Pescara. Il sindaco di Pescara ha ordinato lo sgombero della palazzina di via Gran Sasso 17, nel cortile della quale lo scorso 4 gennaio un bengalese è stato ucciso a coltellate.
“Una serie di sopralluoghi eseguiti da Comune e Asl, poi una prima ordinanza nel 2023 non ottemperata e ora una seconda ordinanza, per lo sgombero parziale. Resta alta l’attenzione del Comune sull’edificio situato in via Gran Sasso numero 17, risultato privo dei requisiti di abitabilità”: dice proprio Carlo Masci che ha firmato l’ordinanza (n. 5) per dichiarare inabitabili alcuni locali dell’edificio e che, pertanto, andranno sgomberati nei prossimi giorni per l’esecuzione dei lavori.
I locali interessati all’ordinanza sono quelli del terzo piano (sottotetto), del lato destro del piano terra e del piano rialzato (vano accatastato come deposito e attualmente abitato): in base a quanto accertato, sono “privi dei requisiti minimi di abitabilità e sono tali da creare disagio abitativo”, si legge nell’ordinanza.
In questi spazi, prosegue il provvedimento del sindaco, sono state ravvisate “gravi carenze relative all’uso improprio di spazi, assenza di aperture finestrate con mancato rispetto dei rapporti aeroilluminanti, metrature ed altezze insufficienti e, pertanto, sono da considerarsi non utilizzabili per civili abitazioni”. Questi locali dovranno essere sgomberati entro cinque giorni dalla notifica dell’ordinanza, “fino alla risoluzione delle gravissime condizioni igieniche attualmente presenti”, dice sempre il provvedimento di Masci.
“Non è il primo intervento del Comune su questo edificio”, ricorda il sindaco sottolineando i sopralluoghi effettuati nell’edificio che hanno fatto emergere problematiche di natura igienico-sanitaria e già a settembre 2023 è stata emessa una prima ordinanza, sempre dal Comune. Si trattava di un provvedimento dirigenziale (numero 741 del 29 settembre 2023) con il quale si ordinava la bonifica delle palazzine ai civici 15 e 17, “finalizzata a salvaguardare la salubrità e l’igiene ambientale tramite il rispetto delle prescrizioni impartite dalla Asl di Pescara, a mezzo di interventi di riordino, manutenzione ordinaria e straordinaria, oltre che richiamo agli occupanti sulla corretta applicazione delle buone norme di civile convivenza, di nettezza e di decoro”.
Per l’esecuzione delle operazioni era stato imposto un termine di 30 giorni dalla notifica dell’ordinanza ma il 21 dicembre 2023 un sopralluogo del Dipartimento di prevenzione della Asl, con l’Ufficio tecnico del Comune e la polizia locale, ha fatto emergere che sono stati eseguiti solo alcuni interventi mentre altre carenze igienico sanitarie non risultavano sanate per cui è stata ribadita la necessità di provvedere allo sgombero, ora imposto con l’ordinanza del sindaco.
“Non è ammissibile vivere in condizioni igienico sanitarie precarie che sono sinonimo di degrado, per gli inquilini, e che possono provocare anche problemi di salute. E’ nostro dovere monitorare le situazioni a rischio ed intervenire, come abbiamo fatto, e l’auspicio è che i lavori di risanamento vengano effettuati rapidamente nell’edificio, già teatro di un tragico fatto di sangue ai danni di un cittadino straniero. Nel caso in cui la proprietà non dovesse provvedere siamo pronti a farlo noi per poi addebitare le spese”, dice infine il sindaco.
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