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Caccia al cervo in Abruzzo: il Tar respinge il ricorso delle associazioni

L'abbattimento può partire dal 14 ottobre

Il Tar Abruzzo dà il via libera all’abbattimento di 469 esemplari di cervo, come stabilito dalla delibera di Giunta regionale n. 509 dell’8 agosto 2024, che prevede, dal prossimo 14 ottobre fino al 15 marzo 2025, “prelievi del cervo esclusivamente nei 2 Comprensori regionali ricompresi nei territori degli ATC Avezzano, Sulmona, Subequano, L’Aquila e Barisciano e al di fuori delle aree protette e delle aree ad esse contigue”.

 

I giudici amministrativi hanno rigettato l’istanza presentata dalle associazioni che avevano chiesto la sospensione della delibera della Giunta regionale d’Abruzzo, contestata anche da esponenti politici di vari schieramenti e personaggi della cultura.

Per il Tar “non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale, il numero ottenuto è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presenti”. Inoltre, si legge nell’ordinanza, “nell’ambito del bilanciamento degli interessi in conflitto, a fronte di un rischio per la specie che è solo allegato e non dimostrato, il collegio ritiene di poter dare preminenza a quello della sicurezza stradale che include anche la tutela dell’incolumità fisica degli individui”.

Le associazioni possono ora impugnare l’ordinanza, che è immediatamente esecutiva, dinanzi al Consiglio di Stato in fase cautelare o chiedere la fissazione di un’udienza di merito.
Teoricamente, nei termini di legge, avrebbero 30 giorni per farlo, in realtà c’è tempo solo fino al 14 ottobre, quando, in base alla delibera, si può cominciare a sparare.

 

Le reazioni. La prima sezione del Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo ha riconosciuto la legittimità del lavoro svolto dalla Regione Abruzzo: il prelievo in forma selettiva del cervo è stato legittimamente riconosciuto e l’opposizione presentata dalle associazioni animaliste non è stata accolta.

Nella mattinata di oggi è uscita l’ordinanza del Tar che ha respinto la domanda di tutela cautelare, non concedendo neanche la sospensiva. I giudici del Tar hanno ribadito che il cervo rientra tra le specie cacciabili, secondo quanto stabilito dalla legge del 1992, e che la delibera di giunta impugnata dalle associazioni ambientaliste e animaliste è stata adottata in attuazione della pianificazione contenute nel piano faunistico venatorie. A sostegno della tesi della Regione c’è anche il parere espresso dall’Ispra, che ha valutato positivamente il contenimento dei cervi, in quanto non va a incidere sulla quantità di animali presenti sul territorio e quindi non ne minaccia l’estinzione. Lo stesso tribunale amministrativo ha evidenziato che non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale il numero dei cervi che verrà catturato è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presente.

“L’ordinanza del Tar riporta la corretta gestione avviata dall’assessorato all’agricoltura e alla caccia, confermando la necessità di contenere il numero dei cervi e tutelare il lavoro degli agricoltori e conferma la legittimità delle nostre decisioni. Ringrazio il personale dell’assessorato e l’avvocatura regionale per il prezioso lavoro preparatorio che hanno svolto in queste settimane e l’importante conferma ottenuta davanti al tribunale amministrativo. La Regione riconosce l’importanza della tutela delle specie protette ma ribadisce la necessità di un giusto equilibrio sul territorio”, lo ha dichiarato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

“L’ordinanza del TAR Abruzzo sul contenimento faunistico del cervo, appena pubblicata, attesta la correttezza della delibera regionale e la validità del procedimento amministrativo da parte della Regione Abruzzo” – è quanto dichiara il vicepresidente della giunta regionale dell’Abruzzo e assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca, Emanuele Imprudente a seguito della pubblicazione dell’ordinanza del TAR Abruzzo che respinge il ricorso delle associazioni ambientaliste sulla caccia di selezione al cervo, non ritenendo, quindi, necessario applicare la sospensione dell’efficacia della deliberazione di giunta.

“Pur consapevoli che si tratta solo della fase cautelare del procedimento, tuttavia le motivazioni del rigetto contenute nell’ordinanza sanciscono una sostanziale infondatezza delle argomentazioni prodotte nel ricorso amministrativo:

– il cervo rientra tra le specie cacciabili e non presenta problemi di tipo conservazionistico, potrebbe essere inserito nel calendario venatorio regionale a prescindere da un obiettivo generale di limitazione dei danni causati dalla specie;

– la DGR 509/2024 è adottata in attuazione del Piano Faunistico Venatorio, sottoposto favorevolmente a V.A.S. e V.Inc.A.;

– i risultati del monitoraggio ambientale, richiamato dai ricorrenti, sono strumento utile per valutare gli effetti dell’attuazione delle singole azioni/obiettivi e non presupposto della loro attuazione la cui fattibilità ambientale è già stata validata nel procedimento di valutazione ambientale.

– la proposta di gestione dà atto del miglioramento e della standardizzazione della raccolta delle informazioni rispetto agli anni precedenti ed ha consentito di ottenere una rappresentazione realistica attuale della consistenza e della distribuzione del cervo nella Regione Abruzzo;

– inoltre, non essendo stato monitorato l’intero territorio regionale, il numero ottenuto è certamente una sottostima del numero di cervi attualmente presente”.

D’Incecco e Mannetti (Lega Abruzzo). “Sul contenimento faunistico del cervo il Tribunale amministrativo regionale per l’Abruzzo ha riconosciuto in pieno le motivazioni e la correttezza del procedimento portato avanti dalla Regione e dal vice presidente della giunta e assessore Emanuele Imprudente, che ha proposto la delibera, approvata l’8 agosto scorso, poi al centro di polemiche e proteste a non finire. Tutte strumentali e senza alcun fondamento scientifico come oggi ha dimostrato la decisione del Tar”. Così i consiglieri regionali della Lega, Vincenzo D’Incecco e Carla Mannetti. “Il Tribunale amministrativo regionale – sottolineano – ha confermato quello che in queste settimane, sulla base di dati e studi specifici e approfonditi, è stato tante volte ripetuto. E cioè che la specie è cacciabile e che non presenta problemi di tipo conservazionistico. Fa presente, inoltre, che la delibera della giunta regionale è stata adottata in attuazione del Piano venatorio, sottoposto favorevolmente a V.A.S e V.iNC.a e infine sottolinea che, ‘nell’ambito del bilanciamento degli interessi in conflitto, a fronte di un rischio per la specie che è solo allegato e non dimostrato, occorre dare preminenza a quello della sicurezza stradale che include anche la tutela dell’incolumità fisica degli individui’. Ovviamente – aggiungono Mannetti e D’Incecco – si tratta di una scelta molto sofferta, che anche altre regioni italiane hanno fatto, purtroppo però quando si amministra vanno prese decisioni nell’interesse di tutti. Lì dove la densità di animali risulta superiore si è evidenziato infatti un incremento di danni all’agricoltura e di incidenti stradali. Fra l’altro, – concludono – teniamo a ricordare ancora una volta che la misura del contenimento dei cervi è presente nel piano faunistico, approvato dal Consiglio all’unanimità”.

 

 

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