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Teramo

Nuovo lungomare Marconi. Siamo Alba: ecco quello che non va

Alba Adriatica. Dopo il consiglio comunale, e dopo l’illustrazione dei tecnici del progetto di riqualificazione del lungomare Marconi (opere partite da oltre un mese), il gruppo consiliare di Siamo Alba esprime tutte le proprie perplessità.

E lo fa in una nota nella quale vengono nuovamente evidenziate una serie di criticità.

“In primo luogo, sosteniamo che l’intervento non sia in realtà riqualificante, ma rappresenti piuttosto un’occasione mancata per migliorare la qualità del lungomare”, si legge nella nota. “In particolare, evidenziamo la riduzione dei parcheggi e diverse criticità legate alla viabilità, rendendo più difficile l’accesso al lungomare per i residenti e i turisti.

“Riteniamo che il nuovo percorso pedonale e ciclabile non tiene conto delle esigenze di mobilità sostenibile e che i materiali che verranno utilizzati non sono ecocompatibili.
Solleviamo il problema del vincolo paesaggistico posto dalla Sovrintendenza che va rispettato
salvando le specie arboree sane. A tal proposito, abbiamo presentato un esposto per vigilare sul
rispetto di tale vincolo dettato in virtù del piano paesaggistico regionale.

Carenza di elementi innovativi e fortemente qualificanti. “Ci chiediamo perché non ci si è avvalsi della figura un architetto paesaggista per preservare o un architetto delle luci per mettere in risalto la pineta o l’intero lungomare con un sistema di illuminazione all’avanguardia?

Abbiamo appreso, inoltre, durante il consiglio comunale, indetto, in via straordinaria, a seguito della nostra presentazione della petizione, così come previsto dallo Statuto Comunale, che l’abbattimento dei pioppi è stato preceduto da una perizia esclusivamente visiva.

Allo stato dei fatti, ciò ha portato all’abbattimento, nel primo tratto di lungomare, oggetto di rifacimento, anche di alcuni pioppi in buono stato di salute, che avrebbero potuto essere salvati ed è per questo che intendiamo avvalerci di una perizia dendrologica anche al fine di individuare le cause di un eventuale deperimento del patrimonio arboreo esistente quali, ad esempio: potature eseguite con tecniche irrazionali, vedi capitozzature dannose al ciclo vitale delle piante e della loro bio statiticità.

La nostra, è una battaglia di civiltà non prettamente ambientale affinché vi sia il pieno rispetto di quanto espresso dal piano paesaggistico regionale e chiediamo l’adozione di un Piano del Verde, come prevede la legge del 2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, in linea con le politiche internazionali ed europee in materia di sviluppo sostenibile e di conservazione della biodiversità. Uno strumento che fornisce utili indicazioni sulla gestione del verde pubblico; un patrimonio che è necessario censire, monitorare, manutenere e pianificare”.

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