Celebriamo una ricorrenza che ci vede ancora una volta con la maglia nera degli infortuni sul lavoro, con un aumento pesante del numero di vittime a Teramo e nella provincia di Chieti, le province più colpite dal fenomeno.
Nei primi tre mesi del 2024 sono stati 1.900 gli infortuni e 4 le vittime. Altra maglia nera riguarda la mobilità passiva in sanità, con sempre più persone, ormai il 9,2% (oltre due punti sopra la media nazionale), che rinunciano a curarsi perché non hanno la possibilità economica di farlo, né i tempi adeguati a causa delle lunghe liste di attesa per prestazioni anche urgenti, come confermano i dati della fondazione Gimbe che vedono l’Abruzzo quarta regione d’Italia per rinuncia alle cure. Manca, inoltre, una politica industriale regionale che assuma un’iniziativa efficace sul settore, a partire dal comparto dell’automotive, nonostante l’attualità di crisi e rischi pesanti, come la cassa integrazione alla Denso, la situazione della Dayco, Baomarc e Pilkinton o le scelte di Stellantis. Occorre una strategia di intervento da parte della Regione che ad oggi non vediamo e questo nonostante la richiesta di istituzione di un tavolo aperto ai territori e alle parti sociali che, come opposizione e insieme ai sindacati, abbiamo ripetutamente richiesto durante gli ultimi cinque anni di Marsilio”, così il capogruppo PD in consiglio regionale Silvio Paolucci.
“In mancanza di questo, continua l’inerzia del centrodestra, non solo per le iniziative, ma anche per gli intenti: non si può procedere a spot quando si hanno cinque anni di governo le spalle – incalza l’esponente del PD – . I temi caldi hanno bisogno di attenzione e strategie per poter essere affrontati e, nel migliore dei casi, risolti. Invece ci troviamo di fronte a una nuova politica degli annunci, mentre l’Abruzzo è zona rossa per gli infortuni sul lavoro e migliaia di lavoratori o perdono il posto, o rischiano di restarne senza a breve; mentre tutte quante le promesse fatte a poche ore dal voto di marzo, per catturare il consenso anche di un altro comparto e primario, l’agricoltura, piegato dai danni e dai mancati ristori, tornano ad essere sogni nel cassetto di una comunità che ha bisogno di interventi. Gli abruzzesi chiedono alla politica di essere presi in carico, perché hanno diritti di valore che restano inapplicati il primo maggio e tutti gli altri giorni”.