
“E’ già allarmante la fotografia della povertà in Abruzzo: un abruzzese ogni 4 è a rischio di povertà o di esclusione sociale e tra i pensionati la situazione è anche peggiore, come dire che 1 anziano ogni 3 fa fatica a pagare le bollette e a fare la spesa tutti i giorni”.
Così Daniele Licheri, segretario regionale di Sinistra Italiana-Avs parte dai dati della Cgia di Mestre, che parlano di 317mila abruzzesi, il 25,1% ossia un quarto della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, per chiamare alla responsabilità il governo Marsilio. “Questo dovrebbe essere il dato di partenza con cui una classe politica degna di questo nome dovrebbe confrontarsi. E lo dico dopo un week end caldo in cui la destra abruzzese sta difendendo o sminuendo il provvedimento appena votato di aumento dell’Irpef – continua Licheri-. L’aumento delle tasse, alla luce di questo quadro, è ancora più grave: aggiunto al caro-bollette e alle stangate su tariffe come per bus e mense, l’aumento Irpef eroderà ancora di più i redditi e il potere d’acquisto rischiando di far aumentare i nuovi poveri”.
Inoltre, più tasse significa diminuire il potere d’acquisto e quindi i consumi interni. “Già ora la nostra regione è collocata al nono posto nella classifica nazionale delle aree più in difficoltà, eppure questa situazione pare scomparire dall’agenda politica di questo governo regionale. Alle armi di distrazione di massa che sta usando anche oggi il presidente Marsilio attaccando le opposizioni e i sindacati, rispondiamo continuando in modo ostinato a voler discutere dei tanti e tante senza voce che compongono la fotografia della nostra regione, quelli che aspettano risposte da troppo tempo e che questa giunta regionale preferisce far finta che non esistano”, continua Licheri.
L’impoverimento riguarda tutti, i nuovi poveri che si aggiungono ai vecchi sono i lavoratori autonomi. “Stiamo parlando di piccole partite Iva e forfettari i cui volti e le cui storie ci raccontano soprattutto di tanti giovani e tante donne che si arrangiano con piccoli lavori e consulenze saltuarie, senza poter usufruire di alcun ammortizzatore sociale o sostegno pubblico. Un mondo dimenticato, sottorappresentato, in cui spesso si celano lavoratori dipendenti di piccole o grandi aziende mascherati dietro il regime della partita Iva. Insomma, sono i nuovi poveri che si aggiungono ai pensionati e ai lavoratori dipendenti che hanno visto anche loro perdere progressivamente il loro potere d’acquisto spingendo tutti verso l’indigenza. E’ necessario che la politica metta in campo subito forme di aiuto e sostegno per tutti ma soprattutto per loro visto che parliamo in larga parte di giovani e donne, le categorie più svantaggiate in assoluto nel mondo del lavoro, come dimostra anche il bollettino di marzo del Cresa, secondo cui si aggrava il problema dell’occupazione giovanile, con lavoratori tra i 15 e i 34 anni diminuiti dell’1%”.
Problema anche nello slancio agli iper. “La seconda riflessione è la concorrenza della grande distribuzione, che insieme al commercio online, sta mettendo in ginocchio le piccole e medie imprese: in questo l’Abruzzo fa un doppio capolavoro in negativo, continuando a perseverare nella costruzione dei centri commerciali, nonostante abbia già una densità di iper-distribuzione tra le più alte d’Italia. Invece ci ritroviamo di fronte alla ripartenza del progetto Mirò a Chieti Scalo sulle sponde del fiume e alla proposta di legge della Regione di localizzare centri commerciali di media superficie di vendita nelle aree industriali. Scelte miopi, perché oltre all’impatto ambientale sul territorio finiscono di mettere in ginocchio le poche ed eroiche piccole realtà territoriali che provano a restare aperte”.