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Teramo

Tragedia di via Longo, “Ad un anno dal Comune solo chiacchiere”

La Casa del Popolo torna sulla problematica delle case e sulla morte di Ablie e Alessia

“È passato un anno dalla morte di Ablie e Alessia in via Luigi Longo, asfissiati mentre cercavano di riscaldarsi all’interno di un palazzo abbandonato. Noi, la Casa del Popolo, ci interessammo direttamente della vicenda sia per dare una mano alla comunità gambiana a rimpatriare la salma di Ablie, sia perchè ci siamo sempre interessati della zona di via Longo, storicamente preda di interessi economici”.

“In ogni caso, lo scorso anno, sotto ai palazzi di via Longo, convocammo insieme ai residenti un’assemblea pubblica, per capire insieme cosa non fosse andato, cosa si fosse sbagliato. Perchè, nel 2022, a Teramo (e ovunque) non si doveva morire di freddo. Perché, nel 2022, a Teramo (e ovunque) non dovevano esistere case abbandonate. All’assemblea parteciparono, in fase di riscaldamento prelettorale, il sindaco D’Alberto, l’assessora De Sanctis e l’assessore Di Bonaventura, tutti qualche mese dopo brillantemente riconfermati all’amministrazione della città da parte dei teramani e delle teramane. Nel corso di quella assemblea, il sindaco e gli assessori presenti presero degli impegni seri, precisi e puntuali. Nel giro di un mese il problema di Via Longo sarebbe stato risolto. Ma così non è stato. Di mesi ne sono passati diversi e di una soluzione nemmeno l’ombra. L’ennesima presa in giro“.

E ancora: “Noi quando sbagliamo lo riconosciamo, e lo scorso anno sbagliammo a fidarci. Sbagliammo a metterci in ascolto. La soluzione era ed è solo una: azione diretta e autorganizzazione, dal basso. È finita l’epoca delle trattative e dell’ascolto. I residenti di Via Longo non vi credono più e noi, nonostante ci abbiamo pure provato a stare a sentire le vostre menzogne, non abbiamo piú intenzione di farci prendere in giro. Non è tollerabile che ci sia gente per strada. Forse non la ricordate tutti la storia dei pakistani che, in pieno agosto, campeggiavano sulle scalinate del Comi, totalmente ignorati dall’amministrazione e dagli enti caritatevoli della città. Se non era per noi che gli aprivamo le porte della Casa del Popolo, avrebbero dormito per strada per giorni e giorni, nella totale indifferenza. La soluzione del comune quale fu? Farli accampare al palazzetto dello sport, una soluzione temporanea e lodevole, meglio di niente, meglio della strada è chiaro. Ma se ci fosse stato una sorta di condominio solidale in Via Longo, come era stato proposto mesi addietro, magari avrebbero avuto una soluzione più dignitosa e, soprattutto, l’emergenza non doveva essere certamente gestita da noi. È passato un anno. Non è cambiato niente. Queste poche righe sono per dirvi che il Natale non ci fa diventare più buoni, ci fa diventare più cattivi. Perché mentre si pensa a ingrassare il capitale e ad organizzare eventi e concerti per allietare la cittadinanza, dentro a quelle case potrebbero esserci un’altra Alessia e un’altro Abile. E noi stavolta là fuori non staremo più a guardare ed ad ascoltare”,

 

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