Nei giorni scorsi l’Ufficio legale del WWF Italia ha inoltrato una diffida alla Regione Abruzzo sul
calendario venatorio 2023-2024.
Nella programmazione dell’attività di caccia della nostra regione permangono ancora tante, troppe,
criticità, che l’azione legale del WWF mira a eliminare e contrastare.
In sintesi alcuni dei principali punti contestati dal WWF sono i seguenti:
– posticipo della chiusura della caccia al colombaccio al 10 febbraio 2024, in quanto
l’ISPRA sostiene che può essere “consentito solamente nelle realtà territoriali dove sia
garantita un’adeguata vigilanza venatoria, in grado di prevenire eventuali illeciti” cosa non
assicurata in Abruzzo, tanto più che nel calendario venatorio non vi è alcun riferimento alla
vigilanza venatoria e il posticipo della caccia al colombaccio è esteso a tutto il territorio
regionale senza discriminante alcuna;
– caccia all’Allodola, specie in stato di conservazione sfavorevole con un calo della
popolazione in Europa (SPEC 3; BirdLife International 2004;
Il WWF evidenzia quanto sottolineato dell’ISPRA nel suo
parere, la necessità di un richiamo esplicito nel calendario venatorio al “Piano di gestione
nazionale per l’Allodola” e l’inottemperanza della Regione Abruzzo nella trasmissione di “alcuna
informazione riguardo ad attività svolte per il primo obiettivo del Piano di gestione ossia il
“miglioramento dell’habitat della specie negli agroecosistemi” che al momento sembra
quindi inattuato”;
– chiusura della caccia alla Beccaccia al 20 gennaio (oltre a quanto indicato
dall’ISPRA) e non al 31 dicembre;
– mancato rispetto delle prescrizioni per l’attività venatoria nell’area contigua del Parco
Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, nel parere ISPRA viene chiaramente richiesto che nel
calendario venatorio si forniscano “indicazioni sulle modalità di esercizio dell’attività venatoria
nelle Aree Contigue dei Parchi Nazionali. In tali ambiti la caccia dovrebbe essere riservata ai
soli residenti dei comuni delle aree naturali protette e delle aree contigue e dovrebbe essere
gestita in forma “controllata”, mentre nel calendario approvato dalla Regione Abruzzo non si fa
riferimento alcuno alla riserva di caccia ai soli residenti;
– “Limitazioni nell’utilizzo di munizionamento a pallini di piombo”, il calendario venatorio
approvato prevede una mera raccomandazione all’utilizzo di munizioni spezzate prive di
piombo e non, pertanto, un divieto, così come segnalato nel parere I.S.P.R.A.;
– mancato inserimento del divieto di caccia nelle aree percorse da incendi, come peraltro
ricordato dal WWF Italia con una specifica nota inviata a tutte le regioni; nel calendario
approvato non è presente alcun accenno alla questione incendi.
Il WWF chiede all’Amministrazione regionale di prendere atto di tutte le criticità rilevate, alcune delle quali in evidente contrasto con quanto indicato nel parere ISPRA e di procedere con urgenza a una
rettifica del calendario venatorio. In tal modo, si potrebbe cogliere l’occasione per dare un segnale.