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Abruzzo

Agricoltura in Abruzzo: dal 2020 chiuse oltre 2mila aziende

Sayonara Tortoreto

“In Abruzzo dal 2020 ad oggi oltre 2000 aziende agricole e forestali hanno cessato la propria attività.

Un dato molto preoccupante per una regione che ha nell’agricoltura un proprio settore strategico.
Le cause, come denunciato più volte dalle associazioni di categoria, sono molteplici e note da tempo, ma la Regione ad oggi non ha mai concretamente risposto agli appelli lanciati dal settore” scrive in una nota il Consigliere regionale Dino Pepe.

“Tra le principali criticità degli ultimi anni certamente va annoverato lo smantellamento del dipartimento e la conseguente chiusura degli uffici per l’agricoltura, punti di riferimento sul territorio per tutti gli operatori del settore: in provincia di Teramo restano attivi solo quelli del Capoluogo e di Nereto, con un numero di addetti che è costantemente in diminuzione. Non aiuta gli agricoltori neppure il caotico sistema informatico con una pluralità di piattaforme e programmi (UMA-gasolio agricolo, ARTEMIDE…) di difficile fruizione che complicano, non poco, richieste, controlli e segnalazioni” aggiunge il Consigliere Dem.

“Negli ultimi anni, poi, i ritardi e le mancanze dei governi nazionale e regionale sugli interventi necessari dopo le calamità naturali e i danni da fauna selvatica, problema ormai fuori controllo, hanno determinato ulteriori e purtroppo spesso insuperabili problemi per tante aziende e hanno fatto emergere tutta l’inconsistenza di quelle filiere (Imprudente-D’Eramo/Marsilio-Lollobrigida-Meloni) più volte invocate nelle campagne elettorali ma mai efficaci e decisive sul territorio.

Sono ancora migliaia gli agricoltori in attesa dei ristori promessi dopo i danni da peronospora che, voglio ricordare, risalgono ad oltre un anno fa, quando le violenti piogge non permisero i trattamenti necessari.
Così come numerosi sono gli agricoltori che denunciano i danni arrecati dalla fauna selvatica ottenendo in grande ritardo rimborsi oltretutto parziali e insufficienti. Una problematica questa che andrebbe affrontata a monte, tornando ad elaborare piani di controllo e contenimento del fenomeno che siano in grado di arginarlo” prosegue Pepe.

“In una situazione così complessa e difficile, è encomiabile il lavoro di denuncia e proposta che le associazioni agricole continuano a portare avanti, dimostrando passione e tenacia. Mi unisco a loro nel chiedere che anche chi governa i vari livelli istituzionali faccia la propria parte per non disperdere il grande patrimonio agricolo che la nostra regione possiede” conclude Dino Pepe.

 

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