell’altra rubrica per tutto il territorio nazionale. Le “allusioni” le lascio a chi le vede (e mi dispiace), ma ribadisco e confermo che a Giulianova tutta la sinistra ha delle autocritiche da fare, altrimenti non saremmo nemmeno qui ad accapigliarci sulle allusioni e sul significato delle parole.
Si, perché anche sul significato delle parole qualcosa ci è rimproverato (a Demos, non a me). Ad esempio, “affiancare”. Che significherà? Non risalgo all’etimo, per carità (si dovesse offendere qualcuno…), ma chiedo: quale è il contrario di “affiancare”? credo “allontanare” o no? Orbene, se io fornisco una consulenza (anche minima) a Tizio, in quel momento mi allontano o mi affianco a Tizio? Per favore, è deprimente, non ne parlerò più: se siamo ridotti a discutere sul significato delle parole, davvero siamo nessi male.
In uno dei miei articoli (che non è un comunicato di Demos), su questo blog ho un po’ ironizzato facendo un giocoso paragone fra i capi partito di Giulianova e Furio Capitolino (colgo l’attimo: ho sbagliato perché era Manlio Capitolino: Furio era Camillo, ma non se ne è accorto nessuno…). Non avevo riferimenti personali da fare, tanto meno al Cittadino Governante o al suo Presidente. Ce ne sono diversi che si sentono un po’ “Capitolini” anche quelli che cambiano casacca e pretendono di comandare nei partiti che hanno avversato fino a ieri. Perché immaginare per sé un riferimento ironico, generico e super partes? Solitamente si chiama “coda di paglia”, ma in questa abnorme situazione, io preferisco chiamarla, come suggeritomi da un caro amico che queste cose le vede bene e meglio di me “sindrome da accerchiamento”.
E poi, riconoscere o meno “il ruolo che ha avuto il cittadino governante in città e in consiglio comunale per il rinnovamento della politica”, non è compito di un’associazione culturale e, per quanto mi riguarda, è un piano di valutazione che tutti devono lasciare agli elettori. Proprio per questo, anche nelle mie vesti abituali, è un piano che, per ora (senso di responsabilità), preferisco evitare. Lo dico perché potrei elencare quelli che, secondo me, sono gli errori compiuti dai partiti della sinistra negli ultimi vent’anni, ma da uomo di sinistra mi limito a ribadire che tutta la sinistra ha commesso errori, altrimenti non saremmo così ridotti, come ho detto prima.
Infine (poi mi taccio), il richiamo al metodo democratico ex art. 49 della Costituzione è una costante di tutta l’attività dell’Associazione Demos. Tale principio non riguarda solo la vita interna dei partiti, ma anche il rapporto fra di loro; il rapporto fra partiti e cittadini; quello fra singoli cittadini in ogni contesto sociale ecc…, mi chiedo perché voler vedere anche in questo richiamo fatto nel precedente comunicato di Demos un riferimento alla vita interna del Cittadino Governante? Siamo davvero al paradosso e mi dispiace.
Chiudo ribadendo la mia posizione che tutti conoscono: tutta la sinistra dovrebbe sedersi a un tavolo (nessuno escluso), con tutti i partiti, o chi ne esercita le funzioni, messi sullo stesso livello, tutti con spirito critico e autocritico, cercando di tornare, uniti, ai cittadini per tentare di riconquistarne la fiducia.