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Abruzzo

Concessioni balneari, diffide di Mare Libero: partono i primi ricorsi al Tar

Sayonara Tortoreto

Dando riscontro alle diffide di Mare Libero rivolte ai comuni costieri che hanno prorogato le concessioni balneari, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha deliberato i primi ricorsi ai TAR, Tribunali Amministrativi Regionali.

 

I ricorsi sono contro i comuni di Chioggia in provincia di Venezia, di Carrara, di Cervia e del suo capoluogo Ravenna, di Misano Adriatico in provincia di Rimini, di Camaiore, Forte dei Marmi, Pietrasanta e Viareggio in Versilia (provincia di Lucca), di Pescara, di Fossacesia e Vasto in provincia di Chieti, di Grosseto, di Fiumicino in provincia di Roma, di Formia e Gaeta in provincia di Latina, di Camerota, Minori, Sapri e Pontecagnano Faiano in provincia di Salerno, e di Ginosa in provincia di Taranto.

Pur ricordando che le concessioni sono comunque scadute e che vanno considerate tali, l’Autorità ha deciso di non presentare ricorso ma di tenere sotto osservazione quei comuni che, pur prorogando, abbiano già indetto le gare.

Mare Libero non si stancherà mai di dirlo: le concessioni balneari sono scadute, i giudici hanno stabilito che le proroghe vanno ignorate perché sono contrarie al diritto dell’Unione Europea. Quindi, quest’estate, a nessuno potrà essere impedito di piantare il proprio ombrellone o stendere il proprio asciugamano nelle spiagge che sono illegittimamente ancora occupate senza titolo dalle strutture di lidi e stabilimenti.
Anzi, ricordiamo che, come ha chiarito più il Consiglio di Stato, l’obbligo e quindi anche la responsabilità di disapplicare, cioè di ignorare, qualsiasi proroga, spetta a tutti gli organi e funzionari di Stato ed enti locali, che ne dovranno quindi rispondere personalmente in eventuali procedimenti giudiziari.

Il governo emetta subito il decreto per il riordino del demanio marittimo, prevedendo il 50% di spiagge libere in ogni comune e bandi che non riconoscano indennizzi né altri vantaggi ai concessionari uscenti, perché in questo modo si eluderebbe il principio di reale imparzialità delle gare, come già più volte sottolineato dalle autorità competenti.

 

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