Pescara. Prendono voce, nella querelle sulla chiusura del canile di Pescara, i gestori del Parco La Rupe di Civitella Casanova, dove saranno trasferiti i cani attualmente ospitati nel rifugio di via Raiale.
Abbandonata anche l’ipotesi di salvare il rifugio di via Raiale con una spesa di 15mila euro, la sorte dei cani ospitati nel rifugio che chiuderà a fine anno per ordine della Asl sembra segnata: trasferiti a Civitella Casanova, in una struttura spesso bersaglio di polemiche.
E sul trasferimento prende parola il gestore della struttura che ospiterà gli animali, con una lettera che pubblichiamo integralmente:
Il nostro canile asilo, Parco La Rupe di Civitella Casanova, ricovera dal 1997 cani randagi di diversi Comuni e, nel rispetto della legge regionale per il randagismo, siamo iscritti nell’Albo Regionale dei canili asilo. La struttura, che ha un Dottore veterinario Responsabile Sanitario, ospita 15 cani randagi, ricoverati esclusivamente su richiesta degli stessi Comuni con schede accompagnatorie della Asl. I controlli periodici da parte della Asl, della polizia municipale dei Comuni proprietari dei cani ricoverati non hanno mai portato all’emissione di note negative. Nonostante ciò da qualche anno siamo oggetto di attacchi denigratori e calunniosi da parte di soggetti appartenenti ad associazioni che gestiscono canili comunali, non autorizzati,
che beneficiano di ingenti sovvenzioni comunali. In questi giorni, in particolare, siamo oggetto di gravi diffamazioni per cui ci siamo sentiti costretti a presentare una formale denuncia ai carabinieri, come peraltro è già accaduto in passato quando siamo riusciti a dimostrare che si trattava di attacchi infondati e basati solo sul desiderio di calunniarci. Oggi, allo stesso modo, leggiamo miserabili falsità, insulti infarciti di odio, accuse senza fondamento. E qualcuno parla del nostro canile come luogo di deportazione dei cani, come se qui venissero uccisi. Ne abbiamo lette di tutti i colori, sui social, e ora il contenuto di tutti quei post sarà vagliato dall’autorità giudiziaria. Nonostante tutto abbiamo continuato ad accogliere quelle
associazioni che, sgomitando per l’accaparramento, si presentavano nella nostra struttura spesso con lo scopo di prelevare cani non da dare in adozione ma da trasferire in altri canili, gestiti dalle loro associazioni.
I Comuni che si rivolgono a noi sono consapevoli delle esigenze dei cani e della necessità di far vivere al meglio il passaggio degli animali nella nostra struttura perché, vogliamo ribadirlo, si tratta di un passaggio. I cani che entrano in canile, qualunque esso sia, devono solo transitare nella struttura visto che l’obiettivo finale è l’adozione. Non è sempre facile e veloce perché non tutti riescono a trovare casa ma i numeri per noi parlano chiaro! La nostra percentuale di adozione è altissima e lo dimostra anche il numero esiguo di cani presenti qui a La Rupe. Crediamo non sia necessario tenere i cani chiusi in un box per anni e privarli della possibilità di avere una famiglia con la scusa che sono fobici o malati, ad esempio. La riabilitazione la
possono proseguire con gli adottanti che sapranno sicuramente dargli il calore di cui hanno bisogno. Questo è il nostro pensiero, questo obiettivo non ci ha mai fatto paura e continua a non spaventarci, nonostante i tentativi di intimidazione spinti da un bieco interesse, purtroppo mai riconducibile in modo reale al benessere dei cani.
Le immagini dei cani ospiti de La Rupe che circolano sui social vengono spacciate in totale malafede per negligenza e inadeguatezza della nostra struttura senza contestualizzare i fatti. La verità è che i cani randagi arrivano spesso da noi in condizioni precarie, come dimostrano le immagini pubblicate oggi ma che risalgono al 2014, e iniziano da subito un percorso di cura e riabilitazione. Fa specie che negli ultimi giorni, di fronte al rischio concreto di chiusura di via Raiale, si tirino fuori delle immagini diffamatorie nei nostri confronti che ritraggono i cani nel momento in cui sono stati presi in carico da noi, prima di avviare un qualsiasi percorso. Davvero si pensa di risolvere la situazione disastrosa di via Raiale diffamandoci? Da parte
nostra rivendichiamo una conoscenza più che quarantennale nel settore, la nostra è davvero una scelta “animalista” che viene da lontano, supportata esclusivamente da investimenti propri, senza contributi pubblici. Quanto a via Raiale non compete a noi dare un giudizio sulla struttura e sulla sua gestione, che sono stati oggetto di rilievi della Asl al punto da prescriverne la chiusura. Noi siamo e rimarremo a disposizione di tutti quei cani che, senza colpe, hanno bisogno di un rifugio di passaggio per poi trovare il sollievo di una adozione. Questa è l’unica cosa che davvero conta.