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Caccia al cervo: il Consiglio di Stato blocca la delibera della Regione

Abruzzo. La sezione sesta del Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia contro l’abbattimento di 469 esemplari di cervo in Abruzzo.

Le associazioni avevano impugnato l’ordinanza del Tar Abruzzo che, mercoledì scorso, aveva dato il via libera all’abbattimento.

Il presidente della sezione, Carmine Volpe, si è espresso con un provvedimento urgente e ha sospeso la delibera della Giunta regionale d’Abruzzo, fissando l’udienza in camera di consiglio per il 7 novembre.

“Continuiamo a chiedere alla Regione di tornare indietro: Marsilio deve prendere atto che non ci sono né i motivi, né – a questo punto – le condizioni tecnico-procedurali per consentire ai cacciatori di uccidere quasi 500 cervi”.

A sostenerlo in una nota sono le associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf commentando la notizia della sospensione della caccia ai cervi in Abruzzo fino al 7 novembre decisa dal Consiglio di Stato in accoglimento del loro ricorso legale.
“È impensabile – affermano le associazioni in una nota – continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici.
Il nostro obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per l’ambiente e per gli animali stessi.

La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria”.
Lav, Lndc e Wwf sottolineano come, oltre agli ovvi danni causati alla popolazione di cervi, la caccia rischi di creare squilibri ecologici importanti in ecosistemi già fragili.

L’eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe avere ripercussioni sulle dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con potenziali conseguenze a lungo termine sulla biodiversità locale.
“Ribadiamo l’importanza di considerare gli animali selvatici non come risorse da sfruttare – aggiungono nella nota – ma come parte integrante del nostro patrimonio naturale, che va tutelato e rispettato. Non possiamo permettere che l’interesse di pochi prevalga sulla salvaguardia della natura e degli animali che la abitano. L’unica via è quella del rispetto e della convivenza pacifica”.

“Oggi sarebbero dovuti partire gli abbattimenti – concludono – ma la Regione e gli Atc non erano stati in grado di chiudere correttamente la procedura di autorizzazione, dimostrando una evidente incapacità nel gestire questo tipo di provvedimenti.
Questa circostanza la dice lunga sul grado di preparazione del settore regionale a cui il presidente Marco Marsilio ha voluto affidare il destino di 469 cervi e più in generale la fauna selvatica abruzzese”.

 

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