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Abruzzo

Addizionale Irpef e sanità in Abruzzo. Le reazioni

lOCATELLI

La conferenza stampa di Marsilio è stata imbarazzante, ma emerge verità: aumento tasse per sempre, strutturato.

 

L’implosione del sistema sanitario regionale non è convertibile, e Marsilio ha chiarito che l’aumento è strutturale, con buona pace di Forza Italia, Lega e Noi Moderati, che fanno finta di non essere d’accordo, ma votano in Giunta una sola certezza: metteranno le mani nelle tasche degli abruzzesi, non per tamponare una emergenza, ma per sempre”.

E’ il commento che il presidente regionale di Italia Viva Abruzzo, Camillo D’Alessandro, affida a una nota poco dopo la conferenza stampa con cui il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha comunicato la decisione della Giunta in merito all’aumento delle tasse per coprire il buco nella sanità del 2024, secondo il metodo a scaglioni di reddito introdotto dal governo nazionale.

“Forza Italia è ridicola, il partito della rivoluzione liberale, nato dalla lotta alle tasse, in Abruzzo diventa il partito dei ‘più tasse per tutti’ – prosegue D’Alessandro – Il punto è che il sistema sanitario è imploso, siamo ai pannoloni e alle medicine portate da casa dagli abruzzesi, siamo alla farmacia ospedaliera che non garantisce più i medicinali. Siamo ultimi in Italia per mobilità passiva. Il paradosso è che, nonostante i piani di rientro delle Asl, il modello sanitario di Marsilio, che non riesce più a garantire le prestazioni sanitarie, brucia le risorse trasferite dallo Stato, più quelle che vengono dalla nuova tassazione, ma il punto è che non basterà questo gettito quest’anno, e soprattutto i prossimi anni”.

Quindi, aggiunge, “la storia degli aumenti inizia qui, non finisce qui. E’ immorale pretendere l’aumento delle tasse per una sanità allo sbando e, allo stesso tempo, non risolvere le cause della spirale attivata, perché sarà sempre più un pozzo senza fondo. Infine, è ridicola l’argomentazione di Marsilio sulle modalità con cui il Governo finanzia le regioni sulla sanità. Ricordo a Marsilio che Meloni, premier, è eletta in Abruzzo. Esattamente, per capire, quando lui accusa sul riparto nazionale a chi si rivolge?”.

 

Patto per l’Abruzzo. “Le tasse aumentano per la fascia media della popolazione con un più 1,50%, toccando il 3,23 per lavoratori e pensionati, e raggiungono il 3,33 per le fasce alte, che arriva così al massimo consentito per legge. Un disastro annunciato che si presenta peggio delle previsioni di questi ultimi giorni. L’irrisorio abbassamento dello 0,1 per i redditi minimi si conferma uno specchietto per le allodole. Probabilmente un mero tentativo della maggioranza di mettere in scena l’ennesima farsa: prendere in giro gli abruzzesi facendo passare un aumento significativo delle tasse (+ 1,60%) come addirittura una riduzione (-0,1). Aumenti che si scontrano con un pessimo servizio sanitario regionale.

I cittadini abruzzesi, quindi, nell’era di Fratelli D’Italia, Lega e Forza Italia saranno costretti a pagare due volte: la prima attraverso un aumento delle tasse; la seconda subendo sulla propria pelle i disagi di un sistema sanitario che non funziona e che non garantisce a tutti il diritto alla salute. Mobilità passiva altissima, Livelli Essenziali di Assistenza non raggiunti su prevenzione e arretrati per medicina territoriale, liste d’attesa lunghissime, pronto soccorso sovraffollati e assenza di medici di base per circa 62mila abruzzesi, e la rinuncia alle cure di 120mila cittadini. È questa la fotografia della sanità per cui chiedono di pagare di più”.

Inizia così il commento delle forze in opposizione alla destra Pd, Movimento 5 Stelle, AVS, Riformisti, Azione e la civica Abruzzo Insieme che con Luciano D’Amico compongono il Patto per l’Abruzzo, sulla conferenza stampa tenutasi questa mattina a Palazzo Silone per presentare la manovra di aumento delle aliquote regionali IRPeF

“Con quasi un’ora di conferenza– continuano i Consiglieri regionali di opposizione – il Presidente Marsilio cerca di far digerire l’aumento delle tasse agli abruzzesi ma ormai il “re è nudo”, e non sarà certo la propaganda a rivestirlo.
Oggi, infatti, con una serie di giochi semantici il Presidente ha evitato di dire agli abruzzesi se quando chiedeva il loro voto e si riferiva alla sanità abruzzese come un modello da esportare era già a conoscenza del buco milionario delle Asl. Se i Manager, che continua a difendere a spada tratta, hanno taciuto il reale stato dei conti fino al 10 marzo 2024 o se lo ha taciuto lui perché, come ha sostenuto in altre sedi, “certe cose si fanno dopo le elezioni”. Fatto sta che la prima legge approvata nel Marsilio Bis è servita a colmare i disavanzi delle Asl e che a un anno dall’approvazione di quella legge si sta chiedendo un ulteriore sacrificio raddoppiando loro le imposte regionali.

Altra domanda che non ha trovato risposta è quella relativa all’ammontare di fondi destinati alla sanità rispetto alle maggiori entrate derivate dal penultimo aumento delle aliquote regionali, avvenuto sempre per mano del Governo di centrodestra a guida Chiodi, in base alla quale gli abruzzesi dal 2011 versano imposte che avrebbero dovuto offrire copertura finanziaria al disavanzo del comparto salute.

Si tratta di una stima di circa 130 milioni di euro annui utilizzati, dopo la conclusione della cartolarizzazioni del 2022, per ben altre politiche, mettendo zero sulla sanità. Solo nel 2025 una piccolissima parte di questo gettito, circa 20 milioni su 130, è stato accantonato per il comparto salute. Nel frattempo però sono state finanziate varie leggi mancia, eventi e sponsorizzazioni che per anni hanno vincolato le risorse pubbliche della Regione, come il Napoli calcio, o Festival e concerti vari. Oggi si chiede un sacrificio ai cittadini con l’aumento delle tasse per trovare ulteriori 44,7 milioni. Si arriva così a un extra gettito fiscale stimabile in 174,7 milioni, di cui solo le briciole saranno destinate a coprire il disavanzo delle Aziende sanitarie locali, che per quanto apprendiamo oggi dalla conferenza del Presidente, puntano addirittura a chiudere i bilanci, non in pareggio, come ci si aspetterebbe, ma con “poco” disavanzo. Praticamente invece di fare malissimo, puntano a fare “solo” male. Una vera presa in giro che palesa come le risorse pubbliche della Regione, e quindi di tutti noi, siano utilizzate più per alimentare i propri serbatoi elettorali foraggiati con leggi mancia e finanziamenti vari, che a garantire il diritto alla salute degli abruzzesi. Un fallimento su tutta la linea che i cittadini continuano a pagare in ogni modo possibile. Per questo continuiamo a chiedere le dimissioni del Presidente e della Giunta”, concludono.

 

Pd Abruzzo. Le dichiarazioni con cui Marsilio stamattina in conferenza stampa ha ammantato di propaganda il salasso fiscale che sta propinando agli abruzzesi fanno crescere l’indignazione.
Ci vuole coraggio per parlare di equità, di fronte ad un aumento delle tasse per coprire il buco di una delle sanità peggiori d’Italia. Ci vuole coraggio per parlare di redistribuzione, di fronte a una manovra che ha come effetto quello di incrementare il gettito fiscale (+44 milioni) per fare cassa.

È surreale ascoltare Marsilio che cita l’Emilia Romagna per dire che loro sono fortunati ad avere molte città allineate sulla Via Emilia, oppure per improvvisare uno spericolato paragone con l’Abruzzo: ci diano la qualità delle cure e della sanità pubblica dell’Emilia Romagna e poi potremo eventualmente ragionare di come e quanto i contribuenti pagano alla Regione per sostenere il sistema sanitario. Qui abbiamo, nostro malgrado e per colpa loro che governano da oltre 6 anni, una delle sanità peggiori d’Italia.

La confusione regna sovrana: venerdì scorso Marsilio aveva dichiarato in tv che “l’85% degli abruzzesi pagherà meno tasse”; oggi siamo al 72% ma perfino le tabelle colorate del governatore non possono nascondere che la diminuzione sui redditi bassi (2,33 euro al mese nella migliore delle ipotesi) sono uno specchietto per le allodole che nasconde una mazzata per i ceti medi ed è così insignificante da sembrare una provocazione, e fa il paio con quella del governo Meloni sull’aumento di 2 euro delle pensioni minime.
Le stesse famiglie, alle prese con lunghissime liste di attesa, sono costrette a sborsare centinaia di euro per le visite mediche dai privati. In alternativa sono costrette ad andare fuori regione (per esempio nella già citata Emilia Romagna), nel peggiore dei casi (120.000 persone) rinunciano a curarsi.

Altra baggianata colossale raccontata in tv dal presidente della Regione è che “le Asl chiuderanno i bilanci con qualche migliaio di euro di avanzo”, e invece oggi scopriamo che ci sarà un passivo. La verità è che la sanità abruzzese è un serbatoio bucato, e oggi la destra impone altre tasse senza avere uno straccio di idea su come far funzionare il sistema sanitario senza produrre altro deficit.

Quella di Marsilio è la tattica trumpiana dello “spara la balla e poi nega di averla detta”, e speriamo
che le similitudini con l’inquilino della Casa Bianca si fermino qui. Questa giunta regionale di destra ha sfasciato la sanità pubblica e adesso, nella disperazione più totale, fa anche pagare il prezzo del proprio fallimento agli abruzzesi; abbiano la dignità di andare a casa.

Bonanni (Azione). È troppo comodo continuare a chiedere nuovi sacrifici agli abruzzesi, con l’ennesimo aumento dell’IRPEF regionale per oltre 44 milioni di euro, quando non è affatto chiaro dove vadano a finire le risorse già versate dai contribuenti. Siamo in una Regione in cui si pagano tasse elevate, ma in cambio si ricevono servizi sanitari spesso inadeguati, con liste d’attesa interminabili, strutture in difficoltà e personale sottopagato. Si cominci a parlare di standard minimi di qualità, di piani seri per ridurre le liste d’attesa e di come valorizzare il personale sanitario. Solo dopo, eventualmente, si discuta di risorse.” – dichiara Raffaele Bonanni, Presidente regionale di Azione e già Segretario generale della CISL.

“Ci auguriamo che l’aumento dell’IRPEF non sia necessario, ma se anche lo fosse, prima ancora di parlarne, la Giunta regionale dovrebbe mettere mano agli sprechi e avviare un confronto trasparente con i cittadini. È incredibile che si prendano decisioni così impattanti senza che i Comuni e le comunità locali sappiano cosa si sta decidendo e perché. Serve un cambio di metodo: si cominci a discutere pubblicamente nei territori dei programmi sanitari, delle priorità e delle scelte, altrimenti ogni euro chiesto in più rischia di diventare l’ennesimo spreco. ” – aggiunge.
“Serve un’inchiesta seria sugli sprechi, su come vengono gestite le risorse e su quali siano i margini per recuperarli prima di chiedere nuovi soldi agli abruzzesi. I fondi pubblici non possono essere gestiti nell’ombra: i soldi che si danno senza discuterne con i cittadini e senza fare chiarezza sono essi stessi uno spreco. È arrivato il momento di squarciare il velo di silenzio che copre troppe decisioni prese nel chiuso degli uffici regionali, ma che pagano sempre e solo i cittadini.” – conclude Bonanni.

Massimo Verrecchia (capogruppo Fratelli d’Italia). “Esprimiamo soddisfazione per la soluzione intrapresa dal presidente Marco Marsilio e dall’intera Giunta di centrodestra, che applica un criterio di equità sociale e che, dunque, salvaguarda le fasce deboli. La sinistra è stata nuovamente smentita nei fatti. Per una settimana intera gli esponenti del Pd & compagni, hanno rivolto accuse infondate, affermando che sarebbero stati tassati tutti, soprattutto operai e pensionati. Niente di più falso! Proprio le fasce deboli vedranno diminuire la tassazione, prerogativa del provvedimento sulla quale i sindacati dovrebbero schierarsi al nostro fianco, manifestando grande coerenza. L’opposizione reclama e richiede le dimissioni di Marsilio, evidentemente perché appartiene a quella fascia reddituale non piu privilegiata: infatti i cittadini che rientrano nella fascia da 50mila a 100mila euro, come i consiglieri regionali, contribuiranno alla manovra e, onestamente non pensiamo che 80 euro mensili, per chi ne guadagna 8mila, siano una assurdità. Lo afferma il Capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio regionale, Massimo Verrecchia.

 

 

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