Botta e risposta Antonetti-D’Egidio dopo passaggio nel gruppo misto
Dibattito a Teramo: "D'Egidio si dimetta", "Lui ha tradito"
C’eravamo tanto amati, o perlomeno, appoggiati.
Polemica politica nelle ultime ore tra Alessio D’Egidio, consigliere comunale e segretario provinciale di Azione, che ha comunicato l’addio alla civica AmoTe nata proprio per sostenere la candidatura a sindaco di Teramo di Carlo Antonetti, poi passato a Forza Italia.
“Ho letto con una buona dose di stupore il comunicato stampa con il quale l’attuale coordinatore provinciale del Partito politico “Azione”, Prof. Alessio D’Egidio, tra un virgolettato e un commento in terza persona, annuncia: “termino la mia esperienza civica, passo al gruppo misto”…. trovando alquanto singolare dover prendere atto che
tale dichiarazione proviene da chi si è candidato alle elezioni comunali… nella sua qualità di segretario Comunale di Azione. A tal riguardo ricordo a me stesso che la lista civica “AmoTe”, composta nella maggior parte da cittadini senza appartenenze partitiche e tessere di partito, è nata in collaborazione anche con i vertici di “Azione” (che sua sponte aveva deciso di non utilizzare il proprio simbolo) a sostegno della mia candidatura a sindaco, insieme a Futuro In e all’intera colazione di centrodestra, con la sottoscrizione di un unico
programma elettorale con lo scopo di rilanciare la città e di sconfiggere il centrosinistra. Ebbene, considero Alessio D’Egidio, per il quale nutro stima e simpatia, una persona troppo intelligente e colta per non comprendere, poi, che appare evidente a tutti come il suo tentativo di coinvolgermi nella motivazione della sua scelta di lasciare AmoTe e di entrare nel gruppo misto che peraltro nel Comune di Teramo non esiste. Anche la non meglio paventata e specificata richiesta di costituzione di un gruppo consiliare unico e di un mio ingresso in Azione rimangono asserzioni che non trovano riscontro posto che la costituzione di un gruppo consiliare da parte del candidato sindaco è prevista dal Regolamento come atto di rispetto delle forze politiche della
coalizione e l’ipotesi di un mio ingresso nel partito non è stata oggetto di alcuna seria e concreta interlocuzione o proposta”.
E ancora: In realtà non sfugge ad alcuno come la scelta operata da D’Egidio rappresenti solo l’ultima tappa di avvicinamento di Azione al suo definitivo approdo nella maggioranza di centrosinistra del Comune di Teramo come inevitabile conseguenza delle recenti scelte politiche di “Azione” (per me contraddittorie e non condivisibili) per le elezioni regionali e provinciali (appoggio al candidato di centrosinistra, Prof. Luciano D’Amico e al Presidente di centrosinistra, D’Angelo) e con ingresso e candidatura regionale dell’attuale assessore comunale Valdo Di Bonaventura. La cruda e amara verità è che la mossa governativa di Azione e di D’Egidio
rappresenta una inaspettata e incredibile inversione totale di rotta politica che sconfessa tutto quello che abbiamo proposto e programmato fianco a fianco in una dura e complessa campagna elettorale nei confronti di un sindaco, di una giunta e di uno schieramento politico di centrosinistra inefficaci, inconcludenti, non credibili e dannosi per la città e per i cittadini che continuano ad essere presi in giro. Ritengo, poi, che D’Egidio non potrà dimenticare che la sua elezione è frutto non solo del suo brillante risultato personale ma anche e soprattutto del risultato di tutti i candidati della lista AmoTe che insieme a lui, a me e al fianco di 11 mila cittadini teramani hanno combattuto aspramente e fortemente l’attuale governo della città al quale, ahimè, lui e il suo partito Azione ora aderiranno. Se, dunque, è vero che nella vita le scelte dovrebbero essere serie, consequenziali e coerenti va da sé che l’atto più corretto da assumere da parte di Alessio D’Egidio nei confronti del Consiglio Comunale, del programma elettorale, dei colleghi candidati, dei cittadini che hanno scelto di votare la lista civica AmoTe e della coalizione che ha appoggiato la mia candidatura, sia quello di rassegnare le dimissioni da consigliere
comunale risultando così assolutamente libero di poter fornire alla sua nuova coalizione di centrosinistra il proprio apporto nei modi e nelle forme che riterrà più opportuni”.
LA REPLICA. “Reputo l’avvocato Carlo Antonetti una persona dalla fine intelligenza, per questo mi dispiace vederlo strumentalizzare in tal modo la mia decisione politica, legittima quanto la sua di entrare in Forza Italia, di terminare l’esperienza civica di AmoTe che, con profondo impegno politico ed economico, ho portato avanti nelle scorse elezioni comunali insieme a tutti gli altri candidati e al partito di Azione”. Questo il commento del consigliere comunale Alessio D’Egidio. “Il progetto civico che ha portato Azione a sostenere convintamente Carlo Antonetti – continua D’Egidio – quale candidato sindaco di Teramo nasceva proprio dall’equidistanza
dai due poli di centrodestra e centrosinistra. Azione, ancora convinta della figura dellaAvvocato Antonetti, già il giorno successivo al risultato elettorale aveva riunito il proprio direttivo comunale e chiesto ufficialmente a lui l’ingresso nel partito di Azione. Mi dispiace sentirlo, addirittura, negare questi fatti. Credo che si tratti dell’ennesimo sgarbo di Carlo Antonetti nei confronti di un partito che non gli ha voltato le spalle neanche mentre
lui apriva le porte a Fratelli d’Italia, alla Lega e a Forza Italia”.
“Nei mesi scorsi, in consiglio comunale in lui ho continuato a riconoscere una figura sopra le parti in grado di rappresentare l’opposizione che lo ha sostenuto. Il tesseramento dell’avvocato Antonetti in Forza Italia ha, ovviamente, fatto venir meno questo suo status. Io sono convinto di non aver tradito né il mio partito, né il mio elettorato, spero che lui possa dire lo stesso”.
“Voglio – conclude il consigliere – tranquillizzare il consigliere Antonetti sul rispetto nei confronti dei 1610 elettori che hanno, a maggio scorso, barrato il simbolo civico di AmoTe. I cittadini che hanno premiato l’idea di una città nuova, pragmatica, con proposte serie che avevamo portato avanti in quella campagna elettorale continueranno a trovare in me un interlocutore. E, se pure dovessi accogliere il politicamente sgrammaticato invito di
Antonetti a dimettermi, i cittadini troveranno tale interlocutore nella seconda o nella terza degli eletti, entrambi dirigenti del partito di Azione a livello provinciale”.