Elezioni Atri e ricorso di Prosperi respinto: cittadini e Alleanza Civica si appellano al Consiglio di Stato
Alla ricerca di "trasparenza e verità"
Ad Atri un gruppo di cittadini, con l’appoggio dell’associazione Alleanza Civica Atri e di qualche consigliere comunale, ha deciso di appellarsi al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che ha respinto il ricorso del candidato sindaco della lista ‘Alleanza Civica’ Alfonso Prosperi.
Le amministrative dello scorso 14 e 15 maggio hanno visto la riconferma del sindaco Piergiorgio Ferretti per soli 11 voti. Prosperi successivamente impugnò l’atto amministrativo che ha proclamato l’attuale sindaco e consiglio comunale. Il Comune e il sindaco si sono costituiti a difesa dell’atto ed in ultimo la decisione del TAR che ha respinto la richiesta di Prosperi di annullare le elezioni.
In un video messaggio, Gianluigi Antonelli spiega che quella di appellarsi al Consiglio di Stato è un’iniziativa “di carattere civico e apolitico, un servizio per la nostra comunità ovvero una ricerca della verità e della trasparenza, utile a porre fine ad ogni dubbio sull’efficacia delle elezioni svolte. Non abbiamo alcuna intenzione di polemizzare con il sindaco, con l’ente, con la maggioranza”.
“Ricordo a tutti i cittadini che la sera stessa dello spoglio, complice anche il testa a testa, si è avvertita una forte e comprensibile tensione nei seggi e sin da subito si sono rilevate difficoltà nei conteggi e nelle operazioni che hanno generato numerose lacune. In particolare, in una sezione, mancava una scheda. Successivamente una più attenta lettura dei verbali ha convinto il dottor Prosperi a intentare ricorso”.
E per spegnere tutte le polemiche, Antonelli puntualizza: “il senso del ricorso risiede sin da subito nella convinzione che, poiché non si tratta di errori formali, la situazione generale è compromessa al punto di non poter assegnare la vittoria a nessuna delle due liste. Nemmeno alla propria. Il Comune di Atri e il sindaco si sono costituiti a difesa dell’atto amministrativo. La documentazione prodotta dal Comune contiene imprecisioni, ricostruzioni fallaci, che hanno indotto a sua volta il TAR in errore. Il TAR dunque non ha sentenziato basandosi su fatti reali ma su fatti ricostruiti male dall’ente, sicuramente in buona fede, ma ricostruiti male sulla base non dei documenti di seggio ma anche e soprattutto su dichiarazioni postume raccolte a tale scopo. Quando il dottor Prosperi ha presentato una ricostruzione reale dei fatti, il Comune ha chiesto ai giudici di stralciare la memoria difensiva”.
“Riteniamo che questa azione, accolta inaspettatamente dai giudici, strida fortemente con il primo punto del primo articolo dello Statuto della Città di Atri: “Il Comune è Ente Locale autonomo, che rappresenta la propria comunità, ne cura gli interessi e ne promuove lo sviluppo”. Rappresenta la propria comunità, ovvero tutti, ovvero anche il dottor Prosperi, ovvero anche noi, ovvero anche voi, ovvero anche il sindaco. Perché negare la possibilità ad un cittadino che ha dubbi sulla certezza di un esito elettorale di presentare una memoria, una propria versione, una propria ricostruzione affinché venga serenamente valutata dal Tribunale Amministrativo?”.
Da qui l’iniziativa di cittadini e Alleanza Civica di ricorrere al Consiglio di Stato.
L’ANALISI DEI VOTI
“Prendiamo ad esempio la sezione che ha più criticità poiché manca una scheda e un’elettrice è stata fermata nel seggio con due schede in mano. La ricostruzione del comune ha indotto il TAR ad affermare che ci sono 644 votanti anziché 645, che questi coincidono col numero di schede scrutinate, pertanto non manca una scheda e che di conseguenza la vicenda della doppia scheda nelle mani dell’elettrice è ininfluente. Partiamo da un dato incontrovertibile: i votanti sono 645. La situazione della sezione in questione è dunque questa: le schede consegnate dalla prefettura sono 960, le schede vidimate sono 801, dato confermato dalle 159 schede non vidimate in avanzo. Sono avanzate 156 schede vidimate, quindi sono state consegnate un numero di schede pari ad un numero accertato di elettori ovvero 645, quindi una scheda per elettore. È dunque assodato che nella sezione hanno votato in 645, manca una tessera elettorale e un’elettrice ha avuto in mano due schede”.
“La coincidenza numerica tra elettori e schede circolate”, sottolinea Antonelli, “esclude tassativamente che sia stato il seggio a consegnare all’elettrice una seconda scheda per errore durante le operazioni di voto, altrimenti sarebbero avanzate 155 schede vidimate. È da escludersi anche che la scheda si sia semplicemente perduta poiché, se l’elettrice avesse sbadatamente inserito la seconda scheda nell’urna, i conti avrebbero ridato perfettamente e la sezione in questione sarebbe stata tra le più ordinate. Non si tratta dunque di un solo voto! Una scheda, un voto. No! Si tratta di una scheda autenticata utilizzata per il voto che è sfuggita al controllo dell’ufficio elettorale e, attraverso un meccanismo a noi ignoto, è inspiegabilmente finita nelle mani di un’elettrice”.
“Dinanzi a questi fatti gravi e inconfutabili, chiediamo al Comune di Atri di approfondire e di sposare anche la nostra posizione. Perché si potrà fare chiarezza, la stessa chiarezza che tutti vogliono, solo così, affrontando la realtà, non fornendo versioni alternative”.
“Inostro scopo”, conclude Antonelli, “non è annullare le elezioni, il nostro scopo è che il Consiglio di Stato giudichi i fatti reali, sui documenti reali e ci dica se l’attuale maggioranza è lì per caso o per accertabile e genuina espressione della volontà popolare. E, se necessario, si ridia la parola agli elettori. Stavolta con maggiore attenzione”.
Una “battaglia di trasparenza e verità” portata avanti dai cittadini Gianluigi Antonelli e Livio Nespoli, dai candidati non eletti Alessandro Demetrio e Antonella Innamorati, da Gabriella Liberatore e Giammarco Marcone consiglieri eletti. Ci sono anche Ugo Giuliani e Alessandro Graziosi “che non hanno potuto firmare per questioni professionali o burocratiche ma hanno voluto essere presenti”.