Pescara. Il nuovo piano di dimensionamento scolastico della Regione Abruzzo ha previsto 7 accorpamenti: tre in Provincia dell’Aquila, due in quella di Chieti, due in quella di Pescara e zero in quella di Teramo.
Per la provincia di Pescara sono stati unificati i due istituti comprensivi di Penne, il Giardini e il Ciulli Paratore, e l’istituto comprensivo 1 di Pescara è stato accorpato all’Istituto comprensivo 7: “Il provvedimento disattende però ampiamente le proposte di razionalizzazione emerse dai tavoli provinciali, a cui hanno partecipato sindacati, ufficio scolastico ed enti provinciali”, afferma il consigliere regionale Antonio Blasioli, che ricorda: “In base ai nuovi parametri imposti dal decreto interministeriale, che prevedono in sostanza per l’anno scolastico 2024/2025, a causa della crescente denatalità, l’attivazione di una sede scolastica ogni 961 alunni, per quanto riguarda l’Abruzzo era stata prospettata la riduzione di 11 dirigenze, contingente successivamente sceso a 7 a seguito dell’intervento del decreto mille-proroghe”.
“Sulla base del piano di razionalizzazione formulato dall’ufficio scolastico regionale”, prosegue il dem, “contemplava 11 soppressioni, la Regione ha deciso di confermare le tre soppressioni previste all’Aquila, ridurre da 4 a 2 quelle attese a Chieti, di annullare le due soppressioni inizialmente previste per Teramo e confermare infine le due prospettate per Pescara. Stentiamo ad afferrare i motivi per cui Pescara abbia pagato un prezzo così alto, in quanto a livello numerico le province di Teramo e Pescara hanno dati sostanzialmente simili – in entrambi i casi in linea con i nuovi parametri nazionali sul dimensionamento -, e Pescara inoltre è stata già fortemente penalizzata negli ultimi anni con altre soppressioni come Civitella Casanova, e l’accorpamento degli istituti comprensivi di Scafa e San Valentino”.
“In sostanza, i numeri della nostra provincia non esigevano accorpamenti”, rilancia Blasioli, “oltretutto, la scelta delle due dirigenze da immolare sull’altare, nell’ottica di questa presunta solidarietà tra le province, appare ambigua e poco trasparente. Per quanto concerne l’unificazione dei due istituti comprensivi di Penne ci si sarebbe potuto appellare al principio di salvaguardia delle aree montane. Questi comprensivi dispongono infatti di plessi dislocati nei paesi di Villa Celiera e Farindola. Se questo meccanismo è valso ad escludere Pescasseroli dal dimensionamento, perché non è valso anche per Penne che vanta plessi in Comuni montani?”.
“Stupisce anche la scelta della seconda scuola sacrificata, l’istituto comprensivo 1 di Pescara”, aggiunge il consigliere regionale, “Infatti, il piano di razionalizzazione proposto dall’Ufficio scolastico regionale prevedeva l’accorpamento dell’ITCG Marconi di Penne con l’IIS L. da Penne – M. Dei Fiori, o in alternativa la costituzione a Pescara di un polo tecnico professionale unificando Manthonè e Di Marzio. Il piano, tuttavia, come testimoniano i verbali dei tavoli provinciali, era stato bocciato sia dai sindacati che dalla Provincia, che avevano chiesto di riconfermare l’attuale assetto organizzativo, quindi in sostanza di non fare tagli, visto che non ve n’era bisogno. Dunque, come è nata l’idea di accorpare l’istituto comprensivo 1 di Pescara all’istituto comprensivo 7?”.
“A proporre la soluzione”, riferisce ancora l’esponente Pd, “sarebbe stato direttamente il presidente De Martinis, senza peraltro informare il Tavolo provinciale, che con una nota del 27 dicembre, avrebbe prospettato questa seconda ipotesi, prontamente recepita dalla Regione, in virtù del prossimo pensionamento della Dirigente dell’I.C. 1. Ma come è stato possibile procedere in questa direzione se il Comune di Pescara, competente sulle due scuole, non ha proferito parola né deliberato in merito? Come si può delegare una decisione del genere al Presidente della Provincia senza ascoltare i Comuni interessati? I sindaci di Pescara e Penne ci dicano come sono andate le cose, e come sia stato possibile procedere in questo modo senza informare i Tavoli provinciali. Questo procedimento rischia di essere viziato da un vizio di forma e di essere quindi impugnabile, il Comune di Pescara e di Penne dovrebbero farlo immediatamente”, conclude Blasioli.