Nella media del primo semestre del 2024 l’attività produttiva in Abruzzo, sebbene in rallentamento rispetto all’anno precedente, è moderatamente cresciuta: 0,3% contro il dato nazionale dello 0,4%.
Lo rivela un’indagine congiunturale della Banca d’Italia i cui aggiornamenti sono stati divulgati oggi.
Nel corso dei mesi estivi si è accentuata la fase di debolezza dell’industria in senso stretto che si era avviata nel 2022.
Inoltre, il clima di fiducia delle imprese manifatturiere del Mezzogiorno ha fatto registrare nello stesso periodo un deciso peggioramento, collocandosi sui valori minimi raggiunti durante la crisi energetica. Nell’automotive, il più rilevante comparto manifatturiero della regione, i ritmi di produzione sono tornati a ridursi a partire dal secondo trimestre; ne è seguito un nuovo rallentamento delle esportazioni, la cui dinamica è stata sostenuta dalle vendite di prodotti tessili e dell’abbigliamento e farmaceutici.
Dal sondaggio realizzato alla fine di settembre dalla Banca d’Italia all’interno un campione di imprese manifatturiere è emersa una sostanziale stagnazione del fatturato e delle ore lavorate nei primi tre trimestri dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2023; le imprese più orientate sui mercati esteri hanno nel complesso maggiormente risentito della debole fase congiunturale. Nel settore delle costruzioni si è attenuato l’effetto espansivo degli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio. I livelli di attività avrebbero comunque beneficiato della realizzazione degli interventi pubblici legati al Pnrr. Nel terziario, il commercio si è mantenuto su livelli sostanzialmente stabili così come i consumi delle famiglie. I flussi turistici sono cresciuti, seppure a un ritmo inferiore rispetto all’anno precedente. Segnali di espansione dell’attività sono emersi anche nel comparto dei trasporti.
Nella prima parte dell’anno il mercato del lavoro ha mostrato segnali di rallentamento dopo la crescita significativa del 2023, in particolare nell’industria. I prestiti alle imprese della regione hanno continuato a diminuire, riflettendo la debolezza della domanda di finanziamenti, ancora frenata dal costo del credito e dalle minori esigenze di liquidità.