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Abruzzo

Aree per le energie rinnovabili: Città del Vino chiede modifiche alla legge in discussione

lOCATELLI

“La legge sulle aree idonee per l’installazione di impianti di energia rinnovabile approvata in Commissione e in procinto di essere esaminata dal Consiglio regionale d’Abruzzo è frutto di uno sforzo apprezzabile da parte della Giunta e dei consiglieri regionali, che si è concretizzato anche attraverso l’azione di ascolto di numerosi portatori di interesse. Vanno tuttavia aumentate le tutele per i terreni agricoli di pregio”: lo dichiara Angelo Radica, presidente nazionale dell’Associazione Città del Vino.

 

Radica ritiene che “una maggiore e più stringente protezione sia particolarmente importante in una regione come la nostra, dove le produzioni agricole di pregio, e il turismo ecosostenibile, sono sempre più settori strategici per lo sviluppo. Trovare un equilibrio tra l’esigenza di produrre energia pulita e la tutela del territorio è quindi particolarmente importante”.

Il presidente nazionale dell’Associazione Città del Vino indica le modifiche al provvedimento che considera a questo scopo necessarie: “Chiediamo di eliminare dalle aree idonee le aree agricole irrigue comprese nei perimetri di contribuzione irrigua rilevabili dai piani di classificazione dei Consorzi di Bonifica così come previsto all’art. 2, comma 1, lettera i) punto 4), e di aggiungere alle aree non idonee previste all’art. 3, comma 2) lettere a) e b) anche gli impianti eolici”.

Poi, prosegue Radica, “nell’ambito delle aree idonee individuate all’art. 2, comma 1 lettera i, punti 2 e 3, chiediamo che siano considerate aree non idonee per l’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici tutte le aree agricole che ricadono in almeno uno dei seguenti casi: aree agricole con investimenti o aiuti oggetto di contribuzione regionale, nazionale e unionale e sottoposti a vincolo di destinazione dalla normativa di riferimento prima che siano decorsi i termini previsti dagli impegni sottesi dai finanziamenti; aree agricole con colture permanenti quali: vigneti, frutteti, tartufaie e oliveti”.

 

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