Teatro Romano, “Sindaco parla di partecipazione cittadina che non c’è”
Il commento di Demos sulla nuova fase del recupero
“Siamo rimasti piuttosto colpiti dall’annuncio che il sindaco di Teramo ha affidato con grande e giusta enfasi alla stampa, col quale si comunica, dopo più di due anni dall’abbattimento di palazzo Salvoni che ha fatto seguito a quello di palazzo Adamoli, l’avvio di un ulteriore step nel lungo e faticoso iter della “rifunzionalizzazione” del Teatro Romano. Si tratta dell’affidamento alle ditte che si sono aggiudicate l’appalto dei lavori”.
A dirlo il presidente Carlo Di Marco Leone e la coordinatrice del percorso di urbanistica partecipata, Maria Antonietta Adorante.
“Quello che ha veramente colpito noi di Demos non è ovviamente l’annunciata firma del contratto, che era nell’ordine delle cose, ma il commento con cui il sindaco afferma che il progetto, nato da un confronto costante con la Sovrintendenza e col consiglio comunale (e tutto questo dovrebbe essere ed è normale prassi), è stato arricchito da adeguamenti e prescrizioni emersi dal confronto con associazioni e cittadini, ‘in un attento percorso di partecipazione’. Come, infatti, non restarne colpiti, noi di Demos, che proprio sul Teatro romano, sull’area circostante, sul delicato e attualissimo tema del restauro urbano di un monumento-rudere, abbiamo realizzato un importante percorso di urbanistica partecipata, come mai era stato fatto a Teramo? Abbiamo istituito, infatti, un prestigioso Tavolo di lavoro formato da esperti internazionali di chiara fama, esperti che, attraverso continui incontri anche in streaming, hanno portato avanti un metodo rigoroso di approccio all’intervento sul teatro, alla riqualificazione del suo intorno, al rapporto tra memoria e futuro, tra restauro e riuso, tra città di ieri e città di domani. Il Tavolo ha definito così la città di oggi cercando di riflettere sul genius loci, così come percepito dai teramani nel tentativo di ritrovare per Teramo una vera forma urbis”.
E ancora: “Questo percorso è documentato e rappresenta un patrimonio a disposizione della Città (si può rivedere per intero sulla nostra pagina Facebook “Sondaggio Deliberativo area archeologica Teramo”); ma, fatta salva l’unica presenza del sindaco (ne diamo volentieri atto) alla presentazione del documento conclusivo, tale percorso è stato in realtà costantemente e pervicacemente ignorato dall’amministrazione comunale che non ne ha mai fatto menzione alcuna, pur essendo stata costantemente informata ed invitata. Soprattutto, è stato ignorato un percorso tipico di urbanistica partecipata, strumento vero di partecipazione democratica per le scelte che riguardano la città, pur avendo concesso inizialmente il patrocinio”.
Per Demos, “È vero, il sindaco ha incontrato le associazioni in appuntamenti pubblici (distinguendosi da altre pratiche escludenti, questo lo riconosciamo), in questi, però, veniva sempre presentato il progetto con scelte già fatte. Non sono mai state messe in atto procedure di democrazia partecipata. Questa, infatti, non consiste nel comunicare ai cittadini cosa si intende fare e come si intende farlo, ma nel far emergere la percezione e le aspettative della gente su interventi urbani strutturandole poi attraverso un metodo rigoroso. Ecco perché noi di Demos siamo colpiti dalle dichiarazioni del sindaco: non vorremmo che questa sia la sua idea di urbanistica partecipata; di certo non è la nostra”.