Ricostruzione sette anni dopo: tra progetti e obiettivi
Nei numeri il cambio di passo
Con le violente scosse del 30 ottobre di sette anni fa l’area colpita dal terremoto raddoppiò. Altri quattromila chilometri dell’Italia centrale, dopo il tragico 24 agosto, furono coinvolti in un evento sismico che l’Ingv ha poi definito come quello di Amatrice-Visso-Norcia, per indicare la vasta area (in tutto 8000 chilometri, per un totale di 600mila abitanti, 27 miliardi di danni) di fragilità con cui si è dovuto fare i conti.
Tra il 26 e il 30 ottobre le distruzioni si sono moltiplicate. “E in questi sette anni abbiamo dovuto registrare troppe false partenze nel percorso della ricostruzione – commenta il commissario alla Riparazione e Ricostruzione sisma 2016 Guido Castelli – ora mi sembra giusto segnare, in questo anniversario, l’avvio di un sensibile cambio di passo. Ci sono alcuni episodi di questi ultimi mesi cui dobbiamo guardare con fiducia. A partire da Norcia, dal recupero della Basilica di San Benedetto, simbolo del terremoto del 30 ottobre 2016, che oggi diventa simbolo della ricostruzione in atto. I lavori saranno ancora lunghi, ma oggi sarà possibile assistere alla celebrazione della messa che avverrà all’interno della ‘casa” del Patrono d’Europa”.
Per restituire a Norcia e al mondo la basilica di San Benedetto sono stati stanziati complessivamente 15 milioni dallo Stato, dall’Ue, più importanti integrazioni assicurate dall’Eni.
“Un cambio di passo è in atto – afferma Castelli – anche grazie al sostegno e all’attenzione dimostrata nei confronti dell’Appennino centrale dal governo”.
DA NORCIA A MOGLIANO. “I simboli aiutano a vivere e a riprendere la vita. La rigenerazione del territorio, oltre alla ricostruzione materiale, ha bisogno di simboli. Non solo a Norcia – continua Castelli – dove oggi oggi saranno inaugurati alcuni opifici che ospitano sette attività produttive. La cultura deve accompagnare la rinascita di questi luoghi. Così come le scuole, devono tornare a essere frequentate dai nostri figli: l’adeguamento sismico avvenuto alla scuola media “Don Giussani” nel quartiere Monticelli di Ascoli Piceno è un altro episodio che segna il percorso di ricostruzione e rigenerazione. O il finanziamento di oltre 8 milioni e mezzo per la scuola “Don Milani” a Pizzoli (L’Aquila). O il complesso di Santa Maria di Piazza a Mogliano (Macerata) restituito ai fedeli e ai turisti”.
Il cambio di passo avvenuto non può far dimenticare le tante cose ancora da fare. Ci sono ancora lavori per almeno 9 miliardi per la ricostruzione pubblica e almeno 11 miliardi per quella privata. “Ci sono ancora troppe persone, circa 30 mila, che vivono fuori dalle loro case, e questo non ci può rendere tranquilli. Ma anche sul fronte dalla ricostruzione privata devo segnalare che nel solo mese di ottobre sono stati liquidati 135 milioni di euro per i lavori eseguiti” aggiunge Castelli.
SBLOCCARE IL 110%. Il percorso di ricostruzione nell’area del cratere ha dovuto e deve fare i conti con alcune contingenze avverse. Il “caso del 110%” ha distolto molte imprese dall’attività nei 138 Comuni colpiti dal sisma del 2016, e chi ha lavorato oggi si trova a dover registrare una difficoltà nella liquidazione delle competenze. Ci sono 700 milioni di euro da sbloccare per ridare ossigeno alla ricostruzione. “L’assenza di un plafond finanziario rischia di compromettere molte attività di recupero edilizio in corso – spiega Castelli – e per questo ci stiamo adoperando per poter aggiungere al contributo sisma anche il contributo del 110% che sarà attivo nelle zone del cratere per tutto il 2025. E sono fiducioso che molti crediti possano essere sbloccati, secondo le modalità che hanno potuto farci raggiungere un accordo con Mps per rimettere in circolo, questa estate, 200 milioni di euro per le imprese attive”.
NEXTAPPENNINO. Oltre alla ricostruzione continuano le azioni per assicurare una rigenerazione del tessuto sociale ed economico del territorio ferito dal sisma. Il progetto NextAppennino, finanziano con il Fondo complementare al Pnrr ad oggi ha finanziato quasi 400 milioni di euro per più di 1300 imprese, generando investimenti complessivi di oltre 760 milioni di euro. Una “scossa” positiva per la ripresa delle attività economiche, ma anche per le realtà sociali e del mondo del Terzo settore, che costituiscono un elemento essenziale di resilienza per la vita dei territori colpiti dal sisma.
RICOSTRUIRE IN SICUREZZA. Le attività di ricostruzione nell’area del cratere stanno avvenendo con un’attenzione particolare all’ecosistema. Un’attenzione per l’ambiente che si accompagna a una preventiva azione di messa in sicurezza, come per i progetti di Castelluccio e di Arquata del Tronto.
Tutelare la qualità dell’ambiente, migliorare le condizioni di vita economica e sociale dei cittadini, e favorire con la transizione ecologica l’insediamento e il rientro delle famiglie e delle imprese nei territori interessati dalla ricostruzione post sisma: nei comuni dell’Appennino colpiti dagli eventi sismici del 2016, ed in anticipo rispetto alle misure attese dal Pnrr nazionale, sta partendo a esempio, il piano per il finanziamento dei nuovi impianti di produzione dell’energia rinnovabile per promuovere la condivisione della produzione e dei consumi tra enti pubblici, imprese e cittadini.
VERSO COP28 A DUBAI. Transizione energetica e ambientale stanno orientando le scelte di modelli e progetti pilota a confronto tra i principali attori pubblici, il Governo, i territori, i comuni e gli esperti della transizione energetica in atto. Alla Cop28 di Dubai la Struttura Commissariale Sisma 2016 avrà occasione di raccontare le “buone pratiche” avviate. “Ho avuto l’onore di anticiparle al Santo Padre, che tanta attenzione sta prestando alle questioni di sostenibilità ambientale e sociale nel corso di una udienza privata che mi ha concesso – racconta Castelli – Anche nella ricostruzione e riparazione dei luoghi dell’Appennino centrale si deve affermare un rinnovato equilibrio uomo-natura. La globalizzazione ha provocato un abbandono diffuso dei territori che, a causa dei cambiamenti climatici. La crisi demografica, che colpisce più forte le aree interne come quella dell’Appennino centrale, accentua e aggrava gli effetti della crisi climatica”.
L’UDIENZA DEL 24 NOVEMBRE. Durante l’udienza concessa da papa Francesco al commissario Guido Castelli, lo scorso 26 ottobre, nell’anniversario della nuova sequenza sismica culminata con le scosse del 30 ottobre 2016, è stata annunciata un’udienza speciale e straordinaria per tutti i fedeli e i residenti dell’area colpita dal sisma. L’appuntamento è per il prossimo 24 novembre, a Roma. “Non si tratta solo di un grande conforto per tutti coloro che condividono le ferite della tragedia di sette anni fa – conclude Castelli – ma un’occasione forte di “ripartenza”, con l’aiuto di Dio, per chi crede, con una rinnovata voglia di solidarietà umana per tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Il sostegno del Papa sarà utile a tutti, per proseguire con coraggio nella ricostruzione e nella rigenerazione del territorio, delle comunità che lo abitano e delle imprese che vi lavorano”.