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Bagnini sfruttati e sottopagati: l’accusa del sindacato

lOCATELLI

Abruzzo. Stipendi bassi a fronte di uno stipendio medio concordato, nel mancato rispetto delle norme contrattuali, che vede le buste paga con pagamento medio orario pari a poco più di 4 euro nette per i lavoratori più giovani oltre a voci inesistenti per la loro attività come trasferta (che sappiamo essere detassata per l’azienda ma priva di contribuzione per i lavoratori).

 

Troppo spesso mancanza di turni di riposo settimanale tante le mancanze rispetto alle norme contrattuali. Sono queste le condizioni che le e gli assistenti bagnanti devono accettare per lavorare. Questo è il trattamento riservato da una società in particolare, in appalto con i gestori balneari, fornisce il servizio bagnanti alla maggior parte degli stabilimenti balneari pescaresi! ” – è questa la denuncia della FISASCAT CISL Abruzzo Molise che accende i riflettori sullo sfruttamento di manodopera da parte delle aziende che forniscono e offrono, ai gestori degli stabilimenti balneari, il personale durante la stagione estiva che ormai è alle porte. “Il lavoroda bagnino, in Abruzzo, è fonte di sostentamento per tanti giovani e meno giovani con le loro famiglie ma dobbiamo salvaguardare la loro professionalità, cercando di dare dignità a chi ogni estate ci salva la vita ed è responsabile della nostra sicurezza. Un mondo, quello dei bagnini, che dietro a stipendi irregolari perché erogati in violazione della contrattazione collettiva e corrisposti in parte mediante l’utilizzo di strumenti contabili impropri nasconde un sistema di sfruttamento del lavoro e di evasione contributiva.

 

Senza dimenticare che devono lavorare nei giorni festivi, di domenica e di sabato. Il contratto di lavoro c’è ma a condizioni non dignitose che i bagnini, per lavorare, sono costretti ad accettare. Ricordiamo anche che questi lavoratori appartenenti alla stagionalità del turismo hanno una disoccupazione speciale che però anch’essa viene fortemente penalizzata a causa degli stessi importi presenti in busta paga. La manodopera c’è, basta pagarla attraverso l’applicazione integrale del contratto di riferimento e delle normative nazionali!”

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