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Chieti

Vasto, arresto progetto Escal srl: la soddisfazione di Legambiente e WWF

Vasto. Grande soddisfazione di Legambiente e WWF Abruzzo per l’arresto dal Consiglio di Stato al Progetto della ESCAL srl, l’impianto di produzione di leganti idraulici – cemento da realizzare a Vasto nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale “Punta Aderci”

Legambiente e WWF Abruzzo esprimono grande soddisfazione per le recenti sentenze del Consiglio di Stato (n. 11213/2023 e n. 11216/2023) che accolgono gli appelli da loro proposti contro le sentenze del TAR Pescara (n. 2/2023 e n. 3/2023), che avevano aperto la strada alla realizzazione dell’impianto della ESCAL, destinato alla produzione di leganti idraulici – cemento sfuso e insaccato, a Vasto nell’area di rispetto della Riserva Naturale Regionale “Punta Aderci”, superando i pareri negativi del Comitato di Gestione della Riserva e del Commissario ad acta, espressi nell’ambito della procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale (VINCA).

Il Consiglio di Stato ha annotato nella sua decisione: “è facoltà del privato interessato scegliere se ripresentare l’istanza con le modifiche ritenute opportune, ovvero proporre il superamento del diniego attraverso soluzioni alternative”.

“Il contenzioso ha avuto inizio già nel 2018, con l’impugnativa da parte di Legambiente e WWF della VINCA favorevole al progetto emessa dal Comune di Vasto – ricorda l’Avv. Francesco Paolo Febbo, che ha curato il ricorso e gli appelli per le Associazioni Ambientaliste – Già allora il TAR Pescara, nell’accogliere il ricorso, con sentenza n. 203/2020, aveva decretato la necessità del parere favorevole del Comitato di Gestione.”

Una vicenda, dunque, che ha impegato diversi anni per concludersi e finalmente il Consiglio di Stato ha pronunciato una parola definitiva sulla tutela assoluta ai siti d’interesse ambientale, di prevalenza rispetto agli interessi meramente utilitaristici degli operatori economici.

Oggi Legambiente e WWF Abruzzo, che hanno sempre seguito l’iter dei pareri e dei ricorsi, non possono che essere soddisfatti della conclusione emersa dalle sentenze, ma d’altra parte ritengono davvero assurdo come ancora oggi si debba dover risolvere in sede giudiziaria l’indirizzo di un territorio. La costa dei trabocchi è ormai una delle aree più ammirate e conosciute della nostra Regione e lo è per la sua bellezza paesaggistica e per la natura protetta non certo per impianti di produzione industriale che nulla hanno a che fare con la vocazione di quel territorio. Le Associazioni continueranno a essere presenti perché sia garantito il rispetto delle normative e dei corretti iter di approvazione dei progetti, ma anche per chiedere con forza l’avvio del Parco Nazionale della Costa teatina (che si ricorda è stato individuato nel 1997, istituito nel 2001 e perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, ma non ancora attivato), strumento quanto mai necessario per dare una programmazione e una concretezza alle visioni di gestione del quel territorio.

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