Questa mattina a L’Aquila, davanti alla sede del Consiglio Regionale, conferenza stampa dei rappresentanti delle associazioni ambientaliste e animaliste per fare il punto sulle azioni messe in atto contro la delibera ammazza-cervi votata dalla Regione Abruzzo.
L’ordinanza del TAR Abruzzo che non ha accolto la richiesta di sospensiva della delibera presentata dalle associazioni LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia è stata sicuramente una profonda delusione per i proponenti, ma anche per i tantissimi abruzzesi che si aspettavano da parte della magistratura amministrativa uno stop alla scelta della Regione.
L’ordinanza, come del resto già l’ISPRA, ha definitivamente cancellato ogni possibile dubbio sul fatto che la scelta di aprire la caccia al cervo sia una scelta politica della Giunta Marsilio. Non vi sono ragioni legate ai danni o rischi di incidente stradali, ma solo la volontà di far cacciare i cervi come richiesto da anni dalle parti più retrive del mondo venatorio. Finora la Regione Abruzzo aveva detto di no: con la delibera n. 509 dell’8 agosto 2024, la Giunta Marsilio ha inteso prendersi la responsabilità di far cacciare i cervi, compresi i piccoli appena nati. E lo ha fatto nel peggiore dei modi, stabilendo persino un tariffario per ogni capo ucciso da pagare agli Ambiti Territoriali di Caccia, gestiti dai cacciatori che poi sono gli stessi che hanno fatto la maggior parte dei monitoraggi sui cervi.